L'Ephia di Barcellona vantava dimensioni significativamente superiori rispetto a quella di Torino, come potevo constatare senza problemi grazie al mio primo cebrim, eppure, era talmente affollata e colma di edifici che ogni strada dava l'impressione di essere molto più stretta e soffocante, tanto da farmi stentare a credere nelle mie stesse capacità.
Per quanto le costruzioni fossero talmente splendide da lasciare senza fiato, inoltre, ero finalmente riuscita a interpretare l'entità del messaggio che ogni ghirigoro, ogni trencadìs, pietra, altorilievo e costruzione sembravano trasmettere: fuggi. Quasi sicuramente si trattava di una semplice impressione dettata dall'ansia, ma questo non mi impediva di diffidare di chiunque si trovasse tra quelle mura.
Il tragitto per raggiungere l'edificio delle tre torri durò poco, per fortuna – o per sfortuna. Berta ci guidò lungo sontuosi corridoi ampiamente decorati in alcuni tratti, più lisci e dall'apparenza naturale in altri, sempre nello stesso stile variegato e multiforme che si esibiva all'esterno.
In cima a una larga scalinata impreziosita da un tappeto regale, ci attendeva un uomo sorridente, i ricci brizzolati e gli abiti da spiaggia. Supposi fosse già stato avvertito da Berta perché non fu affatto stupito di vederci.
«Àlvar Gomis, Ephiante di Barcellona... e lei è?» si presentò con una calorosa stretta di mano a Ewan.
«Ewan Mindsmith, è un vero piacere! Dammi pure del tu» si accodò lui, manifestando lo stesso entusiasmo. Avevo la strana impressione che da quando eravamo entrati nell'Ephia, al fianco del giovane Mindsmith, io, Yoann, Padma, Liss ed Elias fossimo diventati quasi invisibili, o per lo meno con la stessa importanza di un soprammobile vecchio la cui sola presenza reca fastidio alla vista.
Prendendo a passeggiare uno di fianco all'altro lungo i sontuosi corridoi, l'Ephiante rispose: «Allora... Ewan hai detto? Devi scusare la mia pessima memoria ma non ho proprio idea di quale sia la tua Ephia, anche perché è da un bel po' che non vengono Mindsmith a visitarci! New York? San Francisco? Atlanta? O addirittura... Londra?»
Notai, con stupore, che dietro l'apparente disinvoltura di Àlvar, si celava pura ansia dovuta a una sorta di timore reverenziale, il che aveva del ridicolo considerando il divario di età e probabilmente anche esperienza, che verteva sicuramente a suo favore.
«No, no, sono molto più vicino, di Torino per la precisione. Italia» specificò, subito dopo, in risposta alla sua espressione confusa. «Sì, si tratta di una delle Ephie Cervini.»
Àlvar si fermò, costringendo noialtri a fare altrettanto, e studiò per un attimo il viso di Ewan. «Ma certo! Oliver! Come ho fatto a non notare la somiglianza! Sei il fratellino di Oliver Mindsmith, non è vero? Oh, gran bravo ragazzo quello!»
«Il migliore» ribadì Ewan in un sorriso che risultò fin troppo forzato. In quel momento rimpiansi che non fosse Elias il Mindsmith.
«A quanto ho sentito, però, nella vostra Ephia non si sta poi così bene, vero?» – "Di certo meglio di qui" pensai – «Ho saputo che...»
«Beh, ma al momento non ha importanza, non crede?» tagliò corto forse fin troppo bruscamente Ewan, mentre notai Liss stringere le dita della mano in un pugno e domandarsi: "Che cosa sarà andato a raccontare quell'imbecille?", ed Elias lanciarle un'occhiata ammonitoria.
«Intendo dire,» cercò di riprendersi Ewan, «che siamo venuti qui per un motivo, e non ha senso dilungarsi in sproloqui irrilevanti.»
«Ma certo, capisco. Prego!» Àlvar ci fece segno di seguirlo su per delle scale a chiocciola che si avvolgevano lungo le pareti interne di quella che supposi essere una delle tre torri. L'Ephiante sembrava aver perso parte della sua insicurezza iniziale, forse perché aveva scoperto che Ewan non era il Mindsmith che credeva, e ora sembrava solo volersi vantare dello splendore della sua dimora, motivo per cui aveva evitato di invitarci nell'ascensore, preferendo invece costringerci ad ammirare il paesaggio che sfoggiava oltre le finestre, la maggior parte con vista mare.
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CEREBRUM ~ La figlia dell'inganno
Fantasy{ REVISIONE IN CORSO } L'Erede di Arkon è tornato. Il mio signore vi distruggerà, uno dopo l'altro. Questa è la vostra fine. (Estratto dalla storia) *** Piccole e grandi stranezze irrompono gradualmente nella vita di Livia Ferri. Peccato che lei sia...