Avevo ancora impresso negli occhi l'orrore della catastrofe, quando mi resi conto che i miei piedi poggiavano su un terreno sabbioso.
«Alcune leggende narrano che alcuni spiriti degli Antichi Eph sopravvissero e che si siano nascosti in luoghi remoti, di alcuni di questi è anche stata verificata l'esistenza. Ma solo uno di loro sopravvisse per davvero; lo stesso che ne aveva causato la fine.»
Con orrore, vidi la spuma del mare scontrarsi sulla spiaggia incolta in cui ci trovavamo, trasportando con sé il corpo di un Eph. Arkon arrancò fuori a fatica. Sembrava allo stremo delle forze, neanche l'ombra di quel che era stato prima. Sul suo capo ancora scintillava la corona verde, ma lui era un re senza patria. Un re che aveva sterminato la sua stessa gente.
Il ripugno che provai per quell'essere fu tale da azzerare la mia empatia; quando lo vidi piangere, e gridare al mondo un verso di acuta sofferenza che fece accartocciare le viscere della terra, non provai la benché minima pietà. Era un mostro.
«La situazione gli era totalmente sfuggita di mano» riprese Clara, osservando anche lei, con placido distacco, l'antico Re di Ephurias, «non avrebbe mai voluto essere la causa della fine del suo popolo, che amava più di ogni altra cosa, e venne dilaniato dai sensi di colpa. Tuttavia, non pose ancora fine alla sua vita, perché sentiva che il suo dovere verso il mondo non era ancora compiuto. Aveva un nuovo obiettivo.»
Osservai Arkon alzarsi in piedi e cominciare a marciare tra terre bianche di ghiacciai secolari, con una riscoperta determinazione a renderne stabile l'avanzata. «Era l'ultimo Eph sulla faccia della terra. Non desiderava nulla di più che ricreare la sua specie e fondare una nuova Ephurias, per rimediare a quel fatale errore. Tuttavia, ormai il distacco dalla sua stessa natura era un valico insormontabile, e il modo in cui si comportò ne fu la dimostrazione.»
Mentre i secoli gli si affaccendavano intorno rapidi, Arkon maneggiò luci e colori sconosciuti e tentò di creare forme paragonabili agli Eph, anche se ogni tentativo sembrava fallimentare. Lacrimò lava incandescente e ruggì il vento tagliente dei ghiacci, fino a quando, in una foresta, la sua attenzione fu attirata da una sorta di strana scimmietta che lo osservava con grandi occhi curiosi. In essi parve scorgere qualcosa, qualcosa che gli accese una scintilla.
«Non potendo creare una vita consenziente munita di Cerebrum solo ricavandola dai mens circostanti» continuò Clara, mentre con orrore vedevo la scimmietta tra le braccia di Arkon, che la portò via come un padre amorevole, «decise di sfruttare i geni di particolari scimmie che vivevano nelle terre che oggi rispondono al nome di Africa.»
«Aspetta, vorresti dire che...»
A rispondermi fu l'illusione stessa. Proprio come aveva maneggiato specie diverse prima della caduta di Ephurias creando forme abominevoli, la scimmietta prese a mutare e avanzare, mentre il mondo intorno scioglieva gradualmente i ghiacci che lo ammantavano. La scimmia iniziò ad afferrare sassi con il pollice opponibile, e intanto prese a perdere gradualmente il pelo a ogni passo avanti che compiva, accompagnata a breve distanza da Arkon. I sassi divennero acuminati, e furono sostituiti da fiaccole quando la scimmietta smise di usare le zampe anteriori per camminare. Il manto nero della notte fu sbiadito dai primi focolai attorno cui si raccoglievano quelle creature che scimmie più non erano.
«Innumerevoli furono i suoi tentativi, ma le specie che creava continuavano a essere imperfette, a preservare quella mancanza di equilibrio da lui stesso trasmessa.»
Equilibrio tra cosa? non potei fare a meno di chiedermi.
«Quando infine creò l'homo sapiens sapiens, comprese che non c'era più molto che potesse fare, perché più evolveva la specie che aveva creato, più questa si faceva violenta e autodistruttiva, andando contro tutto ciò in cui credeva.»
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CEREBRUM ~ La figlia dell'inganno
Fantasy{ REVISIONE IN CORSO } L'Erede di Arkon è tornato. Il mio signore vi distruggerà, uno dopo l'altro. Questa è la vostra fine. (Estratto dalla storia) *** Piccole e grandi stranezze irrompono gradualmente nella vita di Livia Ferri. Peccato che lei sia...