ALBERTO
Appena arrivai nello spogliatoio, rimasi scioccato, vi trovai Luca a terra in una pozza di sangue, aveva entrambe le mani al cuore, mi avvicinai a lui era ancora vivo e disse: ''Giada amore mio, Giadaaaa." E perse conoscenza davanti ai miei occhi. Chiamai subito Marco e gli raccontai tutto, gli dissi di mandare giù nello spogliatoio l'ambulanza che aveva chiamato per Giada, perché serviva con urgenza a Luca, qualcuno gli aveva sparato, e si trovava privo di conoscenza a terra in una pozza di sangue. Marco non mi rispondeva.
MARCO
Alberto era andato a chiamare Luca. Nel frattempo Giada era rinvenuta, e l'ambulanza era arrivata la stavano visitando quando mi squilló il cellulare era Alberto, risposi e rimasi scioccato, non riuscivo a credere alle parole di Alberto. Ritornai subito in me e urlai ai paramedici: "Perfavore andate giù nello spogliatoio, qualcuno ha sparato al mio amico e privo di sensi in una pozza di sangue. Correte vi prego." Corsero velocemente da Luca, mi girai verso di Giada che piangeva a dirotto, e cercava di liberarsi da Laura e lo staff che la tenevano forte e incominció a urlare: ''Lasciatemi, devo andare da Luca ha bisogno di me, io ho bisogno di lui, per favore fatemi andare da Luca." Era disperata povera Giada, ma lo ero anch'io, per me Luca era come un fratello. Nel frattempo e salito Alberto che andò subito ad abbracciare Giada e gli disse: "Luca era ancora cosciente quando arrivai, aveva entrambe la mani al cuore e disse Giada amore mio, Giadaaaa. I paramedici lo stanno soccorrendo è ancora vivo vedrai che c'è la farà, proprio grazie a te, l'ambulanza si trovava qui proprio perché era servita a te e io sono andato da Luca grazie a te. Dimmi Giada non ti sei sentita veramente male vero?" Giada gli rispose piangendo: "Mi sentì mancare l'aria e una forte fitta mi ha raggiunto il cuore, ho percepito che il mio Luca fosse in pericolo. Ma adesso fatemi andare da lui." Mentre Giada gridava che volesse andare da Luca, i paramedici lo portarono coricato su una barella, gli avevano medicato la ferita e collegato la bombola d'ossigeno, era immobile su quella barella. Giada gli corse incontro distrutta dal dolore, e chiese ai paramedici se poteva salire sull'ambulanza con Luca gli disse che era la sua fidanzata e che vivevano insieme, l'hanno fatta salire e portarono con massima urgenza Luca in ospedale. Io e gli altri raggiungemmo l'ospedale in macchina, intanto Alberto aveva chiamato la polizia, e aveva avvertito i genitori di Luca.
GIADA
Ero sull'ambulanza con il mio amore, gravemente ferito è privo di sensi, mi faceva così male e mi sentivo impotente. Mi sentivo tremendamente in colpa, ero convinta che a sparare al mio Luca fosse stato Juan. Appena mi capita per le mani, me la pagherà, per aver sparato al mio Luca. Non mollai nemmeno per un secondo la mano di Luca. Nel frattempo arrivammo in ospedale di tutta corsa portarono Luca dentro, e il dottore che lo soccorse diede subito ordine di portarlo in sala operatoria. Il dottore mi guardò e disse: "Lei è un familiare? mi servirebbe la firma per poterlo operare e agire si conseguenza se compaiono eventuali complicazioni " Gli risposi: "Sono la sua fidanzata, viviamo insieme, so che non ho nessun diritto legale, ma qui non c'è nessun'altro oltre me, mi assumo ogni responsabilità, la prego salvi il mio Luca." Gli presi con velocità i documenti dalle mani li firmai e li riconsegnai velocemente indietro. Mi sedetti a terra appoggiata con la schiena al muro e la testa appoggiata sulle gambe, le labbra appoggiate a baciare l'anello di Luca, ero disperata, pregavo il buon Dio affinché salvasse il mio Luca. E piansi piansi senza sosta. Nel frattempo erano arrivati, Alberto, Marco e Laura, mi chieseró di Luca ma non avevo sue notizie, ero fuori di me, persi il controllo e come una pazza andavo avanti indietro, e alla prima infermiera che incontrai gli urlai addosso: "Come sta il mio Luca? Perché nessuno mi da notizie?" L'infermiera mi rispose: "Si calmi signorina. I dottori lo stanno operando vedrà che c'è la farà e in buone mani." Feci un sospiro e mi avvicinai ad Alberto e gli dissi: "Ti ricordi il giorno che mi hai investita, mi avete portato in questo ospedale e qui che ho visto Luca per la prima volta, questo ospedale, ci ha portato fortuna una volta, lo farà di nuovo vero Alberto? Lo farà vero?" Incominciai a dare dei piccoli pugni sul petto del povero Alberto, che con molta pazienza, nonostante stesse soffrendo anche lui, mi abbracciò forte, e accarezandomi le spalle disse: "Certo che c'è la farà, Luca e forte tornerà da te e da tutti noi."
Erano passate quattro ore, e ancora non sapevamo nulla, nel frattempo erano arrivati i genitori di Luca, e c'erano anche Elena e tutta la mia famiglia. Carmen mi abbracciò forte e mi disse: "Vedrai che il nostro Luca non ci lascerà, dobbiamo essere forti per lui." Gli risposi: "Oh Carmen, io non posso vivere senza tuo figlio." Scoppiai a piangere e il mio gemello Davide mi tirò tra le sue braccia e mi disse: "Dov'è la mia guerriera, colei che affronta tutto con fede, e non si arrende mai, Giada, Luca e forte e ti ama, non rinuncerebbe a te, non ti lascerà mai." Tutti a turno cercavano di farmi forza ma io crollai in un pianto profondo. Intanto arrivò la polizia dicendoci, che nello spogliatoio purtroppo non c'erano telecamere, e se qualcuno di noi avesse sentito qualcosa, ma che molto probabilmente chi ha sparato a Luca avrebbe usato un pistola con silenziatore. Non mi sembrava vero nessuna prova, ma quell'essere senza cuore non poteva farla franca, così mi avvicinai al commissario e gli dissi: "Commissario, sono la fidanzata di Luca, credo di sapere chi sia stato, l'unico in grado di far del male a Luca e Juan Garcià, sono settimane che ci da problemi, perché ossessionato da me, e vuole portarmi via da Luca, lo prenda commissario per favore." Nel frattempo è uscita un infermiera, e ci disse: "Il proiettile è stato estratto, ma ha colpito il petto, per miracolo non ha preso il cuore, ma ha danneggiato un costato, i dottori lo stanno operando, la situazione al momento è stabile, ma non è ancora fuori pericolo, i nostri dottori c'è la stanno mettendo tutta, vi aggiornerò più tardi." Ero disperata, corsi verso il corridoio urlando: "Juan se ti trovo per te e finita," ma Davide è Diego mi raggiunsero e mi abbracciarono forte, mi liberai in un pianto fortissimo tra le braccia dei miei fratelli.
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Alla ricerca di te
ChickLitGiada e una ragazza di 30 anni, che vive in provincia di Siena, gestisce il suo centro estetico e si vuole espandere sul mercato della cosmetica. Una notte però fa un sogno che gli cambia la vita, sogna tutte le notti da circa un mese un ragazzo mi...