4- "Non ci scopriranno mai."

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Fermiamo il primo taxi che ci capita davanti e con tanta euforia ci saliamo sopra.

Mamma dice l'indirizzo al tassista e lui subito parte per la direzione indicata.

"Non vedo l'ora di incontrare Katia... Non ci vediamo da 10 anni." Sorrido, guardano la sua agitazione mista a tanta felicità nell'incontrare la sua amica. È bello vederla così felice.

"Ricorda che siamo qui per lavorare, non per rimuginare sul passato." Fulmino con lo sguardo mio padre dopo questa sua frase insensata.

"Tu ricorda che non c'è solo il lavoro, avete un mese pieno per lavorare qui, fai divertire la mamma." Anche lui mi rivolge una brutta occhiata ma le parole si bloccano lí.

"Siete arrivati a destinazione. 16 dollari, grazie." Mio padre paga il tassista, noi prendiamo i bagagli della macchina e mamma si avvia per bussare a casa di Katia.

"Salve. Chi siete?" Esce dalla porta una ragazza molto giovane, Sembra avere 19/20 anni... Deve essere la figlia.

"Salve, solo Meryl, un'amica di Katia." Spiega mia mamma con voce tremante.

"Oh, certamente entrare." La voce della ragazza cambia, diventa quasi allegra.

Sicuramente Katia le avrà parlato di mia mamma, come mia mamma ha fatto con me.

"Posate i bagagli qui, li verremo a prendere dopo. È un piacere conoscervi, mamma mi ha parlato molto di voi.
Io sono Genevieve, ma potete anche chiamarmi Gennie." Porge la mano a tutti con un sorriso davvero molto amorevole.

"Vi faccio vedere le camere."
La seguiamo.

"Dov'è Katia?" Chiede mia mamma.

"Era di turno a lavoro, ma starà arrivando, finiva all'ora di pranzo."

Lei mostra prima la camera dei miei, una normale stanza da letto, con un letto matrimoniale e le pareti bianche, qualche cassettiera e un armadio. Molto bella.

Poi passa alla mia camera.
"La tua camera da letto è proprio accanto alla mia, io sto qua." Dice indicando la porta accanto a sinistra.

"Ho scelto tutti i dettagli, il colore delle pareti e la morbidezza del materasso... Tutto merito mio." Sorrido.

"Grazie mille." Entro in quella camera.
"È bellissima." Aggiungo.

I miei genitori restano a guardarci per un po', allora interrompo il silenzio imbarazzante...

"Io adesso dovrei fare una telefonata importante, e poi devo disfare i bagagli." Li invito ad uscire.

"Se vuoi appena finisci la tua telefonata posso aiutarti a sistemare i bagagli." Annuisco alla sua proposta.

"Certo, anzi grazie per tutto."
Prima di uscire dalla porta mi abbraccia.

"Diventeremo amiche, me lo sento." Senza darmi nemmeno il tempo di rispondere, esce fuori dalla stanza chiudendo la porta.

È simpatica, ma sembra un po' svitata... non vedo l'ora di conoscerla meglio.

Però prima, devo chiamare Roy.
Prendo il telefono dalla tasca dei miei pantaloni e lo chiamo.

"Hey piccola, pensavo ti fossi dimenticata di dovermi chiamare."

"Questo non potrebbe capitare mai." Non sento ancora la vera mancanza di Roy, sono qui da troppo poco per poterlo dire, anche se sento molta malinconia nella sua voce.

"Come va? Hai conosciuto già qualcuno? Com'è l'hotel ?" Quante domande...

"Va tutto abbastanza bene, e non siamo in uno hote, ma ci ha ospitati un'amica di mia mamma. Ho già conosciuto sua figlia, credo abbia la mia età, è molto esuberante, ma sembra dolce."
Lo sento annuire per telefono.

Un regalo dal destino Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora