33.Barriere

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Non trovando Ephuri attivi in giro nel Centro decisi di cercare nella Periferia. Volevo trovare chiunque avesse un Clypeus al fine di dargli una sbirciatina all'interno. Il Clypeus di Lauren mi aveva sconvolta e non poco, ma avevo cercato di riprendermi il prima possibile per andare avanti in quella disciplina e apprendere tutto il necessario riguardo ai Clypeus.

Dopotutto prima ero convinta che la chiave fosse provocare paura, ma spesso non era la sola emozione che poteva destabilizzare. Rivedere tutti i miei errori mi aveva turbato a tal punto che mi ero quasi dimenticata che tutto quello stava accadendo solo nella mia testa. Certo, avevo provato paura, anche se si era trattata più che altro di paura di affrontare i miei stessi errori.

Percorsi quasi tutta la zona dell'Ephia fino ad individuare le prime sagome nel campo davanti alla palestra di atletica. Il campo era circondato da una fila di alberi e un paio di panchine. Adesso era quasi del tutto spoglio, ma spesso, dalla stanza di Yoann l'avevo visto ornato di tutti gli strumenti per l'allenamento di parkour, quando gli Ephuri attivi lo usavano per allenarsi.

Spesso ero rimasta incantata a guardare i loro salti e le acrobazie spettacolari, immaginando il senso di libertà che provavano mentre li praticavano. Non vedevo l'ora di iniziare anch'io.

Prima di avvicinarmi troppo visualizzai la mia mente e chiusi bene la porta, per evitare che i miei pensieri giungessero troppo facilmente ad orecchie indiscrete.

Avevo un'ipotesi al riguardo. Quando facevo dei pensieri particolarmente intensi - o meglio, quando "urlavo i pensieri" come diceva Pad - la mia porta si apriva automaticamente facendoli giungere anche a chi non era volutamente in ascolto.

Adesso però, che finalmente avevo un controllo sulla mia porta potevo evitare questo inconveniente semplicemente concentrandomi nel tenerla sigillata. Certo, non era ancora come possedere un Clypeus, però era già qualcosa...

Avvicinandomi vidi che i due ragazzi che parlavano erano Ewan ed Elias. Sorrisi. In un certo senso avevo sperato che fossero loro, o almeno Elias. Ero curiosa di visitare il suo famoso Clypeus, per verificare se fosse davvero peggiore anche rispetto a quello di Lauren. Una cosa era certa, sarebbe sicuramente stata un'esperienza terribile, ma nonostante questo, mi emozionava... "Sì, sono proprio masochista!"

Probabilmente grazie alla mia porta chiusa e al mio passo felpato - che proprio felpato non era - i due Ephuri non si accorsero della mia presenza, o almeno non subito. Indossavano le tute rosse da Umanenti, segno che erano appena tornati da una missione, inoltre sembravano sudati come dopo una corsa e avevano anche qualche graffio.

Si fissavano tra loro senza proferire parola. Ci impiegai un attimo a comprendere che non erano impegnati in una sorta di gara di sguardi, ma stavano comunicando mentalmente, anche perché ad un certo punto Elias disse, con tono cupo: «Dici?»

Ewan annuì grave e probabilmente aggiunse qualcos'altro con il pensiero. Maledizione, che fastidio non poter sentire per intero la conversazione!

Era successo qualcosa di grave, sicuramente. Era deducibile sia dalle loro espressioni preoccupate che dallo stato in cui erano ridotti. Ewan ed Elias si vedevano raramente in giro, perché erano quasi sempre impegnati in missioni all'esterno, l'ultima volta che avevo visto il giovane Mindsmith era stato quando era venuta Yordanka, mentre il messicano da prima ancora.

«Lo so, però se ci pensi, a chi altro l'abbiamo detto che andavamo lì?» chiese Elias.

«Solo a loro,» rispose l'altro, finalmente a voce, «però qualcuno di quelli nuovi potrebbe averci sentiti...»

«Parlavamo mentalmente» ribatté l'altro. I due ripresero il loro colloquio mentale, di cui io potei contemplare solamente i mutamenti di espressione prima nell'uno e poi nell'altro.

CEREBRUM ~ La figlia dell'ingannoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora