Sembrava perfetto: le stelle, i nostri occhi... noi!
Un noi pieno. Un noi che sentivo fin dentro le ossa... ne ero sicura: "Kerem in quel momento voleva me"; mi voleva con ogni cellula del suo corpo, della mente, del cuore, dell'anima. Aveva scelto di amare me, di proteggere me, di stringermi, di tenermi con sé.Apparentemente era una favola: io e lui in una stanza infinita dopo mille litigi a non saper più vivere da soli.
Tuttavia, quando allungo un braccio verso il lato del letto in cui sono certa che dovrebbe esserci Kerem...uno spazio vuoto mi stringe lo stomaco.
Con noia mi siedo aspettando di vederlo entrare per la porta, ma ben presto mi rendo conto che questo rientro non ci sarà. Mi metto in piedi. Raggiungo il bagno. Apro le ante della doccia. Aspetto che l'acqua diventi abbastanza calda, e poi mi ci fiondo sotto. Cerco in tutti i modi possibili di non creare film mentali, o semplicemente di non uccidermi ancor prima.
Chiudo gli occhi buttando la testa verso la schiena. Il getto d'acqua bollente mi colpisce in pieno il viso, scivolando su di esso percorrendo poi ogni millimetro del mio corpo spoglio.
<<Sembrava tutto perfetto>> sussurro a fatica cercando in ogni modo di tenermi in piedi.
Quando esco afferro una tovaglia e mi ci arrotolo dentro. Infilo i piedi in delle ciabatte marroni di qualche numero in più di quelle che uso generalmente e incurante dei capelli ancora bagnati, mi dirigo in soggiorno. Tiro un sospiro di sollievo quando lo vedo seduto a tavola con una tazza di tè davanti e il suo tablet già attivo.
Mi dirigo ai fornelli evitando di salutare, ma tanto dopo un po' si schiarisce la voce per farmi notare questo lieve particolare. Non lo vedo in faccia, eppure sono certa che abbia i suoi occhi su di me.
<<Si, certo... fa pure come se fossi a casa tua>>
<<Grazie, Kerem>> mi sfugge una sorta di sorrisino e non nego che se continuo ad estrarre pentoline da questo mobile, è solo per infastidirlo ulteriormente. <<Non ne ho mai viste così tante!>>
<<Il fatto che non ne sia stata a conoscenza prima, non implica che adesso tu debba cacciarle tutte>> dice venendomi in contro per rimetterle al posto.
<<Penso che tu sia un maniaco dell'ordine>>
<<Non sono un->>
<<Si che lo sei, Kerem>> pizzico ricacciando la pentola per mostrargli che è vero. La prende riposandola e immediatamente mi afferra le mani per tirarmi verso di sé.
In questo preciso istante sembra che il tempo si fermi. Lo guardo negli occhi ancora con il sorriso stampato sulle labbra.
È così bello. Sembra essere stato scolpito da Michelangelo.Si fa più vicino. È talmente vicino da poter sentire il suo respiro caldo accarezzarmi la pelle. Le sue mani che mi circondano il girovita cominciano ad aumentare la presa e quasi sento di poter volare.
<<Evren...>> bisbiglia senza mai spezzare il nostro sguardo. <<...>>
La porta che si apre, come sempre, all'improvviso, mi fa allontanare da lui. Mi butto così forte al mobile dietro che per poco non mi faccio male.
Vedo entrare Chris, la sua figura diventa ogni secondo più grande e non posso che pensare ad una sola cosa: <<Carlotta!>> mantengo la tovaglia per non perderla <<Dovevi restare con Carlotta. Me lo avevi promesso!>> faccio un passo ma la mano di Kerem che si posa sulla mia pancia mi fa indietreggiare.
<<È con tua madre>>
<<Ti sembra un motivo valido?>> lo vedo cercare lo sguardo stanco del mio finto fidanzato e mi rendo conto che c'è qualcosa che non va. <<P...perché è qui?>> trattiene le braccia incrociate al petto mentre è poggiato al frigorifero. La sua aria pensierosa e allo stesso tempo ghiacciata, non aggiunge altro che terrore. È come se il mio sesto senso mi stesse dando un segno, e questo segno mi chiude il cuore in una morsa.
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➳𝑰𝒎𝒑𝒐𝒔𝒔𝒊𝒃𝒍𝒆[ᵁᶰ ᵃᵐᵒʳᵉ ˢᵗᵃᵐᵖᵃᵗᵒ ˢᵘˡˡᵃ ᵖᵉˡˡᵉ]
FanfictionThat way - Tate McRae Il posto sbagliato al momento sbagliato Evren Yilmaz, una ragazza che fin da piccola ha sempre amato sognare, vivere in un mondo tutto suo e vedere la vita con occhi completamente diversi dagli altri. È una ragazza semplice, un...