42.A pezzi

383 27 5
                                    

Gli occhi mi si riempiono di lacrime, non riesco a distinguere niente, né il suo volto, né i rumori, né tutto quello che mi circonda. Più lo guardo, più lo vedo distante. Sento di star sprofondando, ogni attimo che passa qualcosa in me si fa più pesante. Sento di aver nuotato troppo e non ho più forze per restare a galla.

Cerco i suoi occhi chiari con l'unica speranza di poterci leggere che è solo uno scherzo, ma ciò non avviene. Questa è la realtà. Questa è la verità con la quale dovrò fare i conti.

Scuoto la testa, incredula, e con un filo di voce, tanto duro da farmi male, mi richiede di andare via.

Presa dalla rabbia, con un gesto veloce, levo l'anello lanciandolo senza alcuna cura verso i suoi piedi e l'unica cosa che riesco a dire prima di girarmi e lasciarmi dietro tutto quello che pensavo sarebbe diventato il mio futuro, è: "Ti odio, Kerem Bürsin. Fidati, non mi vedrai mai più. MAI".

Tutti i passi che eseguo per dirigermi verso l'uscita mi straziano secondo dopo secondo. Lasciare la persona che più amo al mondo, dietro le mie spalle, mi disintegra.

Non dovevo aprire il mio cuore.
Non dovevo permettergli di sfiorarmi l'anima.
Non dovevo neanche avvicinarmi al suo regno di ghiaccio. Ho scambiato la sua gentilezza per amore e ci sono rimasta dentro.

Non appena sono fuori, con la schiena alla porta e un'aria piuttosto affranta, stringo i pugni, chiudo gli occhi, respiro e come se fossi in un film mi catapulto nel mio letto, fra il silenzio e il buio della stanza, fra i pensieri e le sue parole che ancora mi rimbombano in testa. Qualcosa non è andata come speravo, ma non riesco più a reagire.

Mia mamma si è avvicinata alla porta più di tre volte con tre piatti diversi che non mangerò prima di domani. Ho troppo dolore dentro e quasi non riesco a respirare. Quando una persona a cui tieni tanto, si allontana, il resto del Mondo sembra non darti più alcuna soddisfazione.

<<Evren...>> la voce dolce di Jo mi fa sbarrare gli occhi. È fuori. Non la vedo ma sono certa che abbia la testa appoggiata alla porta in legno. Il tono in cui dice il mio nome è così basso che quasi fatico a sentirla. <<Evren, mi spieghi cos'è successo? Sei chiusa qui dentro da un'ora. Non hai neanche mangiato. Tua mamma non riesce a stare tranquilla e...sinceramente, neanche io.>> prendo un bel respiro stringendo le lenzuola al petto. Ho superato un attacco di panico, da sola. Ho superato i miei pensieri, da sola. Vorrei rassicurarla, dirle che va tutto bene...ma non ci riesco. La più piccola delle parole potrebbe farmi crollare. <<Evren, ti prego, apri questa porta>> ordina debolmente provando a buttare giù la maniglia col chiaro intento di voler entrare. <<Questo silenzio non mi piace. Cosa stai nascondendo? Perché non ci parli? Dov'è finito il tuo sorriso? Dov'è la mia Evren la combina guai? Eh?>> una lacrima scivola velocemente accarezzandomi il viso rosso, dolorante, quasi rotto. E sbuffo. E mi metto in piedi. E raggiungo lo specchio. E mi fisso. E vedo i miei occhi stanchi e ripenso alle sue parole...e mi avvicino alla porta che spalanco trovandomi Jo esattamente di fronte con un'aria sconsolata e che non le dona per niente. E lei trova me, a brandelli...

<<Jo...>> bisbiglio con voce tremante

<<Sta zitta!>> mi tira fra le sue braccia. Mi stringe forte a sé <<Non sei sola. Hai capito? Io sono dalla tua parte, devi solo liberarti...>>

 ➳𝑰𝒎𝒑𝒐𝒔𝒔𝒊𝒃𝒍𝒆[ᵁᶰ ᵃᵐᵒʳᵉ ˢᵗᵃᵐᵖᵃᵗᵒ ˢᵘˡˡᵃ ᵖᵉˡˡᵉ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora