Chapter 18

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Federico's pov. 

Infilai il biglietto nello zaino e me lo gettai in spalla. Quando alzai lo sguardo notai che erano già usciti tutti dall'edificio, eravamo solo io e un altro paio di altri ragazzi in piedi nei corridoi. Andai alla porta d'ingresso sperando che mia madre fosse venuta a prendermi, ma non riuscii a vedere la sua auto. Sospirai e camminai lungo il vialetto del cortile della scuola.

"Hei."

Saltai quando sentii la voce di Nicola provenire da un albero lì vicino. Era appoggiato contro il tronco, come fosse appena uscito da un film. 

"Cosa ci fai qui?"

"Beh..." Disse facendo qualche passo verso di me, gli occhi rivolti a terra. Stava arrossendo.

"Mi chiedevo se, vorresti venire con me alla partita di rugby? Qui, a scuola." Calciò i sassolini sul marciapiede e si passò le dita tra i capelli. Inclinai la testa confuso e, quando vidi che continuava a guardare in basso, corrugai la fronte. Non era mai stato così timido.

"Intendi, uscire insieme come facciamo di solito?" Chiesi.

"No. Come in un appuntamento? So che è come se ne avessimo avuti molti, ma era più come uscire che come appuntamenti o altro. Questo sarebbe stato il nostro primo, vero, appuntamento."

"Mi stai chiedendo un appuntamento?"

"Sì." Mi guardò, si poteva dire che le sue guance ardevano.

"Ecco, non lo so"

"C-cosa? P-perché?" Si preoccupò improvvisamente.

"Non immaginavo che la prima volta che mi sarebbe stato chiesto di uscire per un appuntamento, mi sarebbe stato chiesto così freddamente."

Ed era vero. Avevo sempre immaginato qualcuno che mi chiamasse per nome e che me lo chiedesse senza esitazione o paura. Affinché fosse fiducioso e me lo chiedesse direttamente.

Nicola girò la testa per vedere se ci fosse qualcuno in giro, non c'era nessuno. Eravamo solo io e lui in piedi, in mezzo ad un sentiero, davanti alla nostra scuola. Dopo aver controllato che fosse tutto libero, si girò verso di me e si avvicinò guardandomi negli occhi.

"Federico De Lucis, verrai a questo appuntamento con me?"

Alzò la voce con sicurezza ed emise un respiro profondo. Le sue sopracciglia si inarcarono e le sue spalle si sciolsero. Così era un po' come lo immaginavo.

"Avrei detto di sì in ogni caso. Non c'era bisogno che me lo chiedessi di nuovo. Eri tanto disperato da chiedermelo due volte?" Scherzai. Sorrisi e notai l'angolo della bocca di Nicola alzarsi. Il suo sorrisino era una delle cose che preferivo di lui, insieme al modo in cui si passava le dita tra i capelli.

"Vuoi andarci o no?" Disse nuovamente ridacchiando ma utilizzando un tono un po' più duro allo stesso tempo.

"Sì, sì. A che ora inizia?"

"Alle otto di sera e finisce verso le dieci."

"Ehm, ho il coprifuoco alle nove. Ma siccome, mia madre è la migliore amica di tua madre, forse, per una volta, non si arrabbierebbe."

"Hai il coprifuoco?" Disse gettando la testa indietro ridendo mentre puntava un dito verso di me, e teneva l'altra mano sul suo petto.

Cosa c'era di male nell'avere un coprifuoco? Solo perché lui poteva fare quello che cazzo voleva, non significava che tutti potessero farlo. Sono stato cresciuto in quel modo.

"Non ridere. Solo perché tu non hai il coprifuoco, non è un male che qualcun'altro ne abbia uno."

"Non prenderla a male. Quello che sto cercando di dirti è che hai diciassette anni, devi cercare di essere un po' più indipendente, perché tra non molto andrai all'università. Divertiti finché puoi."

Locker 17 ~ strecico💜❤️ [DISCONTINUED]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora