Un vecchio amico

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GIADA

Luca ci presentó quel tizio che già detestavo, si rivolse verso tutti noi e disse: "Lui è Juan Garcià un mio vecchio amico dalla Spagna, ci conosciamo da 15anni, ci siamo incontrati quando avevamo 17 anni ai campionati junior, abbiamo legato subito." A Luca brillavano gli occhi mentre parlava del suo amico, a me invece non piaceva proprio. Poi Luca mi strinse ancora più forte a sé e aggiunse: "Juan loro sono i miei amici Alberto e Marco, la mia agente Laura, e lei è la mia fidanzata Giada." Juan strinse la mano a tutti, e quando tocco a me disse: "Piacere di conoscerti meraviglia," poi si rivolse a Luca e aggiunse: "amico mio sei proprio fortunato ad avere una dea al tuo fianco, quasi quasi ti invidio," e gli diede una pacca sulla spalla. Dopo quelle parole lo detestavo con tutta me stessa, non so perché ma quell'uomo non mi piaceva proprio. Luca mi abbracciò ancor più forte a sé, e mi stringeva forte. Mi avvicinai al suo orecchio e gli sussurrai:" amore mio andiamo a casa mi è venuto un'improvviso mal di testa."

LUCA

Mi venne l'impressione che il mio amico Juan aveva messo gli occhi addosso alla mia donna, e questo non mi piaceva per niente, strinsi Giada ancora più forte a me, quando lei mi si avvicinò all'orecchio sussurandomi, che volesse andare a casa a causa di un'improvviso mal di testa, ma qualcosa mi diceva, che Giada aveva avuto la mia stessa sensazione. Così dissi: "Juan è stato un piacere rivederti, ma adesso mi dispiace dobbiamo andare." Lo salutai, salutai anche i miei amici, abbracciai Giada e andammo via abbracciati. Una volta in macchina, Giada mi raccontò le sue sensazioni: "Amore mio, anche se ti darò un dispiacere, o non mi crederai, io ti devo dire una cosa, quel tuo amico non mi piace proprio, eri andato a cambiarti e lui stava vicino al ring e mi fissava tutto il tempo, e quando era insieme a te l'ho ha fatto di nuovo, nessuno eccetto te mi può guardare. Non ho realmente mal di testa, sto benissimo, ma non sopportavo proprio di stare nello stesso posto con quell'individuo."
Lo sapevo che anche lei, aveva avuto la mia stessa sensazione e gli dissi: "Amore mio stai tranquilla, anche io ho avuto la tua stessa sensazione, anche se Juan non mi ha mai fatto niente, è stato sempre un buon amico, ma gli occhi addosso alla mia donna li metto solo io. Comunque avevo capito che il mal di testa era solo un preteso per andare via. Oh mia amata Giada ti amo tantissimo.'' Mi rispose: ''Hai ragione amore mio, era solo una scusa per andare via. Ti amo tantissimo anche io mio amato Luca." Nel frattempo eravamo arrivati a casa nostra. Parcheggiai l'auto, e scendemmo dal Suv, lo chiusi e entrammo in casa. Una volta dentro Giada mi chiese se avessi fame, gli risposi che ne avevo tantissima. Ci recammo in cucina e Giada mi domandò se conoscevo la cucina tedesca, gli dissi di no, ma che avrei provato volentieri. Giada tirò fuori dal frigorifero un bel pó di roba e incominciò a cucinare. Gli chiesi cosa stesse preparando di buono e mi rispose: "Sto preparando un tipico piatto tedesco, Käse Spätzle (pasta tedesca con formaggio) con Röstzwiebel (cipolla arrostita croccante) filetto di vitello alla griglia, funghi trifolati accompagnati da una salsina." Gli dissi: "Sembra buonissimo, non vedo l'ora di mangiarlo. Ma dove hai imparato a cucinare tedesco?" Mi diede subito una risposta: ''In uno dei viaggi con mio fratello gemello Davide, andammo da alcuni suoi amici a Monaco in Germania una città bellissima, uno di loro Tim insieme a sua moglie Sabine avevano un ristorante eravamo sempre a cena lì e una sera abbiamo preso questo piatto e me ne immamorai, così chiesi a Sabine se mi poteva dare la ricetta e me la diede." Giada mi raccontò tutto sorridendo, amavo vedere quell'espressione sul suo viso. Apparecchiai la tavola e nel frattempo la cena era pronta Giada mise tutto in un unico piatto in ogni angolino c'era qualcosa sembrava un dipinto. Maggiammo tutto con gusto era davvero molto buono. Sistemata la cucina mi avvicinai a Giada gli misi le braccia intorno alla vita e la sollevai da terra e la baciai. La rimisi giù e gli proposi di fare una passeggiata in giardino. Indossammo i giubbotti e uscimmo fuori. Dopo un oretta tornammo dentro e tolti i giubbotti e le scarpe presi Giada in braccio e la portai di sopra in camera da letto. E dopo tante coccole ci addormentammo uno tra le braccia dell'altro.

GIADA

La notte volò, mi svegliai, e Luca non era a letto. Mi alzai e scesi giù in cucina e lo trovai lì intento a preparare la colazione, sul tavolo c'erano già moltissime cose, e il profumo di cannella e zenzero provenienti dal the invase la cucina. Mi avvicinai a lui e lo abbracciai da dietro dicendogli: "Buongiorno amore mio." Lui mi rispose: "Buongiorno anche a te amore mio." Facemmo colazione e mi complimentai con lui era tutto buonissimo. Sistemata la cucina ci preparammo per tornare in palestra oggi Luca aveva un'altro incontro. Speravo solo di non dover rivedere quel Juan non lo sopportavo proprio. Una volta pronti ci sedemmo in auto e andammo in palestra. Come sempre erano già tutti lì ad aspettarci. Luca mi diede un bacio e andò a prepararsi. Io rimasi con gli altri e andammo a prendere posto in tribuna. Quando sentì pronunciare il mio nome, mi voltai e dietro di me c'era lui Juan. Mi salutó con quel suo sorriso falso a mio avviso, e mi disse: "Dopo l'incontro ti va di bere qualcosa insieme a me dolcezza?" Lo guardai con disgusto, ero fuori di me, e gli risposi: "Mi dispiace Juan ma io senza Luca non vado da nessuna parte. E non ti permettere mai più di chiamarmi dolcezza, sono felicemente fidanzata, sono stata chiara? E adesso vado, che tra un pó il mio uomo ha un incontro e non me lo voglio perdere per nessuna ragione al mondo." Juan rimase fermo e senza parole, lo lasciai lì da solo e andai a prendere posto, e subito dopo Luca raggiungesse il ring, dopo una sfida di alto livello Luca vinse ancora, ero così felice che corsi giù da lui e mi gettati tra le sue braccia. Intanto Juan ci osservava da lontano.

JUAN

Mi piaceva quella ragazza, e la volevo per me, e anche se era fidanzata con un mio amico, non m'importava, doveva essere mia, ed ero disposto a tutto pur di averla. Luca vinse l'incontro e lei corse da lui e lo abbracciò, tra me e me dissi: "Abbraccialo pure, ma non finisce qui, sarai mia Giada costi quel che costi sarai mia."

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