34-"... non riesco a stare tranquillo."

1.1K 14 0
                                    

Nonostante il mio stato d'animo, ho rimesso a posto la cucina, ho pulito il pavimento, stando attenta a non lasciare nemmeno una minima scheggia di vetro, ho rimesso le sedie al loro posto.

Spero solo che mia madre non si accorga della grande quantità di cose che Gary ha sfrantumato proprio davanti i miei occhi.

Ma nel frattempo un solo pensiero mi girava in testa.
"Sei una troia." La sua voce, la sua rabbia, il suo modo di parlarmi, di guardarmi.

Del tutto diverso dal barista che ho scopato nel bagno a capodanno, ma la sostanza della frase è la stessa...

Non voglio più sentirmi così.

Sento il telefono squillare, mi affretto a rispondere, per evitare quel pensiero. È Chris.

"Chris, quanta voglia avevo di sentirti." Esce in un sussurro, con tutta la sincerità del mondo. Avevo bisogno di dirlo, e lui si sentirselo dire.

"Stai bene?" Annuisco rumorosamente.

"Sei sicura? Tutto bene con Gary, sto interrompendo qualcosa?" Mi chiede con un tono duro.

"No, ci siamo lasciati... Io... cioè lui..." Non riesco a dirlo. Ci provo, ma le parole mi muoiono in gola.

È davvero necessario che lui lo sappia? Insomma cosa potrebbe fare in ogni caso? Lo farei solo preoccupare, inutilmente poi perché non potrebbe, in ogni caso, fare nulla.

"Lui?" Insiste.

"Ehm..." La mia voce inizia a tramare, riconosco la sensazione di bruciore alla gola.

Sto per piangere di nuovo e non voglio parlare, lui capirebbe che c'è qualcosa che non va e a costo di farmelo dire penso che potremmo litigare, e adesso è l'ultima persona in tutto l'intero universo con cui vorrei litigare.

"Oh, Sophie. Che succede ?" Alza il tono di voce, mi provoca un brivido, infatti sobbalzo subito...

"Non ti preoccupare." Riesco a dire trattenendo le lacrime, ma sempre con voce flebile.

"Se dici così mi fai solo preoccupare." Ha ragione, devo inventare una cosa. Adesso.

"Non è niente. Sono solo stanca." Insisto.

"Punto numero uno: Non mentirmi, mai.
Punto numero due: Ogni volta che una cosa riguarda te e tu dici che non è niente, in realtà è sempre qualcosa che io devo sapere, parla. Ora." Il respiro inizia ad accelerare... potrei bloccargli il telefono in faccia, ma non servirebbe a niente, gli confermerei solo il fatto che c'è qualcosa che non va... Che faccio?

Scoppio in lacrime in singhiozzi incontrollabili.

E se anche lui lo pensasse? Se anche lui pensasse che sono una troia, lui mi potrebbe vedere per come mi vede Roy, per come mi vede Gary, e per come da adesso mi vedo io.

Sa che mi sono scopata due ragazzi, tra cui uno sconosciuto, in una sola sera; sa che nonostante io dica di continuare ad amarlo sono stata fidanzata con Gary per due mesi.

Potrebbe pensarlo e sicuramente nessun mio piagnisteo lo discosterebbe da questa credenza, perché sarebbe la verità.

Non voglio dirglielo, non glielo dirò mai probabilmente.

La sofferenza che provo al solo pensiero di Gary che mi urla quelle parole in volto, come se fossero la normalità mi fa rabbrividire, mi fa rabbrividire il fatto che anche il fottuto barista la penserebbe ugualmente non mi fa né caldo né freddo, anche se è ugualmente una brutta cosa.

Ma il solo pensiero che Christian possa pensarla come loro, mi provoca una fitta al petto che mi quasi mi toglie il respiro per dei secondi non poco rilevanti.

Ho paura che possa non amarmi più.

E quale modo migliore di esprimere una paura, un disagio, una preoccupazione, se non con un pianto disperato?

"Mi sto seriamente spaventando, stai bene? Dove sei?" Urla dall'altro capo del telefono per risvegliarmi dall'oblio dei miei pensieri.

Chissà quante cose aveva detto senza che gli prestassi attenzione in quel lasso di tempo.

"Sto bene, sono nel mio letto." Dico tra i singhiozzi.

"Piccola..."
Faccio un respiro profondo
"...non vedo l'ora di averti tra le mie braccia. Ma devi dirmi che succede sennò non riesco a stare tranquillo." Ignoro queste parole, sono belle, ma non sono quelle che vorrei sentire.

"Cosa pensi di me?"
Chiedo velocemente, come se infondo volessi essere ignorata. Per paura della risposta, ovviamente.

"Perché questa domanda?"

"Oggi mi è stata detta una cosa orrenda." Confesso.

"Da chi?" Mi domanda intimidatorio.

"Da Gary." Lui scoppia a ridere. Sul serio? Sto singhiozzando e lui scoppia a ridere ?

"Ascoltami bene, questo non riguarda solo Gary, ma è un consiglio che io mi sento di darti adattabile per il tutto il resto della tua vita... Quando ricevi un insulto, non importa quanto sia pesante o meno, quando sia brutto e non facile da mandare giù, tu devi solo pensare alla persona che ti ha insultata, alla circostanza, e con quale intento ti ha detto quelle cose." Adesso sono interessata a tutto ciò che ha da dirmi. Sento che sta per dire qualcosa di bello.

"Continua..." Lo invito a parlare mentre mi asciugo le lacrime, sforzandomi di non piangere più.

"Nel tuo caso, cosa ti ha detto Gary?"

"Non voglio ripeterlo." Lo sento annuire.

"Va bene, allora cambiamo rotta, pensa a tutte le volte che ti ho detto che sei una stupida..."

Scoppio a ridere, sono tante. Lui mi segue nella risata.

"Sono serio però, non distrarmi, sto per darti una perla di saggezza..."

Fa una pausa, e continua:

"...tutte le volte che ti ho detto che sei stupida, è stato per tanti motivi, a volte te lo dico per scherzare e lì non ti offendi, perché sai che sto scherzando. A volte te lo dico quando litighiamo, lì sai che te lo dico per ferirti, perché sono arrabbiato. Quello che la gente ti dice è sempre da prendere in maniera superficiale, è normale che Gary ti insulti mentre litigate, soprattutto se lo stavi lasciando. Lo fa per ferirti, lo fa per avere questo effetto su di te. E se posso essere sincero... mi aspettavo questo da lui, ma da te no, non mi aspettavo che te ne facessi un fardello come stai già facendo... Non so che cosa ti abbia detto quel coglione disadatto, ma fidati, che non è così." Sussura con una voce dolce, sensibile... Non pensavo che fosse davvero in grado di saper consolare le persone, invece sto scoprendo adesso che lo fa meglio di chiunque altro.

"Grazie Chris, queste parole sono il conforto più bello che io abbia mai ricevuto."

"Per ora posso consolarti solo con quelle, quando sarai qui però non parleremo, ti starò incollato, non ti lascerò nemmeno un momento, ti riempirò così tanto di complimenti che non ne potrai più, ma almeno avrai dimenticato questo insulto..."

"Che cosa brutta.... Avere te addosso tutto il giorno, spero di no!" Dico beffeggiando le sue parole romantiche.

Ridiamo all'unisono.

"Piccola, adesso devo tornare a lavoro, ma prima devo farti una domanda..." Annuisco, come per invitarlo a chiedermi ciò che vuole...

"Gli hai parlato di me? Per questo ha reagito male?"

"Si... ma penso che l'avrebbe fatto indipendentemente." Lui annuisce, con una sorta di ghigno sul viso, non lo vedo ma lo percepisco.

"Adesso vado, però chiamami se hai bisogno." Dice sbrigativo.

"Grazie Chris. Scusami per le paranoie."

Stacca la chiamata e io finalmente mi metto in moto per quello che cercavo di fare da quando mi sono svegliata, inizio a preparare la valigia.

Un regalo dal destino Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora