GIADA
Mi svegliai in una camera di ospedale. Chiesi all'infermiera che mi stava misurando la pressione, che cosa mi fosse successo, lei con dolcezza mi rispose che un auto mi aveva investita e nel cadere a terra persi conoscenza e che l'uomo che mi investì mi portò in ospedale. "Cavoli" dissi tra me e me, "non avevi nient'altro di meglio da fare che investirmi, proprio quando avevo trovato il ragazzo che sogno da un mese e mezzo," continuai a pensare. Andai in bagno e l'infermiera uscì dalla camera. Quando uscì dal bagno, nella mia stanza c'erano tre uomini, salutai e mi sedetti sul letto, uno di loro era girato di spalle e guardava fuori dalla finestra, un uomo sulla quarantina con barba e capelli brizzolati e occhi azzurro ghiaccio, non faceva che scusarsi e dire quanto era dispiaciuto, gli risposi di stare tranquillo che stavo bene. Al suo fianco, c'era l'uomo che avevo visto al parco, e colui che chiamò il ragazzo prima che si potesse girare verso di me chiamandolo Luca, mi voltai subito verso la finestra era ancora girato di spalle l'osservai bene, e mi resi conto che era lui ed era lì. Pensai tra me me, "perché non ti giri, muoio dalla curiosità di vedere chi sei". Quando ad un certo punto si voltó verso di me, diventai rossa, caspita quanto era bello, aveva gli occchi castano scuro, la barba lunga perfettamente curata, e un sorriso da togliere il fiato mentre sorrideva due stupende fossette gli facevano da cornice. Si avvicinò a me e mi mise nelle mani la mia collanina dicendomi con una voce dolce come miele d'api, "questa e tua, ti sarà scivolata dal collo quando sei caduta a terra." Appena le nostre mani si sfiorarono, un ondata di brividi invase il mio corpo. Ci guardammo negli occhi senza parlare per un lungo minuto, i suoi occhi mi erano familiari ma non riuscivo a capire perché. Trascorso il minuto mi disse," come ti chiami meravigliosa creatura?" Lo guardai con un leggero imbarazzo. "Piacere sono Giada Fenice" e gli porsi la mano. Lui strinse forte la mia e rispose: "Piacere mio, io sono Luca Albatros." Rimasi scioccata e dopo due minuti riuscì a parlare, e gli domandai "quel Luca Albatros, il campione olimpionico di kick boxing più bravo di sempre." Si mise a sorridere e mi domandò, "Allora sai chi sono? ", Risposi di sì, sapevo esattamente chi era, da appassionata e praticamente di Kick boxing seguivo tutti i campionati, ma era un anno che non lo vedevo, aveva subito un infortunio. Lo guardai e gli risposi: "certo che so chi sei, anche sei diverso, sei cambiato molto, l'ultima volta che ti ho visto in TV, avevi i capelli cortissimi quasi rasati ed eri senza barba.". Mi guardò con dolcezza e mi rispose: "dopo l'infortunio ho cambiato look, non sto bene così?" tra me e me pensai "come sei sta bene, sei bello più del sole." Mi fissava aspettando una risposta, lo guardai e gli risposi, "certo che stai bene." Poi continuai "sei cambiato moltissimo, se non mi dicevi il tuo nome non ti avrei riconosciuto almeno non subito." Sorrise, e sorrisi anch'io, non riuscivamo a smettere di guardarci negli occhi, ci dimenticammo persino, che i suoi amici erano lì in camera con noi. Sentimmo bussare alla porta era l'infermiera, che venne a dire, di andare via che l'orario di visita era terminato. Cavoli non volevo che andasse via, avevo finalmente davanti a me l'uomo dei miei sogni, nel vero senso della parola visto che lo sognavo da un mese e mezzo, e quello che ho fatto per trovarlo. Marco è Alberto mi salutarono e lasciarono la stanza per primi. Luca rimase un altro po. Mi toccò il viso con delicatezza e guardomi negli occhi mi disse: "non ti libererài di me, domani ti vengo a prendere io, e mi diede un dolce bacio sulla guancia. Si girò e andò via. Rimasi da sola, e con la mano mi tenni il viso, mi ero emozionata al tocco delle sue labbra sulla mia guancia. Che strano effetto che mi faceva. Perfortuna l'indomani sarebbe tornato. Era già molto tardi, avevo già cenato, appoggiai la testa sul cuscino, e mi addormentai. Quella notte, sognai Luca che mi teneva stretta a sé con molta, ma molta passione.
LUCA
Più la guardavo più mi piaceva, era così bella e dolce allo stesso tempo. Mi attirava come una calamità. Ci guardammo tantissimo, non curandoci dei miei amici, quando entró l'infermiera dicendoci che saremmo dovuti andare via. La salutai con un bacio sulla guancia, il suo profumo mi mandava in tilt il cervello e non solo. E gli dissi che non si sarebbe liberata di me, che l'indomani sarei andato a prenderla io. Mi voltai e lasciai la stanza. Uscimmo dall'ospedale e andammo a prendere l'auto al parcheggio. Una volta saliti in macchina, Marco e Alberto mi chiesero, "che ti succede campione, non avrai mica perso la testa per quella ragazza" e scoppiarono a ridere. Io li guardai seriamente e gli risposi con tono deciso: "si mi piace Giada e allora? Avete qualche problema a riguardo?" Smisero di ridere, e in macchina caló il silenzio. I ragazzi mi accompagnarono a casa e andarono via, e come al solito davanti al portone mi aspettavano le mie adorabili fan. Concessi loro foto e autografi ed entrai nel palazzo. Presi l'ascensore e una volta arrivato al settimo piano si fermò , uscì e andai al mio appartamento, entrai dentro, chiusi la porta e andai nel salone, mi allenai una mezzoretta, mangiai una piccolezza, feci una doccia veloce, misi uno shorts e andai a letto, ero al settimo cielo per la felicità, peccato che non avevo ancora il suo numero altrimenti l'avrei già chiamata. Ma il pensiero che l'indomani l'avrei rivista mi rendeva felice come un bambino quando mangia le caramelle. Spensi le luci, appoggiai la testa sul cuscino e mi addormentai. Quella notte sognai Giada la tenevo stretta a me, con tanta, ma tanta passione.
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Alla ricerca di te
ChickLitGiada e una ragazza di 30 anni, che vive in provincia di Siena, gestisce il suo centro estetico e si vuole espandere sul mercato della cosmetica. Una notte però fa un sogno che gli cambia la vita, sogna tutte le notti da circa un mese un ragazzo mi...