56. IL FUOCO SACRO

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MELISSA

Nell'istante in cui mi ritrovai all'interno del tronco, l'intenso odore di terra bagnata, di muschio e fiori mi riempì le narici, talmente tanto da stordirmi. Onde di calore si espandevano sino agli angoli più remoti del mio corpo e delle vibrazioni mi solleticavano la pelle. Anche i battiti del mio cuore erano cambiati, facendosi più frenetici.

Potevo dare la colpa alla particolare situazione in cui mi trovavo, alla straordinaria occasione di poter entrare dentro un tronco di un albero, oppure alle intense emozioni che quel tunnel pieno di luce calda e avvolgente mi suscitavano, ma non ero del tutto certa, perché mi bastò posare gli occhi sulla mia mano, stretta a quella di Marcus, per capire che ciò che mi stava succedendo andava al di là di qualsiasi comprensione o spiegazione.

Dentro di me stava succedendo qualcosa di inspiegabile, qualcosa che avevo già visto accadere dentro lo spogliatoio della boutique "The Rose": una sorta di sostanza mi scorreva sottopelle, come un fluido simile al sangue, ma del colore dell'oro.

Davanti ai miei occhi comparve il ricordo dell'immagine del mio clone trasformata in una spaventosa creatura dagli occhi dorati e dalla pelle intrisa di luce. Rabbrividii.

L'idea che Marcus potesse vedermi come il mostro che probabilmente ero, mi fece vergognare da morire. Probabilmente era infantile o stupido, ma non volevo che proprio lui mi vedesse in quel modo.

<<Mel, va tutto bene.>> Mi rassicurò Marcus, piazzandosi di fronte a me con tutta la sua imponente altezza. <<Non avere paura, è il Fuoco Sacro.>> mi spiegò. <<Sta succedendo anche a me, vedi?>> Sollevò la mano, quella libera, in modo che potessi osservarla meglio e notai che sotto la sua pelle, all'interno di una ramificazione di vene, gli scorreva lo stesso strano liquido dorato.

Avevo come la sensazione di essere precipitata in una dimensione surreale. Sentivo i battiti del cuore martellarmi nelle orecchie e faticavo a trovare una spiegazione accettabile in presenza o meno della magia.

Confusa, osservavo la sua mano che stava cominciando a mutare. Adesso il liquido fluiva molto più lentamente, pulsando come fosse dotato di vita propria, sino a quando, la luce che emanava, si affievolì sino a scomparire del tutto.
La sua mano era tornata normale.

<<Ma come... >> Le parole mi morirono in gola per lo shock. Nella mia testa si agitavano così tante domande che non riuscivo nemmeno a metterle in ordine.

<<Possiamo controllarlo se ci concentriamo abbastanza sulle nostre emozioni.>> Disse, abbassando la mano. <<È tutta questione di pratica.>>

Sollevai la testa e lo guardai in faccia. I suoi occhi, di un blu intenso, come fossero due pietre preziose, rendevano il suo viso ancora più bello, irreale. Mi si spezzò il respiro.

Per la milionesima volta mi ritrovai a pensare che li trovavo troppo familiari e in qualche modo confortanti. Avevano uno strano effetto su di me, piacevole, come se li conoscessi da sempre.

Mi osservavano dubbiosi e riflettevano le mie stesse emozioni, le paure, le mie più intime sfumature emotive. Non avevo idea di come potesse essere possibile, ma lo sentivo e lo sapevo.

L'intensità con cui lui ricambiava il mio sguardo mi fece arrossire, sentivo la mia faccia andare a fuoco e pensieri peccaminosi invasero la mia mente.

Dischiusi le labbra e vidi i suoi occhi accendersi di una luce diversa, più intensa. Sembravano ardere come due fuochi alimentati da benzina.

<<Mel...>> Sussurrò il mio nome con voce rotta. Come se farlo gli stesse procurando un certo dolore. Dentro di me montò un sentimento potente, selvaggio.

Fu in quel momento che la mia mente mi mostrò qualcosa di assurdamente inconcepibile: dei ricordi di noi, ricordi di cui non sapevo nemmeno di avere.

Mi sentii come se avessi perso il controllo sulla realtà, mentre un dolore acuto e costante al petto, soffocante, mi toglieva il respiro.

Era tutto troppo intenso: Nostalgia, senso di perdita, tradimento, amore e incredulità mi confusero, disarmarono e inevitabilmente arrivarono le lacrime. Mi sgorgavano dagli occhi senza riuscirle a fermare.
Sarei voluta sprofondare sotto terra, scomparire per sempre sapendo che Marcus mi stava vedendo in lacrime senza un motivo apparente. Ai suoi occhi dovevo apparirgli come una stupida ragazzina che piangeva per ogni cosa.

Sentii la sua mano, stretta alla mia, tremare e allentai la presa delle dita per mollare la sua, ma lui non me lo permise aumentando la pressione.

<<No... non farlo.>> Disse a denti stretti, come se stesse tentando di trattenere un certo sforzo. <<Potresti perderti.>>

Lo sentii sospirare debolmente e attraverso i miei occhi, resi sfocati dalle lacrime, lo vidi serrare i suoi.
<<Dobbiamo andarcene da qui e subito.>> Esordì pochi minuti dopo, aprendo gli occhi. Adesso la sua voce era cambiata, sembrava più dura, controllata. <<Non è... prudente.>>

Con la mano libera mi strofinai un occhio e poi l'altro, cancellando ogni traccia di quelle lacrime e sforzandomi di ricacciarle indietro. Marcus mi voltò le spalle e mi trascinò via con se, all'interno del tunnel di luce.

Avanzai di qualche passo e poi ad un tratto mi ritrovai in un bosco circondata da quelli che mi sembrarono Betulle. Marcus continuava a trascinarmi, a passo spedito, lungo un percorso erboso senza proferire alcuna parola.

I ricordi che avevo di lui, impressi ormai nella mente, mi davano accesso a pezzi del nostro passato da rendendolo presente. Un'esperienza diretta nella quale avevo la consapevolezza di conoscere molte sfumature del suo carattere, della sua personalità e del suo amore per me. Un amore potente, travolgente e reso impossibile per colpa di mia madre.

Adesso lo sapevo e faceva male da morire.
Lei mi aveva tradito, mentito e ingannato nel peggiore dei modi e non solo lei, tutta la mia famiglia lo aveva fatto. Come potevo trovare la forza di perdonarli? Come potevo affrontare la situazione con Marcus sapendo che c'erano ancora così tante cose da capire o da ricordare? Che ruolo avevamo in questa guerra secolare di cui mia madre mi aveva solo accennato in quella dannata lettera?
Desideravo poter avere il tempo di riflettere, mettere in ordine i pensieri e fare chiarezza dentro di me, prima di affrontare Marcus e la mia famiglia o qualsiasi altra cosa avrei dovuto affrontare, ma avevo il sospetto di non avere tutto questo tempo.
Alzai lo sguardo verso il sentiero erboso che stavamo percorrendo e poco più in là intravidi delle persone davanti le mura della casa di Marcus.
Lui si fermò prima di voltarsi a guardarmi.

<<Adesso, vorrei che tu ti fidassi di me.>>
<<Cosa succede?>> Gli chiesi allarmata.

I lineamenti del suo viso si addolcirono mentre col dorso della sua mano mi sfiorò dolcemente il viso. <<Abbiamo visite, ma ho il sospetto che non siano buone.>>

Abbassò il braccio ed io guardai oltre le sue spalle larghe. Una donna, seguita da tre ragazzi, stava avanzando nella nostra direzione. Tornai a guardare Marcus turbata.
<<Puoi farlo?>> Chiese speranzoso, attendendo una mia risposta.
Non avevo idea di cosa gli stesse passando per la testa in quel momento né se potessi concedergli la fiducia che chiedeva, tuttavia sapevo di non avere molte alternative, così abbassai gli occhi e annuì leggermente.
<<Non mi basta.>> Disse con un timbro di voce basso che mi spinse a guardarlo di nuovo negli occhi. Il suo sguardo serio, troppo serio, mi allarmò. <<Ho bisogno di sentirtelo dire.>>

Abbassai di nuovo lo sguardo incapace di sostenere il suo troppo intenso. <<Si, posso farlo.>> Lo accontentai.

Mi poggiò un dito sotto il mento e quel contatto mi fece rabbrividire, poi mi sollevò il viso, costringendomi a fissarlo di nuovo negli occhi. <<Ho bisogno di sapere che tu ci creda davvero.>> Il tono profondo della sua voce e il modo in cui mi guardava mi fece scoppiare il cuore. Milioni di farfalle si agitarono dentro lo stomaco. Aveva la capacità di stregarmi. <<Adesso per favore, dillo con più convinzione.>>

Scrutai nel profondo dei suoi occhi blu, un oceano infinito di speranza e amore, ed ad un tratto lì, ritrovai la mia ancora di salvezza, il mio rifugio sicuro. Pace e quiete. Ed era lì che volevo restare.

<<Si, posso farlo... Mi fido di te.>>
E questa volta ne ero davvero sicura.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 24 ⏰

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