77.Tredici centimetri virgola sei più in là

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Non pensavo, non ragionavo, correvo soltanto, anche se sarebbe stato più corretto dire che pattinavo molto rapidamente. I protestanti erano diventati macchie rosse e gialle, si confondevano con bandiere e cartelloni, scie indistinte e confuse che si perdevano come fumo nella mia testa.

Non sapevo quante persone spintonavo e soprattutto quanti creativi insulti catalani mi venivano rivolti mentre, impetuosa come una frusta di vento improvvisa, mi precipitavo nell'inseguimento. Se prima ero stata timida e cauta nel cercare di non far male a nessuno, anche a costo di farmi separare dai miei amici, adesso non avevo intenzione di permettere a niente di ostacolarmi dal raggiungere quel ragazzo.

Già, R.R.R., il famoso Mecenate dei Perduti... un semplice ragazzo non molto più grande di noi! Chi l'avrebbe detto?!

Centinaia di domande senza risposta si susseguivano insistenti dentro di me: chi era veramente, e che cosa ci faceva lì? Era stata per una pura e assurda coincidenza che fosse andato a scontrarsi proprio su Yoyo, o c'era una ragione precisa? E soprattutto, per quale motivo stava correndo?

Sentivo una strana presenza negativa nei paraggi, ma era quasi sicuramente una semplice impressione dettata dall'ansia di trovare R.R.R., oppure era lui stesso, a determinarla.

Di una cosa però, ero quasi certa: voleva attirare la nostra attenzione. Che poi intendesse anche farsi raggiungere da noi era ancora da verificare.

"Ce l'avete ancora?" chiesi, lo sguardo fisso su un capo riccioluto poco avanti a me, ricevendo immediata risposta positiva. Con gli altri mi ero subito persa di vista, ma, a parte che era quasi impossibile mantenere il contatto correndo in mezzo a quella calca, in un certo senso era anche meglio, così ognuno di noi poteva infiltrarsi con maggiore facilità e magari sorprenderlo da lati diversi.

In men che non si dica, raggiunsi il ragazzo di spalle che intanto aveva rallentato la corsa per stare al passo con gli altri manifestanti. Quando lo girai verso di me prendendolo per il braccio però, mi trovai di fronte un viso sconosciuto, confuso e irritato, più in carne e leggermente più basso di come mi era sembrato R.R.R.

Borbottai un rapido «Pardona!», che probabilmente non fu nemmeno udito, poi mi guardai intorno confusa, rendendomi conto di aver seguito fino a quel momento la persona sbagliata. Quello era un protestante come tutti gli altri!

"Io no..." continuai, mordendomi il labbro inferiore in difficoltà.

"Sta andando verso Passeig de Gràcia!" mi comunicò subito Liss.

Grandioso, verso la zona più affollata!

Senza esitare, mi diressi spedita verso la famosa via, facendomi largo a fatica tra i vari protestanti. Per forza di cose, però, la mia andatura fu comunque rallentata da quella massa sempre più compatta e insistente.

«Som una naciò, nosaltres decidim! Som una naciò, nosaltres decidim

Le parole, ripetute a gran voce da ovunque intorno a me, di certo non mi erano d'aiuto. Questa volta, però, anzi che permettere che queste mi confondessero, mi ci affidai, acuendo il mio udito per riuscire a distinguere le singole bocche da cui esse uscivano. Se R.R.R. stava ancora correndo, di certo non avrebbe continuato a gridare il messaggio della protesta.

Separai il suono delle corde vocali da tutti gli altri presenti, e distinsi ogni singola voce, da quella più bassa a quella più acuta, da quella più sottile a quella più profonda, voci femminili e voci maschili, di giovani e di anziani. Percepii i sussurri appena accennati dei più timidi, i borbottii irritati degli sfortunati turisti di passaggio, e i silenzi di altri, molti di più di quanto mi fossi aspettata. Avevo dato per scontato che tutti, nessuno escluso, si fossero uniti a quel coro di protesta, ma era ovvio che non era così.

CEREBRUM ~ La figlia dell'ingannoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora