"Che ti ho fatto? Cosa?" Domando con il tono più calmo di quanto mi aspettassi.
"Tu hai visto vulnerabile me a causa tua, io vedo vulnerabile te a causa mia." Una coltellata profonda mi si conficca nel petto.
Vendetta a scopo sessuale? Che malato di mente farebbe una cosa del genere?"Era una gara a chi si sarebbe dimostrato più vulnerabile? Ora sono curiosa... Ho vinto, per caso?" Domando sarcasticamente, facendo trapelare dal mio tono di voce tutta la delusione che provo.
"Sophie, non puoi capire." Adesso è troppo. Il suo sminuire me, e tutti gli sforzi che faccio per comprenderlo e non odiarlo con tutte le mie forze.
"Io sto cercato di capirti! Ci sto provando. Ma non capisco come vedermi vulnerabile e soprattutto a disagio mentre stiamo scopando possa farti rilassare, o addirittura compiacerti." Urlo sottolineando la parola disagio.
Lui si alza dal divano, ancora semi-nudo e viene verso di me.
"L'ho fatto per farti capire quanto dolore si prova ad essere sottomessa a qualcun'altro. È brutto, vero?"
Me ne vado verso il bagno, ho bisogno di una doccia. Sono davvero esausta e amareggiata da tutto questo.
Pensavo di non voler rispondere, ma quando sono distante, quasi in procinto di chiudermi in bagno, rispondo:
"Questo non è amore Christian. E se non è amore, non lo voglio." Una volta dentro, chiudo la porta del bagno e mi spoglio di nuovo.Guardo le mie forme allo specchio, ma neanche per troppo tempo, perché poi inizio soffermarmi sul mio viso. Sembro stanca, anzi mi sento stanca.
Che ti succede Sophie?
Entro nella vasca una volta riempita fino al massimo. L'acqua fresca invade il mio corpo, permettendo di affievolire il bruciore del mio fondoschiena.
Chiudo gli occhi, rilassandomi a quella sensazione di piacere, l'unica che fino ad ora abbia mai provato.
Sento la porta aprirsi, ma non mi scompongo. Se mi mettessi a urlare o a muovermi per uscire dalla stanza, il nostro litigio non finirebbe mai...
Lui, in silenzio, si siede sulla tavolozza del gabinetto, ovviamente chiusa, e mi guarda.
"Volevo rilassarmi." Dico richiudendo gli occhi.
"Sono uno stronzo." Sussurra abbassando lo sguardo.
"Ah davvero? Chi l'avrebbe mai detto?" Dico ovviamente in modo ironico.
"Ammetti che ti è piaciuto un po' però..." Lo guardo male, così tanto che se il mio sguardo potesse lanciare delle saette lui sarebbe già abbrustolito.
"Ok, scusa." Aggiunge dopo un lungo minuto di silenzio.
Poi si alza dalla tavolozza e si abbassa le mutande, esattamente davanti la vasca.
"Non sono pronta per il secondo round. Sono stanca." Lui entra in vasca, posizionandosi dietro di me, facendo aderire la mia schiena al suo corpo. Cinge le sue braccia alla mia vita e mi stringe ancora di più.
"Nessun secondo round, voglio solo farmi perdonare." Annuisco, come se stessi approvando le sue intenzioni.
"Che intendi quando dici sono stanca,ti riferisci per caso... a me ?" Scrollo le spalle prima di rispondere per evitare che inizi a preoccuparsi, perché ovviamente no... non sono stanca di lui. Di alcuni comportamenti sì, ma non sarò mai stanca di lui.
"Sono stanca fisicamente, ho sempre forti mal di testa e non ho molta vitalità." Mi posa un bacio sulle tempie e poi mi accarezza il braccio sotto l'acqua fredda.
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Un regalo dal destino
Teen Fiction[COMPLETA✅, DA REVISIONARE] Questo libro racconta una storia. Una storia che ha tante interpretazioni diverse, in cui al contempo sono trattati temi che si incastrano tra loro, come l'amore, il tradimento, l'amicizia, i segreti. Infatti, tra tutti q...