Chapter 13

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Nicola's pov

Continuavo a guardare l'orologio, senza staccare gli occhi da esso. Mancava solo un minuto prima che suonasse la campanella. Cosa avrei dovuto dirgli? La mia mente era disseminata di pensieri e parole. Non gli avrei voluto dire tutta la verità, ma non gli avrei di certo mentito.

Nel giro di un paio di secondi la campanella suonò e tutti si precipitarono al di fuori dell'aula. Come al solito, fui l'ultimo ad uscire dalla classe. Sorpassai i banchi ed uscii dall'aula. Probabilmente Fede era già in caffetteria, ma decisi di andare a controllare al suo armadietto, in caso fosse lì.

I miei occhi lo cercarono nel corridoio ma non c'era. Andai in caffetteria e vidi Sarah, quella puttana. Lei era proprio accanto a Fede e, lui stava, ridendo con lei? Avrei giurato che non gli piacesse Sarah, ma immaginai di essermi sbagliato.

Scossi la testa. Volevo davvero essere amico di Federico ma, non sopportavo vederlo con una ragazza, o con chiunque altro. Poi, dopo quello che successe con Sam, lo spinsi via.

Fede smise di ridere quando mi vide seduto da solo ai tavoli in fondo. Abbracciò Sarah e lasciò lei e il suo gruppo. Si poteva chiaramente vedere la sua insicurezza mentre camminava verso di me, un po' come se fosse nervoso. Esitò un po' quando si sedette.

"Mi dispiace, so che ti stanno fissando tutti."

Guardai dietro di lui e notai che aveva ragione. Tutte le loro mascelle caddero quando lo videro parlare con me. Davvero la gente lì mi vedeva come una specie di mostro con cui nessuno parlava o con cui nessuno aveva il coraggio di parlare? Quando li guardai se ne accorsero tutti e spostarono rapidamente lo sguardo sul pavimento. Cazzo, era davvero così strano per due maschi parlare da soli? Guardai Fede e gli diedi le patatine che comprai quando era impegnato a parlare con il suo gruppo.

"Per me?" Mi chiese quando le spinsi sul tavolo verso di lui.

"Si, pensavo che ne volessi alcune."

"Grazie."

Non si comportava come faceva di solito. Era il Federico con cui ho iniziato a parlare il giorno in cui siamo andati in quel cafè.

"Non devi più fingere di non conoscermi. Lasciati andare." Risi e scherzosamente appoggiai una mano sulla sua spalla. La caffetteria si riempì di sussulti e bisbigli vari. Non mi sentivano ridere da anni ma non mi feci troppi problemi. Cercai di ignorare il fatto che la caffetteria era silenziosa e che tutti avevano gli occhi incollati su di me.

"Mi dici chi è Sam?"

Grande. Speravo se ne fosse dimenticato. Feci un respiro profondo e mi chinai leggermente verso di lui dato che era seduto di fronte a me.

"Sam era un mio amico. Morì circa un anno dopo che lo incontrai. Io e Sam non eravamo migliori amici, eravamo molto simili." Non potevo fare a meno di sorridere quando parlavo di Sam. Un'abitudine che dovevo mandare via.

"Quindi voi due eravate solo amici?"

Notai i suoi occhi che iniziavano a brillare leggermente.

"Si, nulla di più. Io gli piacevo, lo so, ma non gliel'ho mai sentito dire."

Il mio sguardo non era più su Federico ma sul tavolo.

"Quindi era gay?" Disse lui. Sembrava fosse sorpreso dalle mie parole.

"Era bisessuale. Nessuno l'ha mai saputo oltre me. Lui si fidava solo di me e di nessun altro, dipendeva da me."

"Che aspetto aveva?"

Questa era la domanda che volevo evitare più di tutte le altre che aveva.

"Aveva i capelli di un biondo scuro e gli occhi azzurri. Potresti pensare che ho molti tatuaggi ma i miei sono niente in confronto a quanti ne aveva lui. Era più grande di me di tre anni, anche se sembrava più piccolo e io sono sempre sembrato più grande rispetto alla mia età. Sam avrebbe dovuto laurearsi il giorno dopo la sua morte. Fu un grande shock per tutti qui e anche per me perché lui non è mai stato un tipo con pensieri suicidi."

Locker 17 ~ strecico💜❤️ [DISCONTINUED]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora