Chapter 30

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"Cosa?" Chiesi ad Alex che sembrò preoccupato tutto d'un tratto.

"Nicola non te l'ha detto?"

"Dirmi cosa?" La disperazione nella mia voce era chiara.
Di che diamine sta parlando?

"Preferirei non parlartene. Aspetta finché te lo dice lui, non vorrei finire di nuovo nelle condizioni in cui ero venerdì."

"Non dirò nulla, te lo prometto." Entrai in classe dopo di lui, lo seguii al nostro banco e mi sedetti accanto a lui.

"Non lo so Fede. Penso ci sia una ragione se non te l'ha detto." Disse mentre tirava fuori una matita dal suo astuccio.

"Per favore." Lo pregai, intrecciando le mie mani insieme. 
Se non me lo vuole dire lui allora ne dubito che lo farà Nicola, chissà che altro non mi ha detto.

"Non voglio più problemi con Nicola, specialmente dopo quello che è successo."

"E non ne avrai. Dai Alex ti prego, ci manca poco che inizio a pregarti in ginocchio." Esagerai abbastanza per fargli sputare il rospo. Sospirò e finalmente parlò.

"Nicola e Michele sono fratellastri. Tutta la scuola ne è venuta a conoscenza quando si è trasferito qui, diceva a tutti di avere un fratellastro maggiore e di come avrebbe fatto a pezzetti chiunque avrebbe provato a fargli del male."

"Aspetta, ma Michele non è nel nostro anno?" Alex scosse la testa, e io la inclinai confuso.

"Sì, è nel nostro anno... per la terza volta." I miei occhi e la mia bocca si spalancarono in shock alla fine della sua affermazione.

"Ho parlato troppo ve-"

"No." Lo interruppi.

"Comunque, Michele non se ne fotte niente della sua istruzione e continua a venire bocciato alla maturità. Penso che se potessero tenerlo qui ancora lo farebbero, ma quest'anno finalmente si diplomerà, o almeno è quello che dicono. Diplomarsi a vent'anni è strano, almeno non li dimostra."

"Che ha a che fare Nicola in tutto questo?"

"Oh giusto! Allora, Michele e Nicola erano abbastanza vicini, ma il più grande non gli si avvicinava nemmeno a scuola. Quando arrivava l'ora di pranzo lo lasciava sempre da solo a mangiare in caffetteria. Nicola cercava in ogni modo di entrare nel gruppetto del fratellastro, che era formato da Jacopo, Teo e Sam. A Michele non importava per nulla di Nicola o almeno, a scuola era così, se avesse tenuto anche un minimo al più piccolo lo avrebbe fatto pranzare con lui, invece nemmeno quello. Ed era proprio per questa cosa che Michele e il suo gruppetto lo prendevano in giro, poi Sam iniziò a sentirsi in colpa per quello che stavano facendo a Nicola quindi smise di uscire con Michele. Fu proprio in quel momento che iniziò la faida tra i due fratellastri. I loro genitori non hanno mai saputo che loro due erano 'amici', in modo che la madre di Nicola non venisse a conoscenza che il suo ex marito si fosse rifatto una vita nella sua stessa città." Il professore iniziò la lezione ma non fece caso a noi due, essendo noi seduti in fondo.

"Come fai a sapere tutte queste cose?" Gli sussurrai, cercando di non recare disturbo al prof che spiegava. Alex si girò nella mia direzione e ghignò leggermente.

"Beh ecco, diciamo che facevo parte del gruppetto di Michele." Cosa avevano appena sentito le mie orecchie? Oh Cristo.

"M-ma tu non sei per niente come lui, Michele è pieni di tatuaggi e poi beh è Michele." Sventolai le braccia davanti a me incredulo.

"Vedi, Michele non era così prima, proprio come Nicola. Prima sembrava che nessuno dei due avrebbe mai fatto male nemmeno ad una mosca, ora sembra che farebbero del male a più di una sola mosca." Disse ridendo.
Ora che ci penso la sua risata è parecchio contagiosa.

"Fammi indovinare, tutto questo era prima che Sam morisse. È stato dopo che lui è morto che Michele è cambiato?" Dissi alzando gli occhi al cielo.

"Sip. Ti ho mai detto che assomigli molto a-"

"A Sam, lo so." Alzai nuovamente gli occhi al cielo.

"De Lucis!" Il prof mi richiamò e l'intera classe si girò a guardarmi.

"Venti minuti di punizione oggi dopo la fine delle lezioni." Sospirai e buttai indietro la testa, merda. Mi girai verso Alex e vidi che stava ridendo, come sempre d'altronde.

Nicola's pov

Una volta uscito da scuola potetti finalmente cambiare quella stupida maglia a maniche lunghe, dal momento che non avrei più dovuto nascondere le prove di quello che successe poche ore prima. Fortunatamente Federico non notò nulla altrimenti si sarebbe continuato a chiedere il perché di tutti i casini che combinavo.

Ero fuori da un paio d'ore, guidando in giro per Sassari pensando a cosa avrei dovuto fare per il compleanno di Fede o almeno cosa avrei dovuto prendergli. Arrivai al minimarket sulla strada principale e parcheggiai. Mi feci strada all'interno sperando di trovare qualche cartolina di buon compleanno.
Gli piacerà sicuramente, o almeno spero.

I miei occhi ispezionarono le cartoline sullo stand, erano tutte con qualche disegno di animali o di personaggi di cartoni animati, niente di sentimentale che gli sarebbe potuto piacere un minimo. Ma poi una in particolare catturò la mia attenzione, era bianca marmorizzata in viola e lilla ma, appena la presi sentii una voce alle mie spalle.

"Nico?" Disse lui.

"Cosa diavolo vuoi Raoul?" Rimisi a posto la cartolina e mi girai a guardare quell'uomo.

"Non posso nemmeno salutare mio figlio ora?" Che stronzo.

"Non da quando hai abbandonato mamma. Ora potresti andare a farti fottere e lasciarmi in pace?" Sputai le mie parole con rabbia. Lui si avvicinò a me e mi abbracciò, mentre io cercavo di liberarmi, e appena ci riuscii gli lanciai uno sguardo disgustato. Non riuscivo a sopportare quell'uomo che avrei dovuto chiamare padre. Aveva in dosso un completo.
Coglione.

"Andiamo figliolo rilassati un po'!" Agitò le braccia verso di me.

"Ma tu cosa ci fai qui scusa? Questo posto non è troppo poco costoso per i tuoi gusti?" Dissi la verità, non si era mai accontentato di poco. Beh in effetti si stava accontentando di poco, basta prendere come esempio la madre di Michele. Stava con una puttana e nemmeno se ne rendeva conto, in quel momento quasi mi sentii in colpa che avesse abbandonato mia madre.

"Ero passato a comprare delle cose per Clara." Spostò la mano da dietro la schiena rivelando una scatola di assorbenti e una di Tampax. Disgustoso.

"Clara? Ah sì, la troia. Giusto." Sogghignai, stuzzicandolo su quella zoccola di sua moglie. Alzò gli occhi al cielo e andò alla cassa.

Alla fine non presi nulla per Fede, invece presi alcune cose per le ferite presenti sulle mie mani. Guardai il mio telefono, era già passata mezz'ora dalla fine della giornata scolastica. Federico avrebbe già dovuto essere fuori da scuola. Lo chiamai due volte ma non rispose, solitamente mi avrebbe risposto subito alla prima chiamata o mi avrebbe richiamato subito dopo, ma non lo fece. Camminai fino alla cassa e mi misi in fila dietro Raoul.

"Mi scusi devo rispondere." Disse alla cassiera e rispose al telefono.

"Pronto?...Sì sono io...Sì sì arrivo subito." Agganciò la chiamata con un'espressione preoccupata. Si girò nella mia direzione.

"Il tuo fratellastro ha fatto una rissa a scuola con un altro ragazzo, lasciandolo inconscio. E ora devo andare a scuola per occuparmi di questa cosa. Non imparerà mai, vero?" Mi disse e scosse la testa deluso. Probabilmente aveva bisogno di sfogare la sua rabbia su qualcuno dopo averlo messo ko quella notte.


Spazio Autrice :]

Hello everyone!! Come state? Che mi raccontate di bello?
È appena successo un miracolo, lo sapete vero?
Ceh parliamone è passata solo una settimana dallo scorso capitolo e non il solito mese o più ahahah
Amatemi ahahahah
ALSO THANK YOU SO SO SO MUCH PER LE 6.4K LETTURE E LE 421 STELLINE VI AMO INFINITAMENTE<333
Ricordatevi di rimanere idratati e di mangiare qualcosa<3

- Nessa<3

Locker 17 ~ strecico💜❤️ [DISCONTINUED]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora