43.Viaggio inatteso

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...Giorno undici...
31/12

Non appena apro gli occhi sento un dolore lancinante al petto e un alone scuro mi avvolge ma il braccio di Jo che mi circonda è come se in un certo qual modo riuscisse a ridarmi aria, a farmi stare bene. La guardo mentre dorme e non faccio altro che pensare alla sua forza. Lei ne ha da vendere, non l'ho mai vista spaventata o titubante o a pezzi...Jo è sempre stata pronta a tutto, è sempre stata pronta a spaccare il mondo, a stringermi, a ricordarmi quanto anch'io sia forte; lei è una delle persone più belle che io conosca e sono felice di essere sua amica.

Le sorrido pur sapendo che non mi può vedere e con delle mosse lente, quasi calcolate, scendo dal letto lasciandola dormire. Preparo dei pantaloni scuri con con una semplice maglietta e mi dirigo al bagno. Dopo una bella doccia calda e dopo aver ripreso leggermente il controllo di me, mi dirigo in cucina dove trovo mia cugina seduta a capotavola. Diversamente dal solito non mi manda frecciatine, in realtà, se vogliamo dirla tutta non mi saluta neanche. È come se pur essendo qui vicina, fosse completamente assente e anche se una parte di me mi dice "va via", l'altra, quella del "resta", mi stordisce di più.

La fisso. Non dice niente, dubito persino che si sia accorta di me. <<Carlotta?>> la chiamo debolmente <<Stai bene?>> silenzio tombale <<Mi ascolti?>> guarda lo schermo spento del suo cellulare e adesso anch'io. <<È successo qualcosa? Stai bene, Carlotta?>>

<<Sto bene.>> si mette in piedi. La seguo a ruota sperando di poter ottenere qualche informazione più dettagliata.

<<Ne sei sicura?>> non mi risponde. L'afferro per il gomito tirandola a me, ma questo gesto per poco mi costa la vita.

Si gira di colpo spingendomi indietro <<Smettila, Evren.>> grida. <<Non ti sei mai preoccupata per me, e adesso? Adesso fingi che ti possa interessare qualcosa? Eh?>>

<<Ma cosa stai dicendo?>>

<<Tu sei la preferita di tutti. Tutti chiedono di te, tutti sono interessati a te. Evren è perfetta. Evren è magnifica. Evren. Evren. Evren. Io sono stanca. Mi fate venire la nausea.>>

<<Carlotta.>>

<<LASCIAMI IN LACE.>> urla prendendo la prima cosa le passa sotto lo sguardo per lanciarlo fra di noi con una tale furia da farmi paura. Il frastuono della tazza che si rompe a contatto col pavimento è fortissimo e mi mette i brividi <<IO STO BENE. Sono felice. Voglio soltanto restare lontana da te e dai tuoi stupidi modi di fare>> va via sbattendo i piedi a terra. Mi lascia da sola a fissarle la schiena e di certo non mi sfuggono i suoi pugni chiusi...

Mi guardo attorno, sento che qualcosa non va come avevo previsto e non so come si fa a rimediare. Carlotta non sta bene, non è felice affatto e non capisco cosa l'affligga. Fra noi non c'è mai stato un gran bel rapporto ma questo non vuol dire che io non abbia mia cugina a cuore. Lei è sempre stata perfetta per me. Il suo sorriso, i suoi occhi...i suoi modi di fare. Non sono io la preferita di tutti. E non è questo il suo vero problema...è una cosa che si percepisce, è una sensazione sotto pelle che mi dice "c'è di più", vorrei poter sapere cosa la rende così debole da dover affrontare da sola tutti i suoi demoni, ma il citofono mi distrae e per un attimo decido di lasciare da parte tutto il mal umore.

Mentre mi dirigo alla porta penso che  non sono ancora riuscita a superare il litigio con Kerem e non ci voleva dell'altro.

Sono così stanca.

A malincuore raggiungo l'ingresso e vedere il sorriso luminoso di Chris non mi sorprende per niente.
<<Buongiorno, mia cara Evren>>

<<Buongiorno>>

<<Allora? Sei pronta?>> mi chiede studiandomi dalla testa ai piedi con un'espressione piuttosto indecifrabile. Fra i miei piani non c'era nulla, e dai suoi occhi sembra che avrei dovuto avere diamanti addosso.

<<Pronta per cosa?>>

<<Per andare in un posto!>> Esclama emozionato ma restando vago.

<<Senti...>> penso a qualcosa da dire <<per quanto questa idea mi elettrizzi, devo restare qui. Mia cugina, Carlotta, ha bisogno di me, ora più che mai>> provo a chiudergli in faccia la porta sperando che non se la prenda troppo. Ha qualcosa che mi ricorda Kerem, e sinceramente è l'ultima persona che voglio vedere.

<<Evren>> mi chiama mentre continua a tenerla aperta <<Evren, per favore. Resto io con tua cugina, c-con Carlotta. Questi pochi giorni che trascorrerai lì, con gli altri, sono fondamentali e la tua presenza è decisamente più importante della mia.>> sbuffo cercando un'alternativa, però gli permetto l'ingresso. I suoi occhi dolci mi fanno intendere che non ho altra via di fuga ma non riesco ad essere d'accordo con questo evento.

<<La mia presenza non vale più nulla. Per cui...>>

<<Scherzi?>>

<<Non dirmi che non sai dello scoop!>> Rido istericamente portando le mani in vita

<<Della rapina ad Engerek?>> sorride divertito

<<Sono una ladra, Chris>>

<<Ma Smettila. Ti stanno aspettando qui fuori. Kerem ha bisogno di te>>

<<Forse non hai capito nulla. Io non ci vengo. Non voglio saperne niente. E Kerem non ha bisogno di me. Non ne ha mai avuto bisogno. Lui è così odioso. È così testardo. È così...mmmh...non lo sopporto. Non mi lascia parlare e non si fida. Non lo ha mai fatto e io lo odio così tanto.>> una mano curata che si posa sul braccio di Chris, fa forza fino a spostarlo e quando incontro lo sguardo freddo di Kerem, il cuore corre ma perdo qualche battito.

 ➳𝑰𝒎𝒑𝒐𝒔𝒔𝒊𝒃𝒍𝒆[ᵁᶰ ᵃᵐᵒʳᵉ ˢᵗᵃᵐᵖᵃᵗᵒ ˢᵘˡˡᵃ ᵖᵉˡˡᵉ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora