34.La pioggia fuori dalla finestra

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La pioggia ticchettava sbattendo sui tetti dei palazzi e sulle strade circostanti. Il vetro della finestra di camera mia era appannato, impedendomi di vedere all'esterno.

Sentii l'istinto di aprire la finestra e sentire un po' di freschezza in quei caldi giorni di fine maggio, ma decisi che mi sentivo meglio lì al sicuro, protetta dalle mura di casa mia. Non mi spaventava la pioggia, se non mi ci trovavo sotto, ma sentire il suo gelo, anche se non direttamente sulla mia pelle, mi aveva sempre trasmesso una certa inquietudine.

Senza contare che non avevo per niente voglia di interrompere quel bellissimo momento. Non c'era niente di meglio che leggere accoccolata tra mille cuscini sul mio letto, mentre là fuori il cielo precipitava sulla terra, come in un'epica battaglia tra divinità. In quel momento c'eravamo solo io, la tempesta, e la bellissima storia in cui ero immersa.

Mi era mancato leggere. Avevo iniziato quel libro la mattina in cui Yoann era arrivato al Guarini ma poi, tra studio, attacchi di Arkonanti e visite all'Ephia non avevo trovato il tempo di dedicarmici pienamente. Ma ora avevo bisogno di una pausa. Una pausa da tutto.

Mi trovavo nel pieno di un'incalzante scena d'azione, quando improvvisamente una voce familiare risuonò nella mia testa, spezzando la magnifica sintonia che si era creata tra me e il libro.

"Davvero leggi libri del genere?" chiese la voce, che riconobbi immediatamente.

«Padma?!?» esclamai stupita, chiudendo immediatamente il libro e guardandomi intorno.

«Libriccina? Hai detto qualcosa?» mi chiese mamma dall'altra stanza.

"Idiopida! Cosa parli a voce alta? Non sono mica lì con te! Sono dentro alla tua testa!" disse ancora la voce.

Mi misi le mani nei capelli, improvvisamente preoccupata. Adesso sentivo le voci nella testa? E avevano persino il timbro di quella di Padma? Che mi stava succedendo...stavo forse impazzendo?

«Tutto bene?» chiese mamma sporgendosi nella mia stanza. Io annuii forzatamente, cercando di mostrarmi totalmente normale.

"Guarda che l'ha capito che c'è qualcosa che non va. Sei davvero pessima a mentire, davvero pessima." Disse ancora la voce di Pad.

Mamma spostò lo sguardo da me al libro chiuso ancora tra le mie mani. «Tutto bene? Hai bisogno di parlare?»

«No no, tutto a posto, davvero. È solo un momento difficile, nella storia intendo.»

Mamma annuì in modo grave, mi studiò un ultimo secondo, poi decise di lasciarmi ai miei problemi.

"Pensa che sia morto un personaggio a cui eri affezionata. Sei riuscita a scamparla questa volta, ma devi imparare a fare più attenzione!"

Mi massaggiai le tempie, nel tentativo di allontanare le voci dalla mia testa. "La vuoi finire di pensare di avermi inventata con la tua mente malata? Sono davvero io, Padma Wang! Mi trovo nella mia camera dell'Ephia! E adesso finiscila di crearti le tue convinzioni senza senso!"

"Aspetta, vuoi dire che... Ma come è possibile? Cioè, tu non sei qui..." chiesi - questa volta mentalmente.

"Ooh ma che visione ristretta che hai! Non è che solo perché non sono fisicamente lì insieme a te significa che non possa collegarmi con la tua mente! Per noi Ephuri non ci sono limitazioni nello spazio. Posso persino collegarmi con persone dall'altra parte del mondo, se voglio! E anche tu puoi in realtà!"

Giusto... come avevo fatto a non pensarci? Che "idiopida" che ero stata!

"Comunque, scusa per il disturbo, ora ti lascio al tuo stupido libro, fa come se non ti avessi mai parlensato."

CEREBRUM ~ La figlia dell'ingannoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora