Luca

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Era quasi mezzanotte, e come quasi tutte le sere da quando sono a Roma, le mie fan urlano il mio nome a suargiagola finché non scendo giù, e devo ammettere che tutto questo non mi dispiace, loro vogliono bene a me e io ne voglio a loro. Misi le scarpe e un giacchetto e uscì dal mio appartamento, presi l'ascensore, e stranamente sentì un odore diverso, mischiato all'odore del mio profumo, era selvatico e delicato allo stesso tempo, mi ricordava qualcosa. Arrivai giù e uscì fuori, c'era meno folla del solito feci qualche autografo e selfie e alle 02:00 tornai su, sentì di nuovo quel profumo. Entrai in casa, rimasi in boxer e andai a letto. Non riuscivo a dimenticare quel profumo, quando mi ritornò alla mente il sogno che feci qualche sera prima. Dissi ad alta voce "ma che ti passa per la testa Luca era solo un sogno, anche se l'ho hai sognato spesso, ora sono sere che non sogni più, non pensarci più e dormi". Finalmente mi addormentai, e dopo sere che non sognavo nulla, eccolo quel sogno, mi trovo a Viale Fortunato Mizzi poco distante da dove abito, sono circondato dalle mie fan, quando sento un profumo di fiori selvatici  e una mano che mi tocca la spalla, sto per girami e vedere chi mi ha toccato, ma ahimè la sveglia suonò è mi svegliò. Appena sveglio ero incredulo, caspita Luca il sogno e tornato, sarà stato per l'odore sentito in ascensore mi chiesi. Ero confuso. Mi alzai dal letto, feci una doccia veloce, indossai l'accappatoio grigio chiaro, e andai in cucina era piccola ma carina, preparai delle frittelle di avena e un bel the allo zenzero, cannella e cardomomo che adoravo, mangiai il tutto ripulì la cucina, e mi andai a cambiare, feci scivolare a terra l'accappatoio, indossai dei boxer neri, un pantalone e una felpa con cappuccio neri, le mie scarpe sportive preferite, lasciai i capelli al naturale leggermente mossi, presi gli occhiali da sole, e scesi giù, Marco e Alberto erano già arrivati e mi stavano aspettando di sotto.

Arrivai giù e uscì fuori. C'erano alcune ragazze, feci autografi e selfie, salutai gentilmente, e sali sull'auto di Alberto, mi portarono a Viale Fortunato Mizzi, caspita che coincidenza pensai, stanotte l'ho sognato. Io e Marco scendemmo dall'auto, e Alberto andò a parcheggiare. Appena ci raggiunse, io incominciai a correre, Marco mi conometrava per vedere quanto sono veloce e Alberto che oltre a essere un mio carissimo amico e anche il mio allenatore correva accanto a me per motivarmi. Come al solito la corsa duro poco, appena raggiunto il parco a pochi metri da una bellissima fontana che ricordava una forma ottagonale, la fontana delle tre anfore, una folla mi chiuse al suo centro, mentre scattavo selfie e firmavo autografi sento quello odore di fiori selvatici che avevo sentito in ascensore e nel sogno, senti anche una mano che mi toccò la spalla destra, stavo per girarmi quando Marco mi chiamò per andare via, andai da lui e quando lo raggiunsi Alberto ci chiamo urlando spaventato, "Luca, Marco correte ho appena investito una ragazza e caduta a terra ed é priva di conoscenza".

Mi inchinai a terra accanto a lei mi avvicinai per sentirne il respiro, gli misurai con le dita i battiti del polso e controllai i battiti al collo, rassicurai Alberto che era ancora viva. Notai una catenina con delle pietre a me familiari, la raccolsi e la misi in tasca, presi il suo cappello che alla sua caduta gli cadde dalla testa e lo diedi a Marco, racccolsi tra le mie braccia la ragazza da terra, e l'appoggiai sul sedile posteriore dell'auto, mi sedetti al suo fianco e appoggiai con delicatezza la sua testa sulla mia spalla, Marco si sedette davanti accanto ad Alberto che accese il motore e via verso l'ospedale, lungo il tragitto l'odore di un profumo selvatico era sempre più inteso, era lei che odorava così profumatamente, la osservai tutto il tempo, "mamma quanto è bella" dissi tra me e me, indossava un abito lungo arancione e un cappello di paglia che adesso aveva Marco, i suoi capelli erano lunghi e mossi di un castano scuro la sua pelle così liscia e perfetta, la luce del sole che rifletteva dal finestrino illuminava il suo volto, avevo una dea tra le braccia. Nel frattempo siamo arrivati in ospedale, Alberto parcheggió all'ingresso, aprì lo sportello e scesi, la ripresi tra le mie braccia e la portai di corsa dentro, gridai aiuto e subito delle infermiere mi vennero incontro, me la feceró mettere su un lettino e se la sono portata via, intanto Marco e Alberto mi raggiunseró, mentre aspettavamo sue notizie, io non riuscivo a togliermela dalla testa. Dopo un pò, finalmente uscì uninfemiera, gli chiesi come stesse la ragazza, e mi rispose: "si è svegliata, sta bene tranquilli. Ero così felice che feci un salto di gioia. Chiesi se la potevo vedere, mi rispose di sì e andai da lei, Marco e Alberto mi seguirono. Una volta entrati, lei non c'era,l'infermiera mi aveva detto che era andata in bagno, mi appoggiai alla finestra e guardavo fuori, e dopo due minuti lei uscì dal bagno e si sedette sul letto, io rimasi girato di spalle.

Alberto gli chiese mille volte scusa ripeteva di non averla vista arrivare, lei lo rassicuró, "tranquillo sto bene, in fondo è colpa mia stavo assorta dai miei pensieri gli disse la ragazza più bella che avessi mai visto. Ad un tratto il silenzio avvolse la stanza, mi giro e noto che mi stava osservando, ha le guance arrossate, mamma quanto mi piace. Non riesco a staccare lo sguardo da lei. Mi avvicino, tiro fuori dalla tasca la sua collanina e gliela metto nelle mani, appena le tocco le dita, delle scosse invadono il mio corpo e rimango immobile e senza parole davanti a lei.

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