10. LA SFORTUNA DI ESSERE QUELLA NUOVA

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MELISSA

Attaccata alla porta, su una targhetta in ottone dorata, c'era inciso: "Principal Mr. Jason Collins".

La porta si aprì quasi subito e un uomo dai capelli ricci, ben ordinati, ci accolse cordialmente e dopo le presentazioni ci fece accomodare sulle due poltrone in pelle marrone.

La stanza era piccola, ma riusciva a contenere un po' di tutto.

Una parete era occupata da una massiccia libreria riempita da svariati libri, sull'altra parete, invece, sopra a delle mensole c'erano trofei con incise le date degli anni precedenti e a destra fotografie di gruppi di ragazzi in tenuta sportiva. Sotto alle mensole, dei diplomi erano incorniciati da una sottile cornice dorata.
Al di sopra di tutto, una fila di altre fotografie in bianco e nero immortalavano ritratti di ragazzi e ragazze d'altri tempi.

Il preside si schiarì la voce e mi sentii colpire alla gamba. Mi ci volle un certo sforzo per distogliere lo sguardo e vedere che l'attenzione del preside era rivolta tutta su di me.

Da dietro una robusta scrivania in legno scuro occupata da oggetti di cancelleria, da un PC e da un telefono dai mille tasti, il preside mi osservava accigliato.
<<Se ho capito bene vieni dall'Italia.>> Per come l'aveva detto non capii se fosse una domanda o un'esclamazione quindi mi limitai ad annuire.

<<Come mai ha deciso di completare gli studi qui a Honor Lake?>> Tirò fuori da un cassetto della scrivania un plico e il mio curriculum scolastico che avevo riconosciuto dall'impostazione e dalla fototessera attaccata nell'angolo a sinistra.

La domanda mi spiazzò. Non sapevo bene come rispondere, forse avrei potuto semplicemente dire la verità, ammettendo che avevo in qualche modo ucciso mia madre e che mio padre aveva pensato bene di spedirmi in America per togliersi dai piedi un peso inutile come me, oppure mentire dicendo che volevo perfezionare la lingua straniera.

Qualunque risposta sarebbe stata comunque superflua, perciò abbassai gli occhi e strinsi le mani sopra i jeans.
Kate accavallò le gambe con un eleganza che solo lei possedeva e si sporse leggermente in avanti.

<<Mia cugina ha avuto un lutto in famiglia.>> esordì al posto mio, togliendomi dall'imbarazzo. <<E suo padre per via del suo lavoro non poteva seguirla come avrebbe voluto.>> Continuò determinata. <<Mi sono offerta di ospitarla per qualche mese anche in virtù del fatto che le servirà per migliorare il suo inglese.>>

Il preside annuì comprensivo. <<Capisco.>> Si limitò a rispondere. <<Beh, spero che si troverà bene qui da noi.>> Disse mentre accigliato dava una sbirciata al mio curriculum.
<<Qui è molto diverso dalla scuola a cui sei abituata, ma ho visto che sei riuscita a passare i test, inoltre hai un curriculum accettabile e sicuramente non avrai alcun problema in questa scuola.>>

Mi sorrise, mentre io stavo ancora cercando di tradurre nella mia testa le poche parole familiari.

<<Questa è la tua copia del regolamento scolastico.>> Posò il mio curriculum sulla scrivania e mi porse un dépliant. <<Ti invito a leggerlo scrupolosamente. Questa è una scuola molto seria e chiunque non rispetti le regole verrà ammonito come è giusto che sia.>>

Presi il plico senza capire ciò che aveva detto e diedi una sbirciata alla prima pagina: "MESSAGE TO STUDENTS AND PARENTS" era stampato a caratteri cubitali sotto l'intestazione della scuola.

<<Non credo che Melissa creerà problemi.>> replicò Kate con prontezza.

Il preside congiunse le mani incrociando le dita. <<Dopo l'ultimo elemento che ci ha portato non ne sarei così sicuro.>>

Prescelta - Il Risveglio (In stesura)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora