...Giorno nove...
Con la scusa del lavoro, la situazione con Kerem sembra essere nettamente migliorata. Pur venendomi contro, questa mattina ha insistito per accompagnarmi al lavoro, ha inoltre precisato che sarà così ogni giorno. Se non altro, riusciamo a parlare senza litigare. Le ore trascorrono più velocemente quando non si perde tempo in discussioni inutili.
Grazie alla sua idea, ho potuto constatare l'ottimo lavoro di Karola. Sapevo di aver lasciato lo studio in buone mani, ma esserne certa al cento per cento mi fa stare meglio.
Vengo sorpresa dalla visita inaspettata di Chris. Era da un po' che non lo vedevo. Solo adesso mi rendo conto che ha lo stesso portamento fiero di Kerem — d'altra parte sono cugini, hanno lo stesso sangue.
<È bello averti ancora qui. Sono felice che abbia scelto di lasciarti un posto>, mi dice mentre occupa la sedia al mio fianco.<Sono felice anch'io>, gli rispondo guardando nella direzione di Kerem. Lo becco ad osservarci prima di riconcentrarsi sul lavoro. Se non fossi certa della sua insensibilità, oserei dire che possa avere degli atteggiamenti di chi è leggermente geloso.
<A volte, mi vien da pensare che voi due siate fatti per stare assieme. Non lo vedevo così sereno da...secoli, cazzo!> mi giro sgranando gli occhi <Ho detto qualcosa di sbagliato?>
<No. Assolutamente...> il problema è che mi piacerebbe davvero poter essere la ragione del suo buon uomore. Ad allontanarmi da lui, da ciò che dice e dai miei pensieri, è il suono del cellulare. È mia madre. Non avessi mai risposto: parte immediatamente con una delle sue ramanzina. In meno di un minuto mi ricorda che esiste anche lei e che da quando mi sono impegnata con Kerem non trovo più il tempo per gli altri. A casa ci sono anche Jo e mia cugina, le sento litigare, il che non mi stupisce affatto. Morale della favola? Mi obbliga a cenare con loro, per di più è invitato anche Kerem. Ho provato a declinare l'offerta dicendole che non abbiamo ancora finito di lavorare, ma non è stato sufficiente.
Sbuffo perché non so come dirglielo e già immagino la sua faccia quando dovrò costringerlo a venire con me. Vorrei poter restare ferma, così da non rischiare, ma a darmi il coraggio di mettermi in piedi, è la figura slanciata di Engerek che si dirige nell'ufficio del mio fidanzato. Andrebbe anche bene, se solo il suo vestito non fosse così tanto provocante.
<Va tutto bene?> mi chiede Chris. È rimasto in silenzio così a lungo, che per poco me ne dimenticavo.<Si. Si, certo> riguardo i due, poi lui <Devo andare.> non gli lascio il tempo neanche per salutarmi. Con passo spedito raggiungo il loro spazio e senza bussare alla porta, vado dietro la sedia di Kerem posando le mie mani sulle sue spalle larghe <Ciao, amore>
<Ciao...> nel suo tono di voce c'è una certa insicurezza. Sono certa che avermi dietro di sé, non gli permette di avere il controllo, cosa che lo infastidisce particolarmente. <È successo qualcosa?>
STAI LEGGENDO
➳𝑰𝒎𝒑𝒐𝒔𝒔𝒊𝒃𝒍𝒆[ᵁᶰ ᵃᵐᵒʳᵉ ˢᵗᵃᵐᵖᵃᵗᵒ ˢᵘˡˡᵃ ᵖᵉˡˡᵉ]
FanfictionThat way - Tate McRae Il posto sbagliato al momento sbagliato Evren Yilmaz, una ragazza che fin da piccola ha sempre amato sognare, vivere in un mondo tutto suo e vedere la vita con occhi completamente diversi dagli altri. È una ragazza semplice, un...