Al nostro ingresso, sono tutti molto concentrati sul lavoro e di certo non mi stupisce, soprattutto perché so di cosa sarebbe capace il loro capo anche per una piccolissima disattenzione.
Kate viene verso di noi con piccoli passetti privi di rumore. Come sempre ha un bel sorriso luminoso, mi vien da pensare che sia l'unica a non aver paura di poter essere licenziata. <Sentivo la vostra mancanza, signorina Evren!> esclama congiungendo le mani — E pensare che lei è stata la prima a farsi odiare in quell'aereo, adesso sembra che non possa più fare a meno di me. Vorrei chiederle a cosa devo tutta questa sua gioia nel vedermi, ma non mi è concesso:
<Niente smancerie> Kerem si schiarisce la voce e fa un passo in avanti portandomi con sé. Mi trattiene forte il braccio ed io sono costretta a non farmi prendere dal panico. <Ascoltate. Ascoltatemi tutti: da oggi Evren Yilmaz, farà parte della nostra squadra. Lavorerà con noi. Non voglio che ci siano distrazioni, né ci saranno preferenze da parte mia. Adesso continuate> con un cenno di testa, li invita a riprendere il lavoro senza neanche voler ascoltare le loro idee a riguardo. <Evren, tu vieni con me.> mando un'occhiata di aiuto a Kate. Il problema è che non riesce a capire le mie intenzioni, infatti, con un sorriso e un gesto veloce della mano, mi saluta calorosamente. Devo arrendermi alla mia sorte e riprendere quel briciolo di potere che mi è rimasto.
Mi prega di sedermi di fronte a lui. Ma proprio come immaginavo, non dice nulla; deduco che sia arrivato il mio turno: <Da quando puoi decidere per me?>
<Da quando hai promesso di essere la mia fidanzata.>
<Ah...quindi funziona ancora così? Non è cambiato niente? Kerem Bürsin può decidere per me ed io devo ubbidire?> lasciando le mani ben visibili sulla scrivania mi spingo verso di lui <Sono stanca di questa situazione: Tu puoi decidere quando io debba starti lontano, quando invece posso rientrare nella tua vita. Puoi decidere cosa fare in una giornata e persino come occupare il mio tempo. Cosa ti fa pensare che sia disposta a lavorare qui dentro?>
<Semplice. Fa parte della nostra promessa>
<La promessa, ovvio> mi butto contro lo schienale e mi scappa una risata altamente isterica <Questa promessa è la cosa peggiore che mi sia potuta succedere. Io non lascerò che tu possa comandarmi a bacchetta anche sul lavoro> a questo punto lo preferivo distante, almeno avrei potuto fare quello che volevo, quando volevo, come volevo.
<Evren...>
<Hai capito? Non ti lascerò comandarmi>
<Evren, non è ciò che farò> Si mette in piedi. Infila le mani in tasca e si avvicina piano con la sua solita aria da duro <Potrai monitorare da qui lo studio che hai a Sinope. Ho salvato tutti i contatti che potrebbero servirti. Potrai invitare i tuoi clienti nella stanza in fondo e potrai anche allontanarti per raggiungerli a casa. Sarà esattamente come se fossi al tuo studio, ma qui con noi... Allora? Cosa ne pensi?> chiede donandomi un foglio con su scritto tutto quello che devo sapere. Generalmente mi arrabbierei parecchio. L'idea che abbia frugato fra le mie cose, mi infastidisce...però non questa volta, non quando so che lo ha fatto per rendermi felice.
<Mi stai dando l'opportunità di riprendere in mano il mio lavoro restando ad Istanbul?>
<M-mh> ... <Ho pensato che sarebbe stato di tuo gradimento, riprendere il lavoro intendo. In questo modo passeremo del tempo assieme così da non far avere sospetti sulla nostra storia.>
<Come...come hai fatto a fare tutto questo?> spalanco di poco le braccia <Insomma...non è un lavoro semplice entrare nei miei registri>
<Mi basterebbe un grazie.>
<O...anche un sorriso, certo!>
<Grazie, Kerem Bürsin!> spinta da qualcosa di più forte, chiudo gli occhi — in meno di due secondi, si ritrova stretto fra le mia braccia. Non ricambia il mio gesto, non mi tocca, non mi sfiora neanche. Ha le sue mani dietro la mia schiena, ma non sa che fare. Nonostante questa sia la seconda volta che lo abbraccio, è comunque impreparato.
<Disturbo?> spalanco gli occhi buttandoli direttamente in quelli chiari di Engerek. Mi allontano dal corpo di Kerem e le sorrido, lasciando che il mio finto fidanzato si riprenda da quel che sarà sembrata una bomba d'amore per chi non è abituato.
<Engerek! Sai, Kerem mi ha offerto un lavoro qui dentro per avermi sempre davanti a sé. Non è dolcissimo?> a questo punto, lo sento creare un verso strano ma cerco di non dargli corda e spero che lei non se ne accorga.
<Ah si? È vero Kerem?>
<Be'...ecco...averla qui non potrebbe causare fastidio. Dopo tutto sembra che vada d'accordo con chiunque>
<Avevo capito che ci fosse qualcosa sotto, per tutto quel lavoro, ma perché non avvertirmi? Questo posto non è soltanto tuo. Non ancora.>
<Evren, raggiungi gli altri, Kate ti darà le giuste informazioni> si gira di spalle riprendendo tutte le sue armi. Vorrei restare ancora un po' però decido di non insistere, tra l'altro ho una gran voglia di vedere cosa ha fatto per me.
KEREM BÜRSIN
Aspetto che esca dal mio ufficio. Intanto mi dirigo alla sedia. Non ho mai sopportato di dover dare risposte agli altri per ogni azione che scelgo di fare. <Allora Engerek, qual è il tuo problema?><Nessuno. Solo che...>
<"Nessuno": Mi sembra una risposta più che sufficiente.>
<Ma che ti succede? Quella ragazza ti sta manipolando.> sbatte la sua cartellina sulla scrivania <Non ti riconosco più! Dov'è il Kerem che ho conosciuto?>
<Mi sembra una conversazione inutile. Sei qui per parlami da collega, o da ex fidanzata?>
<Sono qui per parlarti da Engerek.> Dice con tono amaro <Questo non è un posto da veterinaria. Cosa direbbe tuo padre? Sai dove ci troviamo, vero? Sai che siamo in una casa editrice? Sai che non sei l'unico a cui spettano le decisioni? Sai che qui dentro, nella Bürsin Corporation, non c'è niente che possa avvicinarsi ad uno studio per curare gli animali affetti da chissà cosa?>
<Ha uno studio a Sinope che ha bisogno della sua direzione per continuare ad andare avanti.>
<Che bisogno c'era di portare il suo studio ad Istanbul?> ha gli occhi lucidi. Engerek non ha mai mischiato i sentimenti col lavoro, non prima di adesso a quanto pare. E non ho alcuna voglia di restare ad ascoltare le sue lamentele per qualcosa che non riesce ancora ad accettare.
<Puoi andare> accendo il tablet così da riprendere il mio progetto. Mi sono ripromesso di finirlo quanto prima e per una cosa o per l'altra, non riesco mai a concluderlo.
<Kerem>
<Ho detto che puoi andare, Engerek.>
<Se vuoi trasformare questo posto in una fattoria, fa pure! Ma non ti avvicinare per chiedere aiuto quando lei manderà in fumo tutti i tuoi piani> si allontana, arriva alla porta e si ferma <Se il vostro amore è vero, allora perché non lasci che vada a Sinope per sistemare i suoi affari? Di cosa hai paura, Kerem?>
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➳𝑰𝒎𝒑𝒐𝒔𝒔𝒊𝒃𝒍𝒆[ᵁᶰ ᵃᵐᵒʳᵉ ˢᵗᵃᵐᵖᵃᵗᵒ ˢᵘˡˡᵃ ᵖᵉˡˡᵉ]
FanfictionThat way - Tate McRae Il posto sbagliato al momento sbagliato Evren Yilmaz, una ragazza che fin da piccola ha sempre amato sognare, vivere in un mondo tutto suo e vedere la vita con occhi completamente diversi dagli altri. È una ragazza semplice, un...