Chapter 8

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Sentii Nicola accendere l'auto in lontananza. Iniziai a vedere i fari dell'autobus arrivare alla fermata dove mi trovavo io. Mi voltai a vedere se Nicola mi fosse corso dietro ma, al suo posto, vidi la sua macchina arrivare verso di me. Anche se non riuscii a vedere il suo viso a causa dei vetri oscurati. Voltai lo sguardo indietro e notai l'autobus fermarsi davanti a me.

Nicola si avvicinava sempre di più e io, preso dal panico, mi infilai all'interno dell'autobus sperando di riuscire a scappare da lui.

"Faccia veloce!" Urlai all'autista. Oltre me non c'era nessuno lì sopra e, a corto di fiato mi sedetti su uno dei sedili. Ma appena mi sedetti sentii qualcuno bussare forte alla porta a vetri del pullman. Controllai chi fosse e, vidi Nicola.

"Per favore, non apra." Dissi tranquillamente all'autista quando stette per aprire le porte. Tolse la mano dal pulsante e mi guardò.

"Perché ragazzo?"

"Perché lui-" Cosa avrei dovuto dirgli? No, non lo lasci entrare perché mi ha appena baciato, mi ha chiamato con un nome che non è il mio e stava cercando di imporsi su di me, oh e io sono gay.

"Vuole picchiarti?" Mi domandò lui, e io capii all'stante il motivo per cui pensò ciò di Nicola, pensai gli bastò guardarlo.

"Sì." Mentii. Dovetti farlo, non avevo intenzione di dare a Nicola l'opportunità di inventare una qualche scusa malata come spiegazione a ciò che ha fatto.

L'autista mise in moto l'autobus e iniziò ad allontanarsi da quel luogo, ma specialmente da Nicola.
Dopo aver lasciato la fermata del pullman passammo davanti a lui, era lì, in piedi, ed ansimava per la corsa e per... le lacrime? Esse scendevano incontrollate sul lato destro del suo viso, ed erano visibili grazie alla luce che si rifletteva su di lui, proveniente dai lampioni che si trovavano all'esterno della cabina. Rimase lì, in mezzo alla strada, immobile. E ci stette finché non arrivammo abbastanza lontani da non riuscire più a vederlo.
Iniziai a sentirmi male per lui, forse avrebbe avuto una spiegazione a tutto ciò. Appoggiai la testa contro il freddo finestrino che iniziò ad appannarsi a causa del calore emanato da me. Mi vennero in mente i momenti appena vissuti.
Il bacio.
Il mio primo bacio.
Non riuscii a credere che se ne fosse ricordato.
Per non parlare di venerdì, non pensai mi stesse ascoltando.
Altri flashback.
La sua mano che saliva lungo il mio fianco sotto la maglia, la maniera in cui si morse il labbro prima di far combaciare le nostre labbra.

"Meglio questo che essere frocio."

La sua voce risuonò nella mia mente, sempre di più.

Scossi la testa per eliminare tutti i pensieri negativi e tentai di ricordare quanto fossero morbide le sue labbra, quanto fosse fresco il suo alito quando mi parlava e spingeva i suoi fianchi contro i miei. Non potevo lasciare tutto così com'era, necessitavo spiegazioni per capire il perché di ciò che fece. Iniziai a pentirmi di ciò che feci poco prima, non sarei dovuto scappare. 

Il mio flusso di pensieri venne interrotto dall'autista del pullman.

"Ragazzo, è da due minuti che te lo chiedo, dove vuoi andare?"

Ero così preso dai miei pensieri che non riuscii ad ascoltare ciò che mi diceva.

"Alla piazza centrale di Sassari, abito lì vicino."

"Perché sei così lontano da casa?"

"Perché? Quanto sono lontano?"

"Circa due ore ragazzo."

Due ore? Con Nicola ci abbiamo impiegato solo un'ora. C'è anche da dire che stava infrangendo ogni limite di velocità.

Dopo aver parlato con l'autista caddi tra le braccia di Morfeo e sognai Nicola.

Locker 17 ~ strecico💜❤️ [DISCONTINUED]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora