19_Guerra e pace

302 22 4
                                    

Fuori dall'ufficio trovo Chris intento a dare delle dritte sul lavoro ad una delle dipendenti che sembra occuparsi della stampa. Con un gesto veloce della mano, gli faccio segno per capire se può dedicarmi un po' del suo tempo e fortunatamente, risponde di sì col pollice.
Da quel che ricordo, è il cugino di Kerem, quindi forse fare amicizia con lui non sarebbe poi così tanto sbagliato.

<Ehi, Evren! Tutto bene?> mi chiede appena riesce a raggiungermi, dopo aver mandato gentilmente via la ragazza.

<Potrebbe andare meglio! Litigare con Kerem mi sfinisce.>

<Immagino che non sia facile avere a che fare con un tipo come lui.>

<Già. Vuole continuamente avere il controllo della situazione. Guai a chi prova a tirarlo via dal lavoro!> ci rido su ma questa situazione è seriamente insostenibile. Vuole far credere al mondo intero di aver finalmente trovato la ragazza giusta, eppure non fa niente per far capire che è realmente così; potrei mettere la mano sul fuoco: se non stesse per perdere qualcosa di importante, non mi avrebbe mai chiesto aiuto. Non ho niente che potrebbe stimolare la sua curiositá nei miei confronti.

<Si, Kerem è il solito stacanovista per eccellenza.> ridacchia. Poi mi guarda meglio, con più intensità, come se volesse trovare qualcosa in me. <Litigare con lui non è ciò che vuoi, ma a quanto pare è riuscito ad entrare nel tuo cuore in tempo record...>

<Oh ti prego! Non ne parliamo.> non vedo l'ora che finisca tutto, però questo preferisco tenerlo per me. Dopo pochissimo, si unisce Kate. Cominciamo a parlare d'altro; voglio distrarmi e grazie ad una buona compagnia, funziona. Nonostante io sia qui da poco, vengo trattata come se mi conoscessero da una vita. Passo con loro la maggior parte del tempo, mi chiedono persino di dargli una mano con il lavoro, ed ovviamente, accetto.

Senza rendermene conto, si fa buio, la giornata è finita e Kerem si intrufola fra noi solo adesso. Cerco di non dargli corda, tanto ci pensa Kate, che con la solita leggerezza lo fa sentire supremo in ogni momento. Mi manda un'occhiata quando si sente letteralmente bruciare dal mio sguardo <Avete concluso il lavoro?> ci avevo quasi creduto: per un attimo, pensavo che ci avesse raggiunto per chiedermi scusa, invece, continua a parlare di lavoro come se fosse la sua unica ragione di vita.

<Certo. Ed Evren ci è stata d'aiuto. Ha delle idee semplici ma geniali. Dovresti portarla sempre con te. Riesce in pochissimo tempo a migliorare l'aria seria che si respira in questo posto.> Chris mi posa una mano sulla spalla per congratularsi. Immediatamente noto gli occhi di Kerem, seguire minuziosamente ogni piccola mossa delle dita che continuano a strofinarsi su di me. Se non sapessi che sono solo il suo giochetto, potrei arrivare a credere che fosse geloso. <Comunque ho pensato di trascorrere una bella serata tutti assieme.> propone <Cosa ne dici, Evren? Vieni anche tu? Potrebbe essere una bella scusa per conoscerci meglio. D'altronde adesso sei parte della nostra vita.>

Prima che io possa poter dire qualsiasi cosa, interviene Kerem: <Io ed Evren abbiamo altri programmi per questa sera>.

<Non mi risulta!>

<Dovrebbe.> Infila le mani in tasca, come suo solito, e con un cenno indica l'uscita <Andiamo?> ogni parte di me, urla a squarciagola di non doverlo seguire. Il mio subconscio, mi ricorda che continuerà a farmi male. Eppure, mi allontano dagli altri per fermarmi al suo fianco. Col braccio più vicino, mi circonda la bassa schiena per tirarmi più vicino a sé. Evitando che qualcuno possa accorgersene, provo a scacciarlo ma invano.
<Ci vediamo domani> e comincia a spingermi verso l'esterno. Lo seguo senza fiatare fino alla sua macchina, dove sono costretta a contenere una risata perché lo vedo trattenere la portiera aperta solo per me.

 ➳𝑰𝒎𝒑𝒐𝒔𝒔𝒊𝒃𝒍𝒆[ᵁᶰ ᵃᵐᵒʳᵉ ˢᵗᵃᵐᵖᵃᵗᵒ ˢᵘˡˡᵃ ᵖᵉˡˡᵉ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora