Il segreto di Alyda

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GIADA

Per fortuna la notte passò velocemente, stava iniziando un nuovo giorno, ma avevo un brutto presentimento. Mi alzai di scatto, e con il pigiama ancora addosso, andai su da Luca. Bussai alla porta, mi aprì con gli occhi ancora socchiusi dal sonno, indossava degli shorts e una canotta neri, i capelli erano tutti scompigliati, mi guardó con occhi dolci e mi disse qualcosa, ma io non capì nulla di quello che diceva, mi ero persa nel guardarlo. Quando ad un tratto mi sentì mancare la terra da sotto i piedi, e mi ritrovai tra le sue braccia, con gli occhi a un centimetro dai suoi, che se non li sapevi affrontare, erano come un labirinto e ti perdevi dentro. E io mi ero persa dentro quegli occhi puri e sinceri, di quell'anima candida e pia che era Luca. Mi portò in braccio dentro e chiuse la porta, mi bació con dolcezza e mi sussurró all'orecchio: "buongiorno amore mio, che bella sorpresa che mi hai fatto." Gli risposi mezza stordita con le farfalle nello stomaco e il suono di una dolce melodia nell'orecchie: "Buon giorno amore mio." "Giada, tutto ok?" mi chiese. "Si amore mio , tutto ok, ero salita per chiederti se ti andava di fare colazione insieme."

LUCA

La notte era appena passata, la luce del sole entrava attraverso la finestra e rifletteva sul mio volto, riuscivo a malapena a tenere gli occhi aperti, misi la testa sotto al cuscino. Quando all'improvviso bussarono alla porta, mi alzai e andai ad aprire, era la mia principessa ancora in pigiama. Gli dissi: "buongiorno amore mio, che bella sorpresa che mi hai fatto." Ma lei non mi rispose era come imbambolata, gli parlavo ma non mi rispondeva, la presi in braccio chiusi la porta e la portai dentro, la baciaì dolcemente, e gli sussurrai all'orecchio "buongiorno amore mio, che bella sorpresa che mi hai fatto." Mi rispose, "buongiorno amore mio," ma era con la testa tra le nuvole. Gli chiesi se era tutto ok, mi rispose:
"Si amore mio, tutto ok, ero salita per chiederti se ti andava di fare colazione insieme." Gli dissi che era una bella idea, andammo in cucina, e Giada incominciò a preparare una sana colazione, era molto abile in cucina, e preparò anche un buonissimo the alla cannella zenzero e cardamomo. Ci sedettemo per mangiare quando sentimmo suonare il campanello. Giada mi guardó sbalordita, e mi domandó, "Luca aspetti qualcuno dei tuoi amici?" Gli risposi di no, non avevo la più pallida idea di chi potesse essere. Mi alzai e andai al citofono, chiesi chi era, e la risposta fu come ricevere un pugno allo stomaco, rimasi pietrificato, Giada si avvicinó a me, e mi chiese: "amore tutto bene? Ma chi è? Con un filo di voce gli risposi è Alyda. Mi guardò furiosa, e disse: "cosa vuole ancora questa da te? Non gli è bastata la lezione di ieri? Ne vuole un altra?" "Giada amore, calmati." Era fuori di sé. Nel frattempo Alyda era salita e bussò alla porta. Appena aprimmo la porta ci trovammo davanti Alyda, ma non era da sola.

ALYDA

Un nuovo giorno era appena iniziato. Con Luca ieri era andata malissimo, per non parlare di quella Giada con cui si è messo. Ma oggi avrei avuto la mia rivincita. Avevo un asso vincente nella manica da giocarmi. Preparai tutto e andai a casa di Luca. Una volta arrivata suonai e salì su. Quando Luca aprì la porta, con lui c'era Giada, lei  aveva ancora il pigiama, e lui era in shorts e canotta neri, era diventato ancora più bello. Quando mi videro sull'uscio della porta rimasero di stucco, sembravano due statue e mi fissarono come se avessero visto un fantasma.

LUCA

Andai ad aprire la porta, e Giada mi seguì, appena aprimmo davanti a noi c'era Alyda, io è Giada ci guardammo negli occhi, eravamo entrambi senza parole. Lei ci guardó, con la sua solita risata isterica e disse: "buongiorno ragazzi, avete per caso visto un fantasma? Ahahahaaaaa. Non vorrete mica lasciarci sull'uscio della porta?" E con prepotenza entrarono dentro.

GIADA

Io e Luca eravamo senza parole, per quello che avevamo visto quando aprimmo la porta, Alyda era tornata, ma non era da sola, entrò dentro con prepotenza, e si diresse in salotto, e poggió sul divano due ovetti con dentro un bambino per ciascuno ovetto. Io guardavo Luca, Luca guardava me con il terrore negli occhi non riusciva a parlare, così parlai io. "Alyda che significa tutto ciò, di chi sono questi bambini?" Gli chiesi con tono arrabbiato. Lei rispose con molta tranquillità rivolgendosi a Luca: "loro sono, Cindy e Noah i nostri gemelli di quattro mesi, non sono adorabili?" disse con la sua solita risata isterica. In quella stanza cadde il silenzio.

Mi girai verso Luca e mi accorsi che aveva gli occhi lucidi e una lacrima rigó il suo bellissimo viso, le asciugai con le dita, e accarezzandogli il viso gli dissi: " stai tranquillo amore mio, e tutto ok, insieme affronteremo e supereremo tutto, io e te siamo una squadra invincibile." Mi tirò a se, e mi abbracciò forte. Alyda intervenne dicendo a Luca che dovevano parlare, io dissi loro di andare a parlare in cucina da soli, che con i gemelli sarei rimasta io, avevo un piano ma dovevo stare da sola con i bambini.

Loro erano di là in cucina, ogni tanto sentivo delle urla. I gemelli erano meravigliosi, ma di Luca non avevano nulla, nemmeno l'ombra di una somiglianza, metre di Alyda erano la copia, così misi in atto il mio piano, andai in bagno e presi velocemente dei cottonfiocc, tornai di la, e prelevai a ciascun bambino della saliva, li misi in una bustina che trovai in un tiretto e li nascosi nel cassetto. Non mi fidavo di Alyda, secondo me nascondeva qualcosa di grande. Intanto in cucina le urla aumentavano.

LUCA

Ero in cucina con Alyda, in cerca di spiegazioni, mentre la mia preziosa Giada era in salone con i gemelli. Guardai Alyda con rabbia e gli chiesi: "sei sicura che sono miei?" mi rispose di sì, una settimana dopo che mi ha lasciato ha scoperto di essere incinta di un mese, quindi secondo lei erano miei. Non me ne capacitavo, così la invitai ad andarsene, e di darmi del tempo per riflettere. Tornammo in salotto, prese i gemelli è andò via. Giada mi prese le mani e guardandomi con tutta la sua dolcezza mi disse: "stai tranquillo amore mio, sono sicura che non sei tu il padre," e mi mostrò due cottonfiocc in una bustina, e continuó: "faremo i test del DNA e vedrai che non sei il padre, ma se fosse il contrario insieme, fianco a fianco, affronteremo tutto." È mi bació con passione. Avevo tra le braccia una rarità di cui ero follemente innamorato.

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