È chiaro che la mia vicinanza non è tra le cose che preferisce.
Una volta uscita dal suo ufficio chiamo Jo chiedendole un passaggio a casa. Ovviamente accetta, non le racconto di niente perché conoscendomi finirei per dirle che si tratta di una messa in scena e finirebbe male — malissimo. Mi dirigo all'esterno dove vengo richiamata da Arslan, con un gesto veloce della mano. Di Engerek non c'è traccia e di certo sapere che è rientrata per tenere compagnia a Kerem, non mi stupirebbe. Perché lei può restargli al fianco? Vorrei soltanto buttarmi sul letto e mangiare fino a non poterne più. Kerem non ha un cuore: Il suo migliore amico è venuto qui solo per stare con lui e lui che fa? Lo manda dalla sua assistente per fargli prendere un appuntamento?! È incredibile.
<Mi scuso per quello che è successo prima...> mi sembra il minimo. So che l'orgoglio di Kerem non gli permetterebbe mai di scusarsi, quindi ci penso io.
<Sta tranquilla. Sapevo che non si sarebbe lasciato avvicinare con così tanta facilità!> non capisco come faccia ad accettarlo <Spero almeno che con te sia stato più gentile>
<Se per gentile intendi che mi abbia chiesto di restargli lontano senza obbligarmi a prendere un appuntamento, allora si...gentilissimo!>
<Non è cambiato per niente. Ogni volta che si sente minacciato o perde il controllo di qualcosa, va fuori di testa.> nei circa dieci minuti successivi cerca di rassicurarmi, prende le difese di Kerem ed esterna quello che secondo lui dovrebbe provare a dirmi il mio fidanzato. Parlare con Arslan è terapeutico. Dice tutto quello che ogni donna vorrebbe sentirsi dire! Sembra che sappia leggere fra le righe e soprattutto fra i silenzi...
Quando sopraggiunge Jo, lo vedo perdere un po' della sua forza. Si sistema i capelli e la giacca nera con fare più che impacciato.
<Sta venendo da questa parte?> mi chiede fra i denti senza mai levarle lo sgaurdo da dosso.<Si> rispondo corrugando la fronte <È la mia migliore amica. Si chiama Jo>
<Jo di Josephine?> mi fa ridere. Ha un modo molto strano di studiare la camminata lenta della mia amica. Dai suoi occhi, pare che non abbia mai visto qualcosa di più affascinante.
<Ma buongiorno, Josephine!> dice lui appena mi si avvicina di più.<Si. Buongiorno a te.> risponde con tono freddo e distaccato. Con gli uomini ha sempre una certa diffidenza che mi lascia interdetta <Allora, Evren. Andiamo?> anche se parla con me, butta occhiate verso il sorriso a trentadue denti di Arslan. È così buffo. Mi chiedo come Jo riesca a non sorridere.
<Andiamo!> annuisce e prende terreno a passo spedito verso la macchina nera <Arslan!> non mi sente <Arslan! No. Non guardala in questo modo e leva quel sorriso. Se vuoi piacerle, nessun fiore o smancerie del genere.>
<Mi ha guardato? Ti sembrava interessata?>
Scuoto la testa, rido e vado via lasciandolo da solo a contemplare qualcosa che non avrà mai. O almeno: mai con facilità.Le ore successive le trascorro da sola. Resto in casa di Kerem per pulire le stanze, controllare le ferite di Crux e disegnare. Da quando sono ad Istanbul, la mia vita sembra essersi piegata, per non parlare di quando sono costretta a rimanere da sola per non spifferare la verità. Se prendo il cellulare è solo per scrivere a Karola di mandarmi aggiornamenti sullo studio che ho lasciato nelle sue mani per un po'.
Il tempo passa veloce e dal nulla finisce un'altra giornata: il cielo è di nuovo scuro, le stelle in alto e la luna piena. Ho preparato la cena. So di poterla lasciare qui e aspettare che se ne renda conto da solo, ma non ci riesco. Con passo felpato raggiungo la terrazza. L'ho visto mentre si dirigeva in questa direzione qualche minuto fa. La cosa che mi risulta strana, è vederlo seduto mentre accarezza il cane. È così tranquillo che quasi mi dispiace dover spezzare quest'atmosfera serena.
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➳𝑰𝒎𝒑𝒐𝒔𝒔𝒊𝒃𝒍𝒆[ᵁᶰ ᵃᵐᵒʳᵉ ˢᵗᵃᵐᵖᵃᵗᵒ ˢᵘˡˡᵃ ᵖᵉˡˡᵉ]
FanfictionThat way - Tate McRae Il posto sbagliato al momento sbagliato Evren Yilmaz, una ragazza che fin da piccola ha sempre amato sognare, vivere in un mondo tutto suo e vedere la vita con occhi completamente diversi dagli altri. È una ragazza semplice, un...