Chapter 22

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 Federico's pov

Un sorrisetto si diffuse sul suo viso mentre si avvicinava a me. Era sempre più vicino ma, quando vidi un volto familiare dietro di lui all'interno del ristorante, prima che potesse fare qualsiasi cosa, lo fermai. I suoi occhi si spalancarono, chiaramente scioccati davanti a quella scena.

Dei capelli castani con sfumature celesti si rizzarono in aria, Alessandro. Quando vide me e Nicola in quella posizione, lasciò cadere i piatti sporchi che teneva tra le mani. Il grembiule bianco avvolto attorno alla sua vita e la camicia bianca abbottonata, mi rivelarono che era un cameriere lì. Dall'esterno si sentirono i piatti che si ruppero sul pavimento. Notai che tutti dentro si girarono a guardarlo, il suo sguardo si spostò da noi due e venne rivolto ai piatti rotti per terra. 

"C'è qualcosa che non va?" Mi chiese Nicola cercando i miei occhi, e si rese conto che stavo guardando qualcosa alle sue spalle. Lui cercò di voltarsi la io lo fermai, non volevo che si preoccupasse di tutto ciò. Non potevo permettere che la nostra magnifica serata si rovinasse in quel modo.

"N-niente. Si sta facendo tardi e il viaggio è lungo, penso che dovremmo andare."

Nicola emise un sospiro di frustrazione e si avvicinò al lato del guidatore, sbattendo la portiera una volta entrato. C'era sempre qualcosa che rovinava i nostri momenti.

Entrai in macchina dopo di lui, chiudendo la portiera delicatamente. Ci allacciammo le cinture di sicurezza e ci avviammo verso casa. L'intero viaggio di ritorno fu tranquillo e, verso metà strada mi addormentai. Arrivammo a casa mia prima che io me ne potessi accorgere e Nicola mi scosse delicatamente la spalla per svegliarmi.

"Oh scusa." Dissi, inciampando mentre uscivo dall'auto, non ancora del tutto sveglio. 

Mi avvicinai alla porta d'ingresso per sbloccarla ed entrai accendendo le luci del salotto. Mia madre non era ancora a casa, il che significava che probabilmente era ancora fuori con Sofia. Mi diressi nella mia stanza e Nicola mi seguì, appena arrivammo alla nostra destinazione lo vidi raccogliere la sua maglia dal pavimento.

"Ti vuoi cambiare?" Gli chiesi.

"No, me ne vado."

"Vuoi andartene? Perché?" Si sentiva perfettamente la disperazione nella mia voce.

"Mia madre già lo sa, quindi che senso ha nasconderlo?"

"Ma stamattina hai detto a tua madre che-"

"Voglio andare a casa ok? Lascia perdere, una notte è bastata e inoltre domani tu hai scuola." Il suo tono era duro, ma aveva ragione. Se fosse rimasto avremmo finito per parlare tutta la notte.

Uscì dalla mia stanza e scese le scale, sapevo che non dovevo essere troppo appiccicoso con lui, ma non potevo farne a meno. Camminai dietro di lui fino alla porta d'ingresso finché non la oltrepassò.

"Vuoi ancora studiare domani pomeriggio?" Sbottai mentre lo vedevo avvicinarsi alla sua macchina.

Lui si fermò e girò leggermente la testa all'indietro, quel tanto che bastava per farmi vedere un occhio e parte del sorriso compiaciuto che gli copriva il viso. Annuì, si avvicinò alla sua macchina e se ne andò.

Era ovvio che fosse arrabbiato per quel bacio mancato e volevo spiegargli il perché, ma non potevo. Tornai nella mia stanza e mi sdraiai sul mio letto per continuare il pisolino da cui ero stato svegliato.

...

Il suono della sveglia riempì la stanza, mi girai, la spensi e controllai l'orario, erano le 07:15. Dato che Nicola non andava più a scuola non c'era la necessità di andare presto solo per riuscire a vederlo vicino al mio armadietto, quindi tornai a dormire e finii per svegliarmi alle 08:20. La seconda ora iniziava alle 08:45, sarei arrivato in ritardo a meno che mia madre non mi avesse accompagnato. Quando tornai a casa la sera prima lei non era ancora in casa, quindi immaginai stesse ancora dormendo.

Locker 17 ~ strecico💜❤️ [DISCONTINUED]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora