12_Errore imperdonabile

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Sai quando puoi capire di trovarti nel posto sbagliato, al momento sbagliato?

Quando lo vedi marciare con i pugni stretti, lo sgaurdo fisso e non lascia traspirare alcuna emozione.
<Kerem, aspetta. Possiamo parlarne almeno> una ragazza dai capelli biondi e lo sgaurdo perso, continua a correre dietro di lui. La riconosco quasi subito: Engerek Kuchuk; è impossibile dimenticare il suo viso, non dimentico mai chi mi tratta come spazzatura. <Kerem, ti prego.> sono immobile, aspettando che qualcuno mi dica cosa fare. È incredibile come tutt'un tratto, si possa sentire così tanto il peso del tempo che scorre lentamente.

Indietreggio quando capisco che è diretto verso di me, i suoi passi sono pesanti e calcolati nella mia direzione. Le gambe, inspiegabilmente, mi tremano, i suoi occhi sono buttati dentro di me. Scuoto piano il viso. La ragazza lo richiama. È vicinissimo. Sento i battiti del mio cuore accelerare e l'anima scapparmi dalle pupille appena le sue mani stringono piano le mie braccia per tirarmi a sé <Niente domande> infila le dita fra i miei capelli e si lancia a capofitto sulla  mia bocca. Tutto il resto si spegne.

Non penso a niente

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Non penso a niente. Solo alle sue mani che mi tengono stretta e al suo profumo che mi spinge a lui. Distinguere ciò che mi circonda, è diventato impossibile — non sento più freddo, né i commenti della mia famiglia o qualsiasi altro rumore che non sia l'attimo stesso.

Quando si stacca e apro gli occhi, non è ancora cambiato nulla: lui è qui, e lo è anche Engerek, piantata sul posto con le braccia che le penzolano lungo i fianchi, priva di vita. <Kerem...> sussurra sfinita. Guarda anche me, annuisce, guarda la mia famiglia, guarda Kerem, guarda l'asfalto...guarda tutto quello che la circonda come se le stesse cadendo addosso, poi, con le lacrime che le rigano il volto, scappa via.

Vengo richiamata da Jo, che si schiarisce la voce. Ripunto agli occhi freddi di Kerem, ho il respiro pesante e se sono in piedi, è solo perché ancora mi sorregge. La voce tremante di mia madre, mi spezza in due, eppure non riesco a dire nulla. È come se ogni parola mi si fosse bloccata in gola.

Velocemente mi prende per un braccio avvicinandimi a sé <Ti spiego dopo.> sussurra. Provo a liberarmi dalla sua presa forte ma risulta impossibile <Spero che non sia un problema per voi, la porto con me.> nessuno osa rispondere. E mentre il silenzio diventa padrone, io sono costretta a seguirlo fino alla sua macchina.

Quando siamo solo io e lui, comincio ad agitarmi, come ogni volta che sento di non sapere che altro fare <Lasciami subito.> ringhio a voce bassa. <Sei un uomo insensibile. Ma sei impazzito?> ci mettiamo l'uno di fronte all'altra. Non ho alcuna intenzione di accontentarlo ancora <Ti sembra normale? Le hai spezzato il cuore, l'hai umiliata. E poi? Poi mi hai baciata davanti a tutti come se fosse normale.>

<Ascoltami bene: Se sarai la mia fidanzata, non dovrai più parlarmi così.>

<Io non sarò mai la tua fidanzata. Tu non mi piaci.> per un attimo, sembra restare di pietra.

<Entra in macchina, ti porto in un posto, dobbiamo parlare>

<No. Non abbiamo proprio nulla di cui parlare>

<Ah no?> estrae il suo cellulare mostrandomi lo schermo luminoso <Allora guarda qui.> "Nuovo amore in vista per il milionario Kerem Bürsin." È l'unica parte che riesco a leggere prima che me lo sottragga per riposarlo in tasca.

<Ma...che significa?>

<Per il mondo, tu sei la mia fidanzata. E non provare a prendertela con me, perché se non ti fossi avvicinata al bar, come ti avevo detto, non saremmo qui.>

<Cosa?> Sono esterrefatta.

<Senti, non farne un dramma, ma neanche tu mi piaci. Hai fatto uno sbaglio e ti assumi le tue responsabilità. A me serve una donna, tu sei una donna. Dovrai solo fingere davanti alle telecamere e in pubblico per un mese, in cambio leggerò il tuo libro e lo pubblicherò subito dopo.>

<Sbaglio, o mi hai appena fatto una proposta indecente?>

<Ci guadagneremo entrambi. Io farò felice mio padre e tu realizzerai il tuo sogno. Cosa potresti volere di più?> la sua aria arrogante e presuntuosa, non mi mette tranquillità.

<Smettila di assillarmi.> Infuriata, lo spintono lontano da me. <Io non voglio avere nulla a che fare con te> il mio tono deciso è quasi sorprendente <Non avvicinarti mai più a me.> Urlo, e faccio per spintonarlo di nuovo. Ma riesce a fermarmi, mi afferra per i polsi e mi spinge contro la portiera della sua macchina nera. Il suo viso è ad un millimetro dal mio, e all'improvviso, mi accorgo di avere il respiro pesante. Voglio gridargli di andare via, di lasciarmi libera, di chiedere ad un'altra di essere la sua finta fidanzata. Voglio avere la forza di distruggere i suoi sogni come lui ha fatto con me. Ma non ci riesco. Non riesco a fare neanche un passo, sono come ipnotizzata dai suoi occhi chiari che scrutano ogni centimetro del mio volto soffermandosi sulla bocca.

<Ti odio allo stesso modo, Evren Yilmaz, ma sei stata tu a cominciare, e adesso, tocca a te sistemare tutto.>

Mi alzo sulla punta dei piedi così che possa prendermi seriamente <Te lo ripeto ancora una volta: io non sarò la tua finta fidanzata. Lasciami fuori dai tuoi stupidi giochi.>

<Lo farò.> si ferma fissando i miei occhi. Tutto di me trema. <Fra un mese.> sentenzia. Sbuffo. Ma perché tutto a me? <Ti do un consiglio: vai a casa, pensaci. Ci vediamo domani mattina alle 8:00, nel mio ufficio. E questa volta, non fare di testa tua. Lo hai visto anche tu in che condizione ci hai messo.> allenta la presa subito dopo, ma quando si allontana da me, mi sento quasi vuota e per ristabilire il respiro ce ne vuole.

<Scordatelo!> dico appena spalanca la portiera <Tanto non verrò mai, Kerem Bürsin.> mi sorride con aria da furbo e senza aggiungere altro, entra in auto.

 ➳𝑰𝒎𝒑𝒐𝒔𝒔𝒊𝒃𝒍𝒆[ᵁᶰ ᵃᵐᵒʳᵉ ˢᵗᵃᵐᵖᵃᵗᵒ ˢᵘˡˡᵃ ᵖᵉˡˡᵉ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora