Giada Fenice e Luca Albatros

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LUCA

La notte passò velocemente, mi svegliai con un sorriso a 32 denti. "Accipicchia che sogno pazzesco, spero diverrà presto realtà," dissi ad alta voce. Mi alzai subito dal letto, andai in bagno lavai i denti e feci una doccia calda, mi diedi un'asciugata veloce e misi l'asciugamano intorno alla vita. Andai in cucina, feci una sana colazione e bevvi il mio amatissimo the alla cannella zenzero e cardamomo. Diedi una sistematina e mi andai a cambiare, lasciai cadere l'asciugamano e indossai dei boxer neri, calzini neri, dei jeans blu strappati e una camicia bianca che lasciai sbottonata a metà, sistemai i capelli e indossai le mie scarpe sportive bianche, presi gli occhiali da sole e uscì per andare in ospedale a prendere e portare via con me, il fiore più bello che avessi mai visto. Erano le 08:00 e già ero in ospedale, entrai e andai immediatamente nella sua stanza la nr. 8, bussai e entrai. Era sdraiata nel letto, in altre circostanze mi sarei sdraiato accanto a lei. Quanto era bella la mattina appena sveglia. Mi avvicinai a lei gli diedi un bacio sulla guancia e gli dissi "buongiorno splendido fiore." Lei mi guardò stupita e disse: "Buongiorno a te campione, ma che ci fai qui a quest'ora del mattino?" "Sono venuto a prenderti, te lo avevo detto ieri non ricordi?" le risposi. Sorrise e mi disse: "lo ricordo bene, ma sei venuto troppo presto, ancora i dottori devono passare per la visita, solo dopo posso uscire di qua." Presi la sua mano e gli dissi: "dov'è il problema? Aspetterò con te. " Giada mi guardò con dolcezza e mi disse: "Luca, volevo ringraziarti per aver raccolto la mia collanina e averla conservata. Quella catenina per me è molto importante, ci sono tre pietre particolare a cui tengo molto," mi disse. Strinsi forte la sua mano nella mia, e con l'altra mano frugai nella tasca dei miei jeans e tirai tre meravigliose pietre, li avvicinai alla collana, alzai lo sguardo verso Giada e notai delle lacrime che rigavano il suo stupendo viso, con la mano asciugai i suoi occhi e con voce dolce gli dissi "perché quelle lacrime principessa?" Lei con un dolcissimo sorriso mi rispose: "conosci la storia di queste pietre?" "Certo che la conosco," gli risposi e incominciai a raccontare la leggenda delle pietre, iniziai con le pietre di luna, ne avevamo e entrambi una bianca e una nera.

"Secondo la leggenda, la luna all'interno e luminosa. La pietra nera rappresenta la parte invisibile della luna, mentre la pietra bianca rappresenta la vera faccia della luna.
Ognuno di noi ha due lati. Uno è il nostro lato segreto e sensibile. Il secondo, l'unico, che solo chi ci guarda con amore può vedere, è il nostro vero lato luminoso. E poi protegge i viaggiatori." Lei mi guardo radiosa. E poi aggiunse la" voglio raccontare io la storia della terza pietra."  Io fui d'accordo e ascoltai il suo racconto.

Giada

La notte volò, e mi svegliai in quella camera di ospedale, e pensai a lui, e a quanto era stato dolce e carino con me il giorno prima, non riuscivo a smettere di pensare ai suoi bellissimi occhi scuri e profondi, quando bussarono alla porta e vidi entrare lui in tutto il suo splendore, si avvicinò a me e baciandomi di nuovo la guancia esclamò: "buongiorno splendido fiore." Lo guardai stupita e sorridendo gli risposi: "buongiorno a te campione, ma che ci fai qui a quest'ora del mattino?" Mi rispose che era venuto a prendermi, come aveva detto il giorno prima, e aggiunse non ricordi.

Come facevo a non ricordare quelle parole, a cui non smisi più di pensare da quando li pronunció. Poi lo guardai e gli dissi: " certo che ricordo ma sei venuto troppo presto, i dottori devono ancora passare per la visita, solo dopo posso uscire di qua." Prese la mia mano e mi disse "qual è il problema aspetterò con te." Caspita quanto era dolce. Lo guardai dolcemente e lo ringraziai per aver raccolto e conservato la mia collanina che conteneva tre pietre particolari, a cui tenevo molto. Mi strinse forte la mano e con l'altra frugo nella tasca dei suoi jeans e tirò fuori tre pietre identiche a quelle della mia collana. In me si scatenarono infinite emozioni e delle lacrime di gioia rigarono il mio viso. Mi asciugò le lacrime con la sua mano e con tono dolce mi chiese: "perché quelle lacrime principessa?" Gli sorrisi con dolcezza e gli chiesi se conoscesse la storia delle pietre, mi rispose di sì e incominciò a raccontare la loro storia iniziò con le pietre di luna. Ero incantata conoscevo a memoria ogni singola parola che con la sua dolcissima voce pronunciava, quando terminò, gli dissi che volevo raccontarla io la storia della terza pietra. Mi disse che era d'accordo e iniziai a raccontare:

"La leggenda narra che nel mar baltico in un'antico castello fatto di ambra viveva una dea bellissima, un giorno la dea s'innamoró di un pescatore e anche lui estasiato dalla sua bellezza s'innamoró di lei, la loro storia d'amore fu molto contrastata , nessuno accettava che i due potessero amarsi, così decisero di scappare via e sparire per sempre, ma il Dio del tuono s'infurió cacciò il pescatore in un luogo lontano dalla sua amata, e imprigionó per sempre la dea nel suo castello fatto d'ambra. Da quel giorno la dea disperata cominciò a versare lacrime d'ambra nel mare così che le onde portassero l'ambra sulla riva e il pescatore potesse ritrovarla."

GIADA E LUCA

Insieme dicemmo:
" E aiuta a trovare il proprio amore ovunque nel mondo." E ci abbracciammo forte.

GIADA

Luca mi guardó con occhi lucidi. Io lo guardai emozionata. Quando pronunciammo insieme: "e aiuta a trovare il proprio amore ovunque nel mondo." Il mio cuore batteva allunisono con il suo.
Io Giada Fenice avevo trovato il mio amore.

LUCA

La guardai con occhi lucidi, conoscevo ogni singolo verso di quello che disse Giada. E quando pronunciammo insieme: "
e aiuta a trovare il proprio amore ovunque nel mondo." Il mio cuore batteva all'unisono con il suo.
Io Luca Albatros avevo trovato il mio amore.


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