43.Spionaggio

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«Che facciamo, lo seguiamo?» sussurrai, consapevole che Isidoro non avrebbe comunque potuto sentirmi da tutta quella distanza.

"Zitta!" mi ammonirono Padma e Liss mentalmente. "Potrebbe sentirti!" Come non detto.

"Ma ho parlato piano!"

"E allora? Non sei mica l'unica Ephura al mondo con il cebrim del super-udito!" mi fece notare Liss. Giusto. Accidenti, non avevo ancora la mentalità di un'Ephura attiva. Comunque mi andò bene, perché proseguì tranquillamente il suo percorso, come se non avesse prestato ascolto.

Iniziammo a seguirlo, saltando sui tetti sopra le strade che intraprendeva lui, silenziose come gatti e invisibili come il vento, grazie all'illusione che avevano creato Padma e Liss. Nonostante già prima fossi soddisfatta di come si stesse svolgendo la prova, adesso ero emozionata che stesse finalmente succedendo qualcosa. Emozionata, ma anche un filino preoccupata di non rivelarmi all'altezza.

Isidoro rallentò e infine accostò davanti alla buia vetrina di un negozio abbandonato. Quando ci fermammo sul tetto del palazzo di fronte, vidi Liss e Pad scambiarsi uno sguardo, che sembrava un: "Dici che possa essere..." non potei ovviamente intuire che cosa pensassero potesse trattarsi, però le vidi farsi più attente.

Neanche un minuto dopo che l'Arkonante era arrivato, dal negozio uscì suo fratello, anche lui "in borghese" accompagnato da Segugio. Era ormai evidente che quella non era una semplice "caccia ai cervelli". Quei tre stavano tramando qualcosa.

«Ehi, Isi, ce ne hai messo di tempo ad arrivare! Che stavi combinando?» chiese Cosimo.

«Ah, niente di che, dovevo solo controllare che il prigioniero non sgarrasse. Ma a quanto pare per questa notte non aveva lavoro da fare. L'ho lasciato nelle mani degli altri nel caso in cui si addormentasse. Come procede la ricerca qui, invece?»

«Uno schifo» rispose secca la ragazza americana. «Siete sicuri di queste fonti?»

«Oh, santo cielo, Hannah, ti ho già ripetuto mille volte che non ci stiamo capendo niente nemmeno noi. Ad un certo punto sembra sia qui a Torino, poi sembra che sia in Sud Africa, poi in Norvegia e poi in Canada. Ma ogni tanto i segnali che Jiro riesce a captare riconducono qui.» Il tono di Cosimo era più che esasperato.

«Ma davvero siete convinti che quel ciccione abbia ancora la testa apposto dopo tutti quei calcoli binari completamente inutili e privi di senso? Io credo proprio che stiamo seguendo la pista di un pazzo! È stato inutile venire fino a qui!»

«Non sono affatto inutili e queste sono le uniche informazioni che abbiamo» ribatté Isidoro. «Ti abbiamo chiamata apposta, dopotutto se sei dotata nelle ricerche improbabili anche solo la metà di quello che abbiamo sentito, non dovrebbe essere un problema per te stanare R.R.R.!»

Sgranai gli occhi. R.R.R. Dove avevo già sentito quel nome? Diedi un'occhiata alle due Ephure vicino a me, però loro non avevano cambiato espressione.

Ma certo. Perché loro non conoscevano quel nome. Io invece sì. L'avevo sentito in sogno. Da Will.

R.R.R. è il mecenate dei perduti... Perfetto. Quella era la prova schiacciante che i miei sogni strani non erano semplici sogni strani.

Aguzzando la felivista notai che il negozio abbandonato da cui Hannah e Cosimo erano appena usciti si chiamava "Riparazioni Rottami da Rodolfo" evidentemente, viste le iniziali, avevano pensato che quel certo R.R.R. avesse potuto nascondersi lì o aver lasciato qualche segno. Ma perché lo cercavano? Chi era?

«Be' suppongo che vista l'imprevista difficoltà della missione dovrete aumentare la mia paga.» Sentenziò Hannah.

«Te lo scordi! È già tanto quello che abbiamo deciso di darti! Chi ti credi di essere?» ribatté subito piccato Cosimo.

CEREBRUM ~ La figlia dell'ingannoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora