Chapter 44

328 14 4
                                    

Federico's pov

Agitai la mano per salutare Cico, presi un respiro profondo ed aprii il portone d'ingresso. Appena entrai, vidi mia madre seduta sul divano in soggiorno con una tazza di tè fumante in mano. Era in pigiama, col viso rivolto verso il camino per tutto il tempo finché non mi andai a sedere accanto a lei. Rimasi lì senza fare nulla per circa un minuto, sentii lo stomaco stringersi dopo aver capito che mi stesse ignorando.

"Mamma?" La chiamai esitante, lei si girò a guardarmi. I suoi occhi rossi dal pianto. Un pacco di fazzoletti vuoto sul tavolino affianco al divano.

"Mi dispiace Fede. Non vado fiera di come ho gestito le cose prima. In nessun modo avrei mai dovuto colpirti. Solo che è crollato tutto nel giro di pochissimi minuti e non sapevo che fare. Tommaso non sarebbe dovuto venire qui, almeno non oggi. Stavo aspettando il momento giusto per dirtelo, ma si è presentato senza avvisare e non doveva andare in quel modo. È da un po' che esco con lui ormai e sai, penso di essermene innamorata. Mi è stato vicino sin da quando ci siamo trasferiti, non volevo parlartene perché sapevo che avresti avuto una reazione simile a quella di questa mattina. Ma dimenticati di quello per ora, solo ieri è stato il tuo compleanno, e non è stato una bella maniera di salutarti. Ascolta, so che la scorsa sera sei sgattaiolato fuori. Dopo essere tornata a casa tardi, sono venuta a bussare alla tua porta ma non hai risposto, ho pensato che stessi dormendo. È stato stamattina che ho realizzato che non hai passato la notte a casa, quando ho aperto la porta della tua stanza con la chiave di scorta. Immaginavo che fossi con Nicola, ad ogni adolescente piace sfidare i propri genitori quando gli viene detto di non vedere chi vogliono. Fa parte della crescita, solo che non l'avevo ancora capito." Stava singhiozzando, le sue mani tremavano facendo oscillare il tè nella tazza. Mi dispiaceva per come si stesse sfogando con me in quel momento, non avrei mai e poi mai voluto che piangesse a causa mia. L'ultima volta che ricordo di averla vista piangere, fu quando quello stronzo di mio padre la trattava da schifo.

"Mamma, mi dispiace. Non c'è bisogno di piangere." Poggiò la sua tazza di tè sul tavolino e mi prese le mani con le sue.

"Non ho finito. A proposito di Nicola, se avessi saputo prima che Sofia sarebbe stata d'accordo con tutto questo, non ti avrei mai proibito di stare con lui. Nicola è un magnifico ragazzo, e so che ti ama. Immagino di essere un po' invidiosa dell'amore che provate l'uno per l'altro, quell'amore che io non potrò mai avere." Tirò su col naso e ridacchiò leggermente.
"So che eri con lui la scorsa notte. Non sono sicura di cosa sia successo, ma sono sicura che se non fosse successo, lui non si sarebbe presentato qui aprendo il suo cuore a me e Sofia. Ti chiedo solo di stare attento a chi racconti il tuo segreto, non vogliamo che ricapiti quello che è già successo in Lombardia. Le forti parole di Nicola mi hanno davvero fatto aprire gli occhi, e capire che hai qualcuno dalla tua parte, non importa cosa succeda. È quasi come se non avessi più bisogno di me, ma va bene così. Sono felice se tu lo sei. E non è successo nulla con Tommaso ieri notte, non è nemmeno passato. È stato lui a farmi capire che devo lasciarti più libero. L'ho chiamato preoccupata perché non sapevo dove fossi, ed è stato lui a dirmi che ti devo far vivere la tua vita, perché non sei più il mio piccolo bambino." Iniziò a piangere quasi istericamente, la tirai nelle mie braccia soffocando i suoi singhiozzi sul mio petto. I miei occhi diventarono lucidi, anche se feci del mio meglio per trattenerli.

"Mamma, sarò sempre tuo, non importa cosa succederà. Sì, ci saranno persone che mi strapperanno via da te ogni tanto, ma ci sarà sempre una parte di me che sarà tua." Fu tutto ciò che riuscii a dire. Lei si allontanò leggermente ed annuì. Ci alzammo dal divano, ed io la accompagnai in camera sua. Le rimboccai le coperte, e rimasi con lei finché non si addormentò.

La mia stanza era proprio affianco alla sua, solo un bagno a separarle. Feci il giro della casa assicurandomi che fosse tutto bloccato, e settai l'allarme. Era buio fuori, quasi mezzanotte. Tornando nella mia stanza sentii il telefono vibrare nella tasca dei pantaloncini. Il nome di Nicola apparse sullo schermo, declinai la chiamata non volendo svegliare mia madre e gli scrissi.

Locker 17 ~ strecico💜❤️ [DISCONTINUED]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora