...Giorno dieci...
30\12Il giorno seguente, la tensione sembra essere quasi del tutto scomparsa. Jo si avvicina chiedendomi scusa e mi aiuta persino a scegliere i vestiti per andare al lavoro. Vuole che io sia la più bella di tutte e che Kerem abbia occhi solo per me. Non lo dico ad alta voce, ma lo vorrei anch'io — che Kerem avesse occhi solo per me, è chiaro. Mi sono addirittura truccata in maniera diversa. Mi sono svegliata con la voglia di dedicarmi del tempo, di sentirmi...carina. Kerem non arriva e nella mia testa si affollano un mucchio di pensieri tristi. Si dice che la speranza sia l'ultima a morire e la mia credo sia ad un passo dalla morte.
Sono sola, seduta di fronte allo specchio per contemplare la mia immagine. Abbasso lo sguardo all'anello; è l'unica cosa che mi permette di trovare il sorriso: Il Natale più bello e stressante della mia vita fino ad ora. Tutti erano contro di me, tutti eccetto Kerem. Ricordo ancora la sua mano grande che mi accarezzava con una tale dolcezza da farmi toccare il cielo con un solo dito. I suoi occhi, il suo sorriso...davvero era solo una recita?
Sbuffo. È tardi. Mi alzo, sono pronta per stuccarmi ed investire del tempo in altro...ma ecco che il suono del mio cellulare mi ferma. Lo afferro sentendo il cuore in gola. Kerem! Mi stupisco di come le farfalle all'interno del mio stomaco si azionino così velocemente quando si tratta di Lui.
Accetto subito la videochiamata e il suo viso perfetto mi rimette pace.
"Buongiorno, Evren Yilmaz" il mio nome uscito dalle sue labbra è così bello che vorrei riascoltarlo."Buongiorno, Kerem Bürsin" quanto sarebbe terapeutico ricevere ogni giorno il "Buongiorno" migliore del mondo.
"Come stai?" Non posso nascondere un sorriso poco accennato. Credo che sia la prima volta che si interessi seriamente al mio stato di salute. Vorrei quasi urlare dalla gioia ma riesco a contenermi.
"Sto bene, grazie" stringo lo sguardo cercando di definire cos'ha dietro di sé, sullo sfondo "Ma...sei già arrivato?" Riconoscerei quel viale di alberi fra migliaia di viali.
"Oh..." Muove il cellulare per inquadrare la strada davanti casa mia "direi di si. Allora? Che fai? Non scendi?"
"Se proprio insisti..." stacco. Mi avvicino allo specchio per controllare un'ultima volta le condizioni dei capelli e il trucco. Spolvero i vestiti con le mani e scendo. Scendo con un sorriso ebete stampato sulla faccia che non riesco a cancellare nemmeno volendo. L'idea che lui sia venuto da me mi tranquillizza come nient'altro. Saluto mia madre e le ragazze con un breve e squillante: <A presto!> così da continuare la mia uscita. Chiudermi il cancello alle spalle per potermi dedicare a lui, è una delle cose che stavo aspettando con ansia. Mi tremano le gambe mentre scendo i pochi gradini.
Kerem è lì, poggiato alla sua macchina già scoperta. Chiuso in un semplice completo nero alla "Kerem Bürsin". Ha le braccia conserte e un mezzo sorriso. Il suo modo di guardarmi, mi fa sentire bella. Non ho bisogno che me lo dica perché i suoi occhi avvinghiati su di me, me ne danno la certezza.
<Eccomi...>, dico restandogli dinanzi. <Andiamo?>
<D'accordo> apre lo sportello per me e mi lascia entrare come farebbe qualsiasi gentiluomo. Adesso si che mi sento una principessa!
<Grazie...> vorrei sapere a cosa devo la sua gentilezza ma temo che possa scomparire, per cui, resto in silenzio godendomi ogni suo piccolo gesto. Il viaggio comincia bene. Comincia con una dolce melodia di sottofondo che riesce quasi a sorprendermi. Non sapevo che avesse dei gusti così sopraffini anche per la musica. <Pensavo che non saresti venuto>
<Evren...> si gira verso di me. Sfodera un ghigno. <Verrei fino in capo al mondo, per te> ritorna a fissare l'asfalto ed io faccio lo stesso, certa di aver sentito le sue parole toccarmi il cuore. Le domande che mi sorgono, sono sempre le stesse: Perché riesce a farmi stare così bene? Perché mi basta così poco per stare bene?
Porto di nuovo lo sguardo su di lui e cancello l'idea che si stia innamorando di me. Non potrebbe. Lui non prova amore. Lui non mi ama.
Kerem Bürsin, non ama me.Mi ha già detto che il suo è solo un accordo e che non potrebbe mai amarmi. Oso ancora farmi del male! Questi pensieri mi uccidono.
<Ma che dici? Ti stai solo innamorando, tesoro> e se mia madre avesse ragione? Se...se io...NO. No, Evren. No.Ci metto tutta la buona volontà per girarmi verso il finestrino e guardare fuori sperando di perdermi in altro. Ma è inutile. La mia mente vaga e torna sempre su quegli occhi azzurri: freddi e poi caldi, caldi e poi freddissimi. Come potrei ignorare il pensiero che mi potrebbe far del male senza neanche volerlo? Come potrei credere che potrebbe trattare il mio cuore con grazia? Come potrei fidarmi?
<Ehi...> posa una mano sulla mia coscia risvegliandomi dal trance nel quale ero immersa chissà da quanto. La scaccio subito. Non lo guardo neanche in faccia. Non voglio vedere i suoi occhi. Non voglio vedere la sua espressione. Non voglio sapere se ne è rimasto deluso o irritato. Non voglio sapere niente. <Che succede?> chiede con noia, come se avesse la consapevolezza che un po' di colpa è sua <Sei preoccupata?>
<No> slaccio la cintura di sicurezza ed esco dall'auto. Mi lascia libera di fare il mio ingresso da sola e dopo qualche metro, percorso con furia, sbatto contro la figura slanciata di Engerek.
Emana un gridolino riuscendo comunque a restare in piedi. <Perché non fai più attenzione?> squilla.
<Mi...ero distratta!>
<Questo l'ho capito> sputa amara come mai prima d'ora sistemandosi la giacca che aderisce al suo seno prosperoso. Noto che è addirittura più provocante del solito. Indossa un completo tanto elegante e stretto quanto poco coprente. Ha dei tacchi vertiginosamente alti e non mi sorprende il suo bracciale pieno di diamanti, ma il fatto che ci siano le iniziali del suo nome e quello di Kerem, si, parecchio. Con una mossa veloce, gli blocco il braccio che muove da una parte all'altra per mettersi in ordine e lo stringo con più forza di quella che volevo mostrare.
<E queste?>
<Oh...niente di importante!> Crea un sorriso sadico <Un regalo da parte di Kerem>
<Perché non lo hai tolto? È il tuo "ex", no?> voglio dire...kerem adesso sta con me.
<Me lo stai chiedendo?> Sento una fitta al cuore non appena lo vedo entrare. Guarda direttamente nella direzione di Engerek. Non lascia traspirare niente. Non capisco se sia felice di vederla o se vuole che vada via. L'unica cosa che conta è che raggiunge il suo ufficio senza degnarmi di uno sguardo. <E lasciami> ringhia. Lo faccio ricordando le parole della signora Aydan. Loro sono fatti per stare insieme, ma di mezzo ci sono io.
<Penso che questo bracciale debba sparire. Sai, non credo che sia bello far pensare al mondo che tu ne sia ancora innamorata, mentre lui pensa già ad un matrimonio con me.>
<Un...matrimonio? Di che stai parlando? Kerem non sposerebbe mai una come te>
<Con una come me, intendi una diversa da te?>
<Tu non lo conosci. Non sai niente di lui. Delle sue idee. Del suo modo di fare o->
<Lo conosco meglio di chiunque altro. E lui conosce me!> mento veramente bene. Kerem dovrebbe seriamente darmi un premio per la mia interpretazione. <Ti stupisce?> provo a mostrare tanta sicurezza ma dentro crollo a pezzi.
<Non è nel suo stile> tutta la sua autorità, sembra arrivarle sotto i piedi. <Buona fortuna!> Dandomi le spalle si dirige altrove.
Probabilmente ho esagerato, però sono certa che andrà bene, basta che non lo venga a sapere Kerem...semplice...
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➳𝑰𝒎𝒑𝒐𝒔𝒔𝒊𝒃𝒍𝒆[ᵁᶰ ᵃᵐᵒʳᵉ ˢᵗᵃᵐᵖᵃᵗᵒ ˢᵘˡˡᵃ ᵖᵉˡˡᵉ]
FanfictionThat way - Tate McRae Il posto sbagliato al momento sbagliato Evren Yilmaz, una ragazza che fin da piccola ha sempre amato sognare, vivere in un mondo tutto suo e vedere la vita con occhi completamente diversi dagli altri. È una ragazza semplice, un...