Juan viene catturato

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LUCA

Stringevo forte tra le mie braccia, l'amore della mia vita, colei che mi ha fatto innamorare per la prima volta, l'unica per cui il mio cuore battesse così forte, e adesso grazie a lei, al suo amore e grande cuore, nelle nostre vene scorreva lo stesso sangue.
La cosa che non capivo come mai, non erano stati i miei genitori a darmi il sangue, non sono stati idonei, non mi avranno nascosto qualche brutta malattia. Guardai a turno mia madre e mio padre e domandai a entrambi: "Mamma, papà state bene? Non mi state nascondendo nulla? Se avete qualche problema di salute, ditemelo perfavore." I miei genitori si guardarono negli occhi e scoppiarono a piangere, e si avvicinarono a me e si sedettero sul mio letto, mi presero una mano ciascuno e stavano per dire qualcosa, quando, all'improvviso la porta della mia stanza sì aprì e entró Juan vestito da dottore, con la pistola in mano e la puntò verso di me e disse: "Ciao Luca.." Ma Giada lo interruppe e gli urlò contro: "Assassino, uomo senza cuore, lasciaci in pace, non sarò mai tua, è Luca l'uomo che amo."
Juan incominció a ridere senza sosta. Alberto disse con tono abbastanza duro: "Come sei riuscito ad entrare Juan? Ci sono i poliziotti li fuori." Juan rispose ridendo: "Semplice non mi hanno riconosciuto vestito così? Ma adesso basta chiacchiere, ho un conto in sospeso con Luca." Lo guardai e gi dissi: "Cosa pensi di fare Juan, vuoi uccidermi davanti a tutti, compresa Giada. Anche se riuscirai ad uccidermi Giada non sarà mai tua. Non avrai mai il suo amore, Giada ama solo me."

GIADA

Mentre Luca parlava a Juan, riuscì di nascosto a fare il numero della polizia e appoggiai il cellulare sul mobiletto dietro di me, sperando riuscissero a sentire quello che stava accadendo, poi mi misi accanto a Luca e gli presi la mano e dissi: "Juan se vuoi uccidere Luca, allora prima dovrai uccidere me. Non ti permetterò di fargli ancora del male." Luca mi guardò e disse: "No Giada, non permetterò mai che questo accada, sei la mia unica ragione di vita, alzati ti prego allontanati da me, non posso permettere che ti venga fatto del male amore mio." Gli risposi: "Non ci penso proprio amore mio, starò sempre accanto a te nel bene e nel male." Juan interruppe il nostro dialogo e disse: "Smettetela di fare i piccioncini." Incominciò a camminare e puntò la pistola sul viso di Alberto e uno dopo l'altro la puntò a tutti, e arrivò da me, mi afferrò forte il braccio e mi spinse verso di lui, e mi portò con forza davanti alla porta e disse: "Cammina, tu adesso vieni via con me." Sul viso di Luca leggevo paura. Mi rivolsi a Luca e dissi: "Non aver paura amore mio, stai tranquillo tornerò presto da te. Ti amo amore mio."
In quella stanza c'era il terrore sul viso di tutti. Juan mi trascinò fuori dalla stanza e chiuse la porta.

INFERMIERA

Ero appena uscita dalla stanza della signora Rosa, mi trovavo nel corridoio quando vidi un uomo con la signorina Giada camminare con passo veloce attraverso il corridoio, mi passarono accanto, e da dietro notai che quell'uomo teneva una pistola premuta contro la schiena della signorina, così urlai forte in modo che i poliziotti che si trovavano in fondo al corridoio mi potessero sentire: "Aiuto quell'uomo è armato," ma purtroppo si gira verso di me e sta per spararmi, quando la signorina Giada, sferra un calcio laterale e lo colpisce su entrambe le gambe facendolo cadere a terra, e appena cadde giù all'urto con il pavimento, la pistola scivolò via. Nel frattempo i poliziotti si erano avvicinati e raccolsero la pistola da terra, e misero le manette a quel criminale che al momento si trovava ancora a terra con la signorina Giada che lo teneva bloccato con i suoi piedi sulla schiena di quel delinquente. Nel mentre il corridoio era pieno di poliziotti ed era arrivato anche il commissario. Alcuni di loro presero in custodia quell'uomo, e la signorina Giada venne dov'ero io. La ringraziai infinitamente per avermi salvato la vita, mi rispose: "Sono io che devo ringraziare lei, se non avesse urlato, Juan non mi avrebbe mai liberata, e no avrei ma potuto metterlo ko."

GIADA

Mi avvicinai a Juan, che era ammanettato, era tenuto da due poliziotti, lo guardai negli occhi e gli dissi: "Sei un uomo crudele, come hai potuto fare tutto questo a un tuo amico. Ringrazia Dio che il mio Luca é ancora vivo. Devi marcire in galera." La polizia finalmente lo portò via.
Il commissario venne verso di me è disse: "Signorina, ha avuto una bella idea a chiamare la polizia e lasciare la chiamata aperta, grazie a lei siamo venuti qui." Ringraziai il commissario e tornai da Luca.

LUCA

Quel delinquente aveva portato via la mia Giada, se solo avrebbe osato fargli del male, stavolta non l'avrebbe passata liscia. Intanto Alberto, Marco e i fratelli di Giada Diego e Davide gli corsero dietro. Ero disperato.
La madre di Giada e mia madre si misero a piangere.
Dopo una quindicina di minuti tornarono in camera e subito dietro di loro c'è il c'era il commissario, ma sopratutto c'era lei la mia meravigliosa Giada, che corse velocemente verso di me e mi abbracciò forte. A un certo punto il commissario raccontò tutto quello che era successo e di come Giada aveva fatto catturare Juan.
Guardai la mia Giada negli occhi e gli sorrisi. Ringraziai il cielo e il buon Dio per avermi dato una donna così forte, coraggiosa, dolcissima, con un cuore enorme e bella, bella da far perdere la testa. La strinsi forte a me e gli dissi: "Ho avuto tantissima paura per te amore mio, ma tu come sempre mi hai dimostrato che te la cavi molto bene anche da sola. Ti amo tantissimo Giada Fenice." Giada mi rispose: "E l'amore che provo per te, a rendermi così forte amore mio, finché avrò vita nessuno potrà mai portarti via da me, io non lo permetterò mai, ti amo tantissimo Luca Albatros.''
Chinó il suo volto sul mio e non importandosi di chi c'era in camera con noi mi bació con dolcezza.

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