...Giorno 2...
<Dove stai andando?> mi chiede vedendomi alle prese con una giacca scura trovata nell'armadio della stanza in cui dormo.
<Vengo a lavoro con te.> rispondo come se avesse dovuto già saperlo. <Allora? Come sto?> continuo a spolverare i miei vestiti anche quando sono rivolta verso di lui: già chiuso in un completo blu che gli scivola elegantemente addosso.
<Cosa?> chiede divertito <Dimmi che scherzi>
<Ti sembro il tipo di persona che vuole scherzare alle sette del mattino?> alza lo sguardo al cielo. Prova ad uscire dalla camera ma lo fermo afferrandogli un braccio. <Per favore.> aspetto che riporti lo sgaurdo nei miei occhi <Prometto di non fare nessun guaio. Portami con te.> poi lo sposta sulle mie mani che stringono debolmente il suo avambraccio <Ti prego...> mormoro ricreando l'espressione più dolce del mondo.
<Non guardarmi così, Evren> butta la testa indietro.
<Dai!> insisto. <Resterò al mio posto, promesso.> Sbuffa riguardandomi. <Farò la brava. Guarda!> lo lascio <Croce sul cuore> dico facendola con l'indice prima di congiungere le mani in segno di preghiera.
<Tu sei pazza.>
<Mh...questa volta lo prenderò come un complimento, ma sta attento, non tutto filerá liscio come l'olio.> lo supero così che non possa cambiare idea <Ora andiamo, o faremo tardi.> appena lo lascio definitivamente dietro le mie spalle, lo sento ridere. Odio ammetterlo: ma ha la risata più bella dell'universo.
Per la prima volta da quando lo conosco, entrare nella sua macchina mi sembra quasi divertente. Cliccando qualche pulsante a caso riesco a tirare giù la cappotta ed anche accendere la radio alzando il volume della canzone. Rispetto a qualche giorno fa, c'è un po' di sole in più, quindi possiamo permetterci di sfidare il vento a gran velocità. Mi sento bene. Sorrido. Parliamo un po' di tutto - della vita, delle giornate, del lavoro, del Natale - parliamo senza sosta, e senza alcuna paura.
Non pensavo che sapesse far ridere.
Ogni volta che riesce ad aprirsi con me, conosco una parte totalmente diversa e totalmente nuova di lui che potrebbe distruggere tutto.
...
<Questa sera ti va di uscire a cena?> propone non appena è costretto a fermarsi per via del semaforo.<È per caso un appuntamento?>
<Qualcosa del genere>
<Wow...e credi che questo sia...saggio?>
<Dobbiamo farci vedere in giro. Le voci devono arrivare a mio padre.> resto sempre spiazzata dalla sua volubilità: piomba di peso nel più bello e senza preavviso.
<Hai studiato proprio tutto di questo piano, immagino!>
<Ogni particolare.> Mi stupirebbe sentire il contrario. Stringo le labbra senza portare avanti questo discorso. Finirebbe male, e per oggi ho promesso di non creare confusione — nè fra noi, né fra il resto del team.
Sono contenta che ci sia finalmente un po' di pace. Questa leggerezza fa sembrare tutto meno pensate, addirittura trascorrere del tempo col mio nemico è piacevole quando non è di cattivo umore. Non capisco perché non possa restare così per sempre, sono sicura che riuscirebbe a stare bene anche lui, se solo si lasciasse un po' di spazio in più.
Non sono neanche costretta a seguirlo perché mi è proprio al fianco. Tuttavia, il peggio arriva con Kate, se solo lo avessi saputo, sarei rimasta zitta.
<Buongiorno, signor Kerem> aspetta un cenno da parte sua, poi si gira anche verso di me <Buongiorno, signora Bürsin>
<Yilmaz>
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➳𝑰𝒎𝒑𝒐𝒔𝒔𝒊𝒃𝒍𝒆[ᵁᶰ ᵃᵐᵒʳᵉ ˢᵗᵃᵐᵖᵃᵗᵒ ˢᵘˡˡᵃ ᵖᵉˡˡᵉ]
FanfictionThat way - Tate McRae Il posto sbagliato al momento sbagliato Evren Yilmaz, una ragazza che fin da piccola ha sempre amato sognare, vivere in un mondo tutto suo e vedere la vita con occhi completamente diversi dagli altri. È una ragazza semplice, un...