Chi l'avrebbe mai detto che il test sarebbe stato così divertente? Saltare tra un palazzo e l'altro dopo mezzanotte passata era sorprendentemente entusiasmante. Avevo sempre ritenuto che una qualunque città potesse risaltare meglio alla luce del giorno, quando c'era la possibilità di distinguere più particolari e in genere vedere meglio.
Ma non avevo mai visto Torino di notte, o almeno non in quel modo. Per questo dovevo ringraziare i nuovi cebrim acquisiti in quei giorni. Il cebrim della felivista, ad esempio, era indispensabile per non andare a sbattere da qualche parte, con il cebrim dell'Immunità mi muovevo tranquillamente senza produrre neanche un goccio di sudore, con quello della vista super distinguevo tutti i particolari, anche a lunghe distanze.
C'era qualcosa di incantevole, nel muoversi come grilli salterini da una parte all'altra, mentre il mondo sotto e intorno a noi dormiva, le luci delle strade e delle case illuminavano tenuamente l'ambiente, e le stelle brillavano sopra le nostre teste - generalmente non se ne vedevano molte a Torino, ma non c'erano limitazioni ormai alla mia vista da Ephura, che mi permetteva di ammirare quel magnifico quanto raro spettacolo.
Per di più la mia nuova tenuta da Umanente era comoda in una maniera sconvolgente. Non aderiva del tutto al mio corpo, anzi, era parecchio larga, ma stretta al punto giusto dove necessario per non risultare scomoda, adeguatissima a qualunque tipo di movimento.
Qualche ora prima, quando l'avevo provata davanti allo specchio nella camera di Melissandra avevo avuto paura che potesse non essere adatta a me, perché generalmente i vestiti larghi non mi donavano molto, essendo io stessa particolarmente "larga". Infatti, quello che usciva fuori era un effetto veramente orribile; mentre alle persone magre i vestiti larghi conferivano un'elegante nonchalance, io sembravo sempre guadagnare una decina di chili in più.
Invece con la tuta da Umanente era diverso. Come se fosse stata cucita su mia misura, mi calzava a pennello. Un po' come tutto il resto del mondo degli Ephuri. In un certo senso sembrava che ogni cosa fosse perfetta per me, come se mi fosse sempre appartenuta.
«Quella di fissare incantata per ore il tuo riflesso allo specchio è una priorità indispensabile oppure si può anche rimandare a dopo il test?» domandò scocciata Liss. Mi accorsi solo in quel momento che mi stavo ancora guardando allo specchio, ancora incredula di quanto quella tuta mi stesse bene.
Era un modello semplice e sportivo, unisex, con le maniche larghe che si chiudevano strette al livello dei polsi e del bacino, dove si congiungeva con i pantaloni, stretti intorno all'addome, per poi allargarsi e restringersi nuovamente alle caviglie. Era di un rosso scuro intenso, un po' tendente al bordeaux, distribuito in maniera disomogenea, a tratti più scuro e a tratti più chiaro. Voltandomi indietro vidi sulla schiena il simbolo ad arco del Cerebrum, in tonalità di rosso molto più scuro.
Quel giorno, per essere più comoda, mi ero raccolta i capelli in una coda alta, la quale, liberandomi la fronte, mi metteva più in risalto gli occhi. Mi resi conto che ero proprio bella, bella perché stavo bene così, non solo con la tuta, ma come Ephura, perché quella che avevo sempre indossato era solo una maschera, mentre ora, riflessa nello specchio, vedevo la vera me.
«Che ne dici di una bella foto per commemorare il grande giorno?» chiese Yoann tirando fuori il suo telefonino. Non sarebbe venuta un gran che, ma tanto valeva, così annuii entusiasta.
«Oh ma per favore!» si lamentò sempre più scocciata Liss, mentre Padma, indifferente, accarezzava la sua gatta.
Yoann non sembrava troppo giù per il fatto che stessi per fare il test per diventare attiva senza di lui. Oppure era semplicemente un ottimo attore.
Ci divertimmo a fare un po' di foto idiote e pose buffe davanti allo specchio, emozionati per il fatto che quella notte sarei finalmente diventata un'Ephura attiva. Dopotutto era una specie di laurea, per certi versi!
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CEREBRUM ~ La figlia dell'inganno
Fantasy{ REVISIONE IN CORSO } L'Erede di Arkon è tornato. Il mio signore vi distruggerà, uno dopo l'altro. Questa è la vostra fine. (Estratto dalla storia) *** Piccole e grandi stranezze irrompono gradualmente nella vita di Livia Ferri. Peccato che lei sia...