17-"Non voglio vederti triste, non adesso"

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Alla fine ieri sera Chris mi ha riportato a casa senza che io potessi chiedergli di rimanere da me...

Sicuramente era proprio di cattivo umore, non mi piace forzarlo soprattutto se non ha il piacere di fare determinate cose. Nonostante ci siamo detti che ci amiamo l'ho visto molto scosso per tutta la serata.

Con il suono della sveglia che avevo attivato ieri sera, mi alzo e vado vedo il bagno.

Mi sistemo e metto su una tuta di colore blu elettrico, non molto sobria, ma si intona davvero bene ai miei capelli.
Vado in cucina e trovo i miei genitori intenti a fare colazione...

"Oggi vi siete presi la mattinata libera?" Loro si guardano, con uno sguardo serio e poi riposano gli occhi su di me.

"A tal proposito tesoro, volevamo dirti che devi preparare la valigia, abbiamo concluso le nostre ricerche e domani torniamo a New York. Sei contenta?"

Per un attimo sento come se il cuore avesse perso un battito. Un dolore atroce al petto. Non voglio tornare a casa, stavo provando a rassegnarmi al fatto che prima o poi avrei dovuto lasciare questo posto, ma non con due settimane d'anticipo...

"Sophie?" Mi richiama mia madre. Lascio la cucina senza nemmeno rispondere, mi dirigo in camera mia provando a restare il più calma possibile.

Entro e chiudo la porta a chiave. Oggi è il mio ultimo giorno qui.

Sento come se una parte di me ancora non l'avesse accettato, e non riuscisse a metabolizzare la notizia, invece un'altra parte non vede l'ora di tornare a casa.
Non so nemmeno come dirlo ai ragazzi... mi mancheranno.

Asciugo le lacrime che fuoriescono dai miei occhi e mi distendo sul letto.
In questo momento vorrei solo tornare a due settimane fa per poter rivivere tutto quello che è successo, per poter vivere meglio Chris, Genevieve e Ryan.
Sento bussare alla porta. L'ho chiusa la chiave per cui mi alzo per aprirla.

"Come mai ti sei chiusa chiave? E perché hai questa faccina triste?" Dice Genevieve distendendosi sul letto.

"Non voglio usare tanti giri di parole, credo che siano inutili... Domani torno a New York." Il solo dirlo ad alta voce mi provoca un'altra fitta profonda al petto. I suoi occhi si sbarrano, la bocca si spalanca.

"Domani? Non avevamo ancora due settimane?" Mi domanda venendomi incontro.

"È quello che pensavo anch'io. I miei genitori hanno concluso il caso prima, o non so forse stanno rinunciando..." Mi abbraccia e poi mi accarezza la testa.

"Domani a che ora te ne vai?"

"Credo nel pomeriggio." Lei sorride e poi mi prende le mani.

"Okay, allora per oggi zero pianti e zero tristezza. Adesso tu vai a casa di Chris e ti godi con lui questa bellissima giornata, sarà tutta vostra.
Stasera andiamo a mangiare in un Fast Food e ci godremo la cena, domani mattina ti aiuterò a fare la valigia e andremo a pranzo fuori.
Poi te ne andrai, tornerai a New York e ti giuro, che non passerà un solo giorno senza sentirci, nel frattempo faremo il countdown dei giorni che mancheranno per rivederci..." Mi rende felice sapere che lei sta già pensando a quando rivederci, e mi rende ancora più felice che abbia organizzato tutte le mie ultime ore qui con loro. Lei sorride spontaneamente vedendo il mio spuntare poco dopo le sue parole.

"Il tuo unico pensiero adesso deve essere quello di stare con noi per queste ultime ore che potremmo ancora passare insieme."

Sorrido e asciugo le lacrime.
"Vai a vestirti, io chiamo Chris, gli dico solo di venirti a prendere."

Così fa e dopo circa un'oretta lo sento bussare alla porta. Saluto Gennie, prendo il telefono e vado da Chris.

"Piccola, che succede?" Lo bacio.

"Non so... perché questa domanda?" Non voglio dirglielo adesso, penso che vedere triste lui, farebbe diventare ancora più triste anche me.

"Genevieve mi ha detto che dobbiamo goderci questa giornata al 100%, che hai pianto e che hai bisogno di me. È successo qualcosa di grave?" Mi abbraccia e non riesco a trattenere le lacrime, faccio vari sospiri e poco dopo lui capisce che sto piangendo.

"Mi fai preoccupare." Mi stringe ancora di più.

"Possiamo andare a casa tua?" Mi asciugo le lacrime, lasciandomi mettere il casco.

Una volta arrivati a casa sua, la scrutai con attenzione.

"Fai un giro, io nel frattempo preparo il caffè." Annuisco e quasi come se fosse casa mia inizio a controllare ogni minima stanza.

È bellissima e super accogliente, ha 4 stanze, un soggiorno, la cucina, una stanza da letto e un bagno.
Un po' disordinata, ma bella, si distinguono vari colori nella parete, tra il bianco, e le varie sfumature del nero, probabilmente date dall'intonaco vecchio del muro... È una bella casa.

"Mi spieghi che succede?" Interrompe il mio giro per la casa facendomi sobbalzare, poi mi porge una tazza di caffè.

"Domani torno a casa..." Lui si gira, come se niente fosse e va verso un ripiano a prendere dello zucchero.

"Lo sapevo che prima o poi avremo avuto questa conversazione, sapevo che saresti tornata a casa."

"Non sei triste per questa notizia?" Lui scuote la testa, in segno di negazione.

"Strano, quando i miei me l'hanno detto, solo all'idea di perderti ho pianto tutta la mattina."

Non parla e continua a sorseggiare il suo caffè come se niente fosse.
"Beh Chris, è da ieri che non so cosa ti prende, prima mi ignori, poi dici di amarmi e oggi ti comporti di nuovo male. Se le cose stanno così io torno a casa, sono sicura che Genevieve apprezzerebbe molto la mia compagnia adesso." Vado verso la porta, e davvero aspetto che in un modo qualsiasi lui mi blocchi e non mi faccia andar via; per fortuna dopo poco, la mia speranza di avvera, e la sua mano si posa sulla mia spalla.

"Hai inteso male ciò che ho detto.." Sussurra al mio orecchio.

Posa le nostre tazze del caffè sul tavolino e ritorna verso di me.

"E da quando sei arrivata che ho paura di questo momento, ma sapevo che prima o poi sarebbe dovuto arrivare, il mio menefreghismo non è dato dal fatto che non sono dispiaciuto che tu te ne vada, ma provo a consolarmi e a fare finta di niente con il pensiero che prima o poi ci rivedremo sicuramente. Non voglio vederti triste, non adesso."
Mi abbraccia.

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