In quel momento, mentre tutto sembrava essersi fermato, bloccato nel vuoto sotto di me, immobilizzato come una fotografia appena scattata apposta per immortalare quell'esatto surreale istante, non sentii niente.
Come se fosse tutto normale, come se fossi nata per compiere quel salto, per volteggiare a metri di distanza da terra come se essa non mi appartenesse. Forse era per questo che mi aveva sempre affascinato il parkour. Esso faceva parte della mia essenza, mi era sempre appartenuto, che io lo sapessi oppure no.
Perché camminare, se potevi saltare? Perché correre su un piano orizzontale, se potevi farlo su uno obliquo? Perché scendere le scale, se potevi saltarle con un solo balzo?
Per questo motivo, quando infine la distanza tra me e il pavimento dell'ingresso dell'aeroporto di Caselle si annullò, dopo essere atterrata con una graziosa capriola, senza neanche l'ombra di graffi o lividi, non ne fui per niente scioccata o stupita, non rimasi a bocca aperta incredula del salto appena compiuto, bensì non rallentai minimamente la mia corsa.
Avevo appena compiuto un salto mortale di diversi metri buttandomi giù dal parapetto in un aeroporto, e allora? Non dovevo perdere tempo non volevo interrompere per nulla al mondo quella vibrazione di adrenalina che mi attraversava tutto il corpo, rendendomi vigile a rapida come una preda in fuga. Una preda che non voleva essere acciuffata a nessun costo.
Incurante se Isidoro fosse dietro di me - anche perché sapevo che mi stava seguendo - spalancai le porte dell'edificio precipitandomi fuori.
Uno degli Autobus dell'aeroporto era in partenza in quel momento, così ne approfittai. Il secondo salto avvenne in modo naturale, esattamente come il primo.
Con la mano sinistra agguantai il bordo del pullman e con lo slancio del salto mi issai in su con le gambe, in un movimento sinuoso e fluido, che forse visto dall'esterno poteva ricordare quelli degli elfi nel Signore degli Anelli. In un attimo gli fui sopra. Mi chiesi se le persone all'interno dell'Autobus avessero visto una ragazza saltare sul tetto come se niente fosse... sarebbe stato divertente ma immaginai che Padma o qualcuno dall'Ephia avesse creato un'illusione o qualcosa del genere per confondere le menti dei Letargianti e permettermi di muovermi indisturbata.
Restare in equilibrio e ferma sul tetto dell'Autobus non si rivelò per niente semplice, soprattutto perché quest'ultimo stava aumentando di velocità. Grazie al cielo quella mattina avevo deciso di indossare delle pratiche scarpe da ginnastica al posto dei miei sandaletti striminziti...
Mi voltai indietro per vedere se Isidoro fosse uscito dall'aeroporto, e lo vidi lì, appena fuori dalle porte, una gamba leggermente davanti all'altra come se avesse appena interrotto la sua corsa, il petto ancora ansante e gli occhi vigili.
Aspettai che saltasse, che riprendesse a correre, che facesse qualche magia Ephura con i mens... Invece restò fermo al suo posto, fissando il mio Autobus che si allontanava. La distanza mi impediva di distinguere i suoi lineamenti e non riuscivo a percepire i mens da tutta quella distanza.
Cosa stava facendo? O meglio, cosa non stava facendo? Ero stata lì, a pochissima distanza da lui, aveva tutte le capacità di raggiungermi. Forse aveva in mente qualcosa. Voleva prendermi alla sprovvista, attirarmi in una trappola...
Vidi la sua ormai piccola figura rientrare camminando tranquillamente in aeroporto, ma, ancora incredula e confusa, tenni lo sguardo fisso su quel punto, fino a quando la strada svoltò e la visuale dell'ingresso dell'aeroporto fu coperta da altri edifici.
Di Isidoro neanche l'ombra.
Ero talmente concentrata su quel particolare da non rendermi conto che dietro di me c'era un segnale stradale. L'impatto fu violento ed improvviso, tanto che mi scaraventò via dalla mia postazione e se non mi fossi tenuta all'ultimo momento sul retro dell'autobus sarei rovinata a terra.
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CEREBRUM ~ La figlia dell'inganno
Fantasy{ REVISIONE IN CORSO } L'Erede di Arkon è tornato. Il mio signore vi distruggerà, uno dopo l'altro. Questa è la vostra fine. (Estratto dalla storia) *** Piccole e grandi stranezze irrompono gradualmente nella vita di Livia Ferri. Peccato che lei sia...