29_Fuori dal cuore

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...Giorno sei...

La mattina seguente mi sveglio presto, faccio la doccia e ancora avvolta nell'asciugamano, mi metto alla ricerca di Kerem. Gioco con l'anello mentre percorro il lungo corridoio silenzioso. Non chiedevo molto, ma almeno un buongiorno. Dopo la serata di ieri e gli ultimi giorni, pensavo che fra noi si stesse creando una specie di legame affettivo. Evidentemente, non è così.

Mi siedo sul divano, portando le gambe al petto per stringerle con le braccia.
Mi sta sfuggendo qualcosa dalle mani. Sto iniziando a confondere il gioco con la realtà. Sto iniziando a sentire il peso di questa storia direttamente sul mio cuore. Non faccio altro che rivivere in continuazione quell'abbraccio e tutte quelle volte in cui è stato dolce con me; ho paura che questo possa farmi male. Molto male. Il tempo che trascorro in sua compagnia, è quello più pericoloso ma quello che più amo. Andare via proprio adesso, sarebbe un suicidio.

Ci penso molto prima di rimettere i piedi scalzi sul pavimento freddo e correre in bagno per continuare ad asciugare i capelli così da poter uscire di casa. L'aria calda mi scombina la lunga criniera che mi ritrovo e nello stesso momento, ricordo che la prima sorpresa - la prima volta che andai lì senza avvisarlo -, andò malissimo, è per questo che fra un po' lo chiamerò al cellulare (i nostri numeri sono scritti su un pezzo carta che portiamo nel portafoglio in caso di necessità; li abbiamo scambiati dopo qualche ora dal nostro finto fidanzamento. Preciso che è stato lui ad insistere).

Per l'evento scelgo di indossare il vestito rosso con su un cappotto nero e dei tacchi dello stesso colore. Voglio che i suoi occhi non smettano di guardarmi e vestita così, non potrà farne a meno.

Non si dovrebbe lavorare, non il giorno dopo Natale, ma dubito che lui sia in giro per la città a rilassarsi sapendo di avere ancora molte cose da fare nella casa editrice: leggere il mio libro per poterlo finalmente pubblicare, per esempio. Non ne parliamo mai e mi chiedo se seriamente stia trovando del tempo per leggerlo, in fondo in nostro accordo si basa proprio su questo.

Concludo rapidamente gli ultimi passaggi: metto il mascara, sistemo i capelli, aggiungo il profumo e sono pronta!

Tiro fuori il cellulare per chiamarlo. Non risponde. Allora ci riprovo, ma ancora niente. Entro nella sua stanza per controllare che sia tutto in ordine e raccomando a Crux di non rompere nulla. Prima di uscire definitivamente dalla camera, il mio sgaurdo si ferma su due pietre - due delle tre - e un profumo. Mi avvicino. Lo prendo in mano e mi accorgo che si tratta del "mio" profumo. Non un profumo qualunque, ma quello che uso di solito. Lo stesso che avevo il giorno in cui sbagliai l'aereo. Rivivo quella scena come se stesse accadendo adesso e non posso fare a meno di sorridere.
<Ma chi sei, Kerem Bürsin?> domando a bassa voce, contemplando la mia immagine riflessa dallo specchio.

Appena esco di casa, chiudendo per bene la porta, vengo sorpresa da un uomo che mi tocca la spalla facendomi perdere dieci anni da dosso. <Scusami, ti ho spaventata?> in tempo record riesco a capire che si tratta di un ragazzo alto, ben impostato, moro e sicuramente affascinante, ma niente a che vedere con Kerem.

<Ci conosciamo? Sei uno di quei paparazzi che muore dalla voglia di sapere tutto di me, non vero?> mi faccio prendere dal panico, e cerco di stargli lontana <Io non dirò nulla. Lasciami in pace.> aumento il passo cercando di non inciampare <Lasciami in pace. Hai capito?>

<Aspetta>

<No.>

<Evren!> conosce il mio nome! Mi fermo <Mi avevano avvertito di quanti fossi testarda> Ride <Tanquilla. Sono Arslan Demir, un vecchio amico di Kerem>

<Ah...> è tutto quello che riesco a dire cercando di ristabilire il respiro.

<Non ci vediamo da anni e ho pensato di fargli una sorpresa>

 ➳𝑰𝒎𝒑𝒐𝒔𝒔𝒊𝒃𝒍𝒆[ᵁᶰ ᵃᵐᵒʳᵉ ˢᵗᵃᵐᵖᵃᵗᵒ ˢᵘˡˡᵃ ᵖᵉˡˡᵉ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora