29-"Cosa hai fatto?"

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Esco dal bagno e raggiungo i ragazzi, che non appena mi vedono, mi vengono subito in contro.

"Dove cazzo eri?" Urla Gary seriamente incazzato.

Scarlett dietro di lui invece ha una faccia che è un misto tra dispiaciuta e preoccupata.

"È successo un casino." Dico toccandomi il collo.

"Usciamo fuori." Gary mi prende il braccio e mi trascina fuori dal locale.

"Mancano due minuti alla mezzanotte." Provo ad obbiettare.

"Non mi importa, voglio sapere che è successo." Mi stranisce che Gary sia così serio, ma posso comprendere la preoccupazione.

Mi tira fuori e Scarlett ci segue.
"Mi spieghi che cazzo è successo?" Ha le vene della fronte esposte e lo sguardo incazzato.

"Non parlarmi così, non sei mio padre." Urlo. Penso di essere ancora un po' brilla.

"Non sono tuo padre, ma mi sono preoccupato. Ti ho vista entrare nel bagno seguita da uno, non ti ho detto niente, poi ho visto uscire quel coglione fuori dal bagno neanche dopo 5 minuti, e tu sei rimasta lì dentro altri 10, ho detto a Scarlett di venirti a cercare, ma non eri nemmeno del bagno delle ragazze. Ti rendi conto che mi hai fatto preoccupare? E poi ti vedo finalmente uscire dal bagno visibilmente scossa e con dei segnali sul collo."

"Ma da quando sei così pesante?"

"Sophie, per favore, non stiamo scherzando. Ci siamo preoccupati." Mi canzona Scarlett.

Mi dispiace farli stare così, ma non voglio che si allarmino. Ormai è tutto passato, e giuro che non rivedrò mai più Steve.

Gary si avvicina verso di me e mette le sue mani sui miei fianchi. Non mi piace quello che sta facendo.

"Voglio solo sapere se qualcuno ti ha fatto del male."

"No." Sento una strana sensazione salirmi dal petto fino agli occhi.

"Sicura?"

Quella parola è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso.
Qualche lacrima scende dai miei occhi.

Gary mi abbraccia e Scarlett si avvicina, mi accarezzano la testa.

"Per favore, non fatemi pensare a quello che è successo. Non mi va." Provo a calmare i miei pensieri e a fermare le mie lacrime.

"Non è successo niente, sto bene. Manca pochissimo alla mezzanotte, entriamo." Aggiungo mentre asciugo le pochissime lacrime cadute dai miei occhi.

"Non sei obbligata a parlarmene, ma dimmi solo se devo spaccargli la faccia."

"No, non devi." Perché se c'è qualcuno che dovrebbe spaccargli la faccia quella sono io. Non lui.

Gary mi prende la mano e mi accompagna dentro.

Lui si comporta in modo diverso da quando sono tornata da New Orleans, ma lo apprezzo, è meno superficiale e più comprensivo, magari gli sono mancata davvero tanto, forse gli è dispiaciuto aver litigato con me e ora vuole recuperare il tempo perso.

Entriamo dentro e iniziamo a fare il countdown per la mezzanotte a partire dai 10 secondi.

Non appena finito iniziano i fuochi d'artificio (cose che odio da quando ho 3 anni) e poi parte la musica, iniziamo a festeggiare. Saltiamo, balliamo, ci abbracciamo, beviamo; e approposito mi sembra che io stia esagerando con l'alcol, ma sono ancora lucida.

"Come ai vecchi tempi. Auguri ragazzi, ad altri 100 capodanni così." Mi butto sulle braccia di Scarlett.

"Sei bellissima, hai dei capelli meravigliosi, sei bionda." Scarlett scoppia a ridere.

Un regalo dal destino Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora