Il tempo volò senza che avessi la possibilità di seguirne il flusso, troppo catturata dall'allegria del mondo che mi circondava. Sentivo lo stomaco pesante per l'eccessiva quantità di fritole trangugiate, quei dolcetti tipici veneziani erano veramente deliziosi, anche se forse avevo un po' esagerato e adesso cominciavo a sentirmi stanca.
Come facevano tutti ad avere ancora tanta grinta e voglia di divertirsi? Le strade lungo il Canal Grande erano affollate di giocolieri, acrobati, circensi, cantanti, comici e di tutto e di più, circondati dalla folla di maschere che rideva, applaudiva, o semplicemente si muoveva in continuazione, mentre io avevo solo voglia di appisolarmi in un angolino a riposare.
Dopo la prima fase della festa, ovvero quella tranquilla durante la quale semplicemente si chiacchierava pacificamente, era incominciata la parte "divertente" - anche se a me così non sembrava - in cui lo spazio nel quale far baldoria si era espanso a tutte le strade intorno al Canal Grande, fino alla fine della coda del drago, ovvero a San Giorgio. Alcune maschere, infatti, erano salite su vaporetti, gondole e traghetti per dirigersi all'isolotto.
Invece io, stavo ancora cercando di orientarmi in tutto quel tripudio di colori e suoni, tentai di non farmi sovrastare dai sensi per evitare di svenire teatralmente in mezzo alla folla e aggiungere un nuovo traguardo negli svenimenti più imbarazzanti di tutta la mia vita.
Ormai avevo perso di vista i miei amici da un pezzo, ma visto che Lauren ci aveva detto di dividerci, non mi impegnai a cercarli. Mi sentivo però del tutto inutile ai fini del piano, anche perché non riuscivo più a trovare né il Cherubino né le Marie; sperai solo che gli altri fossero meno in difficoltà.
Ero trascinata dalla folla, tante maschere splendide, mille colori, le varie musiche di sottofondo, le voci, i canti; era tutto un unico insieme, un flusso che seguiva la direzione del Canal Grande sulle cui acque si riflettevano le luci circostanti. Era tutto splendido e allo stesso tempo terrificante, perché nonostante io ne facessi parte, questa volta non mi sentivo altro che trascinata, come una piuma in balia del vento, troppo debole e leggera per opporsi, nonostante tentassi inesorabilmente di sottrarmi alla monotonia e alla superficialità che permeava l'insieme.
Sentivo che lo spirito del Carnevale a cui solo poco prima mi ero sentita tanto vicina, stava sfumando nel caos che ben presto prese a intontirmi. Dalle porte delle menti che scorrevano ovunque intorno a me, percepivo emozioni diverse, tra cui divertimento e gioia, pensieri positivi e quant'altro. Però, questa volta tutti quei pensieri li sentivo lontani, discostati da me, tornando come erano sempre stati.
Avrei dovuto aspettarmelo che non sarebbe durato per sempre; l'incanto, infine, si era spezzato.
All'improvviso, però, mi resi conto della presenza, nelle vicinanze, di alcune porte da cui invece non traspariva alcuna emozione, o meglio, di cui non percepivo affatto l'esistenza.
Mi bloccai di colpo, una maschera che mi camminava dietro inciampò sulla mia gonna e mi insultò in dialetto veneziano, ma non l'ascoltai. Non percepire una porta, per noi Ephuri, poteva indicare soltanto una cosa: altri come noi nelle vicinanze.
Il mio sguardo si posò su un gruppo di maschere che andavano nella direzione contraria rispetto alle altre, nella sponda opposta del Canal Grande. Quelle che sembravano guidare il gruppo erano una Bauta e un Medico della Peste, due maschere tipiche che avevo visto molto spesso al negozio, tra le altre riuscii a malapena a individuare Pantalone, anche questa tradizionale, e poi altre tre di cui vidi vagamente i colori - una rossa, una nera e, l'altra, in sfumature di rosa e verde pastello - senza distinguere altri particolari.
Si muovevano a passo rapido, privi dell'aria baldanzosa che caratterizzava invece tutte le altre maschere e si guardavano freneticamente intorno come fossero alla ricerca di qualcuno. Cambiai immediatamente direzione per seguirli a distanza, ma in tal modo mi trovai tutta la folla contro, perché, inspiegabilmente, tutti andavano sempre nella stessa direzione, prima seguita anche da me.
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CEREBRUM ~ La figlia dell'inganno
Fantasy{ REVISIONE IN CORSO } L'Erede di Arkon è tornato. Il mio signore vi distruggerà, uno dopo l'altro. Questa è la vostra fine. (Estratto dalla storia) *** Piccole e grandi stranezze irrompono gradualmente nella vita di Livia Ferri. Peccato che lei sia...