Luca é grave

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GIADA

Davide e Diego mi riportarono indietro sul divanetto in sala d'attesa, mi misero nel mezzo e mi abbracciarono. Continuai a piangere tra le braccia dei miei fratelli per ore. Ripercorsi con la mente tutti i momenti belli con Luca, a partire dai sogni misteriosi che feci su di lui, di come lo andai a cercare senza sapere chi fosse, di tutte le coincidenze che mi portarono da lui, il B&B, di come lo trovai grazie ad Alberto che mi aveva investita, il primo incontro qui in ospedale, il picnic, la storia sulle nostre pietre identiche, e di come ci avevano fatto trovare, il nostro primo bacio seduti su quel muretto, di come rimasi sorpresa, quando scoprì che lui era il Luca a cui avevo dato del casanova, di quando mi portò allo Zoo, la scalata sulla montagna, il bungee jumping abbracciata a lui, e il bacio a testa in giù, la prima volta che andai agli allenamenti con lui, la nostra prima volta insieme, i nostri tatuaggi identici con la stessa storia dietro, il posto magico a Subiaco e di quei tuffi nell'acqua fredda con tutti i vestiti, il nostro momento d'amore su quelle rocce, e lo scambio di anelli di coppia che Luca comprò con me quando mi portò a sorpresa in quella gioielleria, il nostro primo viaggio insieme, quando lo portai con me a Penzia, e gli presentai Elena e le ragazze. La cena insieme a tutta la mia famiglia, il tuffo in piscina con tutti i vestiti appena tornammo alla villa, di quando scopri di Carmen ero così gelosa, e in realtà era la sua mamma, il mio successo con la mia linea di cosmetici. La guida spericolata con la moto di Davide, quando gli comunicai che mi sarei trasferita per sempre a Roma, la ricerca del nostro nido d'amore e del mio nuovo centro estetico a Roma. Il trasloco nella nostra nuova casa, e tutte le volte che cucinammo insieme, l'inaugurazione del nuovo centro. Quando mi portò a fare rafting per scaricare la mia adrenalina, il titolo mondiale vinto oggi pomeriggio, la sua felicità negli occhi mentre mi dedicava il premio, e ora lottava per vincere la sua sfida più grande, non poteva lasciarmi, avrei fatto di tutto per salvarlo se solo lo avessi potuto fare, non smisi di piangere fin quando mi addormentai sulla spalla di Davide. Sognai il mio Luca che correva verso di me e mi abbracciava forte dicendomi: "Non piangere amore mio, ho bisogno che tu sia forte per entrambi, ricordati mia preziosa Giada io non ti lascerò da sola. Ti amo immensamente, mi bació, riuscì a sentirne il suo profumo e il suo respiro sulle mie labbra. Mi svegliai un pó più serena, ora avevo la certezza che il mio Luca ce l'avrebbe fatta, sarebbe tornato da me. Raccontai del sogno a tutti, si misero tutti a piangere. Erano passate otto ore quando finalmente ci raggiunse il dottore, e ci disse: "Come già sapete abbiamo estratto il proiettile, e vi era stato detto che aveva danneggiato un costato, ma purtroppo a lesionato più costole è danneggiato alcune arterie, erano insorte delle complicazioni ma grazie a Dio siamo riusciti a risolvere tutto, abbiamo riparato le costole e le arterie, e grazie a Dio l'operazione è andata bene. Luca adesso si trova in coma farmacologico, purtroppo non è ancora fuori pericolo, per essere sicuri che andrà tutto bene deve superare la notte senza problemi.E stato trasferito in terapia intensiva, lo potete andare a vedere dal grande vetro. Ci vediamo domani mattina."
Il dottore andò via e noi tutti andammo da Luca, un vetro enorme ci separava da lui, era li immobile su quel letto di ospedale a lottare tra la vita e la morte.

CARMEN

Vedere il mio unico e amatissimo figlio, intubato e immobile su quel letto di ospedale, che lottava tra la vita e la morte, mi spezzava il cuore, mi distruggeva l'anima. L'unica cosa che potevo fare in quel momento per il mio Luca, era pregare, pregai il buon Dio con tutta me stessa affinché salvasse mio figlio. Giada sì era attaccata a quel vetro, e non si staccava più, guardava fissa Luca, e non toglieva lo sguardo da lui, nemmeno per un secondo. Ogni tanto gli mandava qualche bacio con le mani, era una donna distrutta. Amava così tanto il mio Luca, ero così grata a Dio per aver dato a Luca una donna come Giada, e adesso le loro strade non potevano separarsi, Luca doveva vivere. Mi avvicinai a mio marito Stefano, era distrutto dal dolore. Lo abbracciai forte e gli dissi: "Vedrai che il nostro Luca c'è la farà, se c'è l'ha fatta quando era ancora in fasce piccolo e fragile, c'è la farà anche stavolta che grande è forte." All'improvviso il macchinario a cui era legato Luca incominciò ad emettere uno strano suono, e un viavai di medici e infermiere invasero la stanza di Luca. Sulle loro facce traspariva tanta preoccupazione. Portarono Luca con massima urgenza a fare una Tac. Dopo una decina di minuti ci raggiunse
un infermiera e disse: ''I dottori stanno operando Luca con massima urgenza ha avuto un emorragia interna, vi aggiorneremo il prima possibile.'' L'infermiera stava per andare via, quando Giada perse i sensi. Fu subito soccorsa, l'infermiera la rinvenne subito, e gli chiese: "signorina come si sente? Va tutto bene?" Giada rispose: "Io sto bene, salvate Luca, pensate a lui non a me." L'infermiera gli rispose: "Luca é in buone mani, stia tranquilla, lei però adesso viene con me a fare degli accertamenti." Giada acconsenti, stava per andare a fare gli accertamenti, quando arrivò di tutta corsa un infermiera molto agitata si rivolse a me e mio marito e disse: "Mi dispiace signori Albatros ma la situazione è degenerata, Luca ha perso molto sangue ha bisogno di una trasfusione urgente, uno di voi due deve donargli il sangue, faremo degli accertamenti e il più idoneo lo donerà." Io e Stefano ci guardammo negli occhi, ci era appena crollato il mondo addosso, il nostro unico figlio, aveva bisogno di noi, e noi non potevamo aiutarlo, mi presi di coraggio e dissi: ''Purtroppo siamo entrambi incompatibili, Luca e gruppo 0 Rh-, mentre io ho il gruppo B e mio marito appartiene al gruppo AB." Scoppiai in lacrime e aggiunsi singhiozzando: ''Luca non è nostro figlio biologico, l'ho abbiamo adottato quando aveva poche settimane di vita. Ma per noi è come se fosse nostro figlio biologico. Lui però non lo sa." Continuai a piangere, Giada si rivolse all'infermiera e disse: "Prenda il mio sangue e lo dia a Luca, sono compatibile, sono 0 Rh- posso donare a tutti, in più
si è appena scoperto che io e Luca abbiamo lo stesso gruppo sanguigno, dono puntualmente il sangue, sono una persona in perfetta salute." Estrasse un tesserino dalla borsa e lo diede all'infermiera che disse: "perfetto signorina venga con me non abbiamo tempo da perdere." Andarono da Luca. Alberto ci guardò tutti e disse: "Giada e già la seconda volta che oggi percepisce che Luca è in pericolo, avverte dolori e sviene. Luca e Giada sono collegati da un qualcosa di unico e raro."
E come dargli torto erano una coppia fuori dal comune, perfetti l'uno per l'altro. E ora quella meravigliosa donna gli stava donando il sangue.

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