31_La donna giusta

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...Giorno otto...

Sono passati due giorni da quando in questa casa sembrano viverci dei fantasmi muti. Proprio come ha chiesto, evito tutti i posti della casa in cui potrei incontrare Kerem. Conosco a memoria ogni suo spostamento, per cui posso gironzolare in soggiorno per tutto il tempo che mi va, e andare via prima che arrivi lui.

Questa mattina è uscito anche prima del solito, così ne ho approfittato per dare una sistemata in camera sua. Non credo che gli faccia piacere quando tocco le sue cose, però lui ha il mio profumo, quindi mi sembra equo. Mi rendo conto che ha appeso davvero la sua camicia al muro, quella dove ho scritto di odiarlo. Mi fa ridere sapere che fa tutto quello che dice. È un uomo così calcolato al millimetro. Certe volte mi spaventa. Dovrebbe liberarsi dei suoi limiti. Si, dovrebbe farlo per davvero. Non capisce quello che si perde restando nel suo mondo in bianco e nero.

A distrarmi dall'operazione pulizia, è il suono del mio cellulare. Resto di pietra quando accetto la chiamata e riconosco in due secondi la voce della signora Aydan. Senza giri di parole mi chiede di passare a casa sua e quando gli faccio notare che non si è preoccupata neanche di sapere come sto, resta per qualche secondo in silenzio. La butta sul dire che se fossi morta non avrei risposto per cui non c'è motivo di preoccuparsi. Rifiutare la sua offerta, sarebbe la cosa più saggia da fare...ma presa dalla noia, decido di accontentarla. Che sarà mai?! Dopo tutto, lei è la madre del mio fidanzato.

Appena mi invia l'indirizzo, la raggiungo prendendo un taxi — ovviamente non prima di essermi incappucciata per bene. Sono fortunata perché fuori fa freddo e posso permettermi di uscire con sciarpe e quant'altro.

La casa mi fa lo stesso effetto della prima volta. Percorro il giardino guardandomi attorno e restandone affascinata sempre di più. In questo posto si può ritrovare la pace dei sensi, o almeno era quello che poteva succedere se non fosse entrata in scena lei: la signora Aydan.

<Ma che piacere riverti!>

<Risparmiatelo> attacco. Il suo finto tono allegro è addirittura peggio di quel sorriso tirato. <Perché mi hai chiesto di venire? Mi è parso di capire che non sono di tuo gradimento.> provo ad essere quanto più diretta è possibile perché non mi va di abbassare la testa.

<Ah...adesso cominci a darmi del tu?!> e non ne sembra molto entusiasta.

<Si, credo sia giusto trattare gli altri come gli altri trattano me> dovrebbe ringraziare il cielo visto che non la sto schiacciando come ha fatto lei con me dopo neanche pochi secondi e con un solo sgaurdo.

<Entra pure> con un cenno di testa la ringrazio. Seguo i suoi passi rumorosi fino ad un divano rivestito di bianco. Ci sediamo e resto a contemplare una foto di Kerem. Involontariamente mi sfugge un sorriso: era così piccolo e felice. Mi chiedo cosa gli sia potuto succedere di talmente grave da strapparglielo. <Anche a me fa sorridere questa fotografia. Era bello anche da piccolo, vero?> resto quasi sorpresa dal suo tono dolce. Questo vuol dire che anche chi sembra non avere un cuore, ha un punto  debole.

<Vero> la guardo riuscendo a cogliere un pizzico di cuore che gli cade dagli occhi <Kerem è molto bello anche dentro>

<Ha perso qualcosa crescendo> stringe le labbra e riporta lo sguardo su di me, ghiacciandomi <Ma non ti ho chiamata per parlare di mio figlio. O meglio, si ma di cose diverse.> chiude per un attimo gli occhi, così da poter assumere un'espressione da superiore <Perché hai scelto lui?>

<In realtà, è lui che ha scelto me>

<E tu perché hai accettato? Vuoi farmela pagare per avervi sottratto Burke?>

 ➳𝑰𝒎𝒑𝒐𝒔𝒔𝒊𝒃𝒍𝒆[ᵁᶰ ᵃᵐᵒʳᵉ ˢᵗᵃᵐᵖᵃᵗᵒ ˢᵘˡˡᵃ ᵖᵉˡˡᵉ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora