7-"Lui ottiene tutto ciò che vuole"

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"Molto tempo fa, circa 4 o 5 anni fa, io avevo una migliore amica, si chiamava Abby." La blocco subito.

"Si chiamava? È morta?" Lei mi guarda stranita.

"Cosa?! No, si è trasferita dopo un tragico avvenimento."

"Ovvero?" Sono incuriosita, anche se so che probabilmente non dovrei intrigarmi così tanto negli affari degli altri, ma se c'entra Chris voglio sapere.

"Suo padre è morto per via di un incidente stradale e sua madre ha trovato lavoro solo fuori da New Orleans, ma non è questo il punto… Era fidanzata da qualche settimana con Christian e mi ricordo che avevano spesso litigate pesanti, a volte aveva reazioni troppo violente… E ieri sera ho avuto un dejavú, quando ti ho vista piangere." Si blocca e guarda un punto fisso per più di 10 secondi.

"È successo anche a lei, nella stessa discoteca, dopo una sfuriata di Chris. L'aveva picchiata, aveva interamente un occhio nero e il labbro superiore spaccato.
Lui è così… ossessivo." Conclude lei dopo una breve pausa.

"Ossessivo? Spiegati meglio!" Spero davvero di riuscire ad avere qualche informazione in più.

"Se lui vuole una cosa la ottiene a qualsiasi costo e se qualcuno prova a portargli via ciò che vuole si arrabbia." Sono confusa.

"Ma non capisco, perché la picchiava?"

Nel mio cervello frullano così tante domande, che sono davvero confusa e non riesco nemmeno a formularle.

"La picchiava perché Abby non faceva ciò che lui le diceva di fare." Spalanco gli occhi.

"Questo non lo giustifica. Assolutamente." Lei annuisce.

"Ovvio, non è una giustificazione… ma Abby lo amava e non voleva lasciarlo, non ci riusciva, sperava che un giorno lui avrebbe cambiato comportamento."

"Genevieve, ti giuro sono molto confusa e non capisco. Perché? E soprattutto in che senso lui era ossessionato da lei?" Fa un respiro profondo e poi si sistema per spiegare meglio la situazione.

"Chris ha una situazione familiare in casa davvero disastrosa, suo padre è scappato di casa quando lui aveva 10 anni, e sua madre è morta quando ne aveva 17, è solo. Gli piace avere il controllo su tutte le cose, e nel periodo successivo alla morte della madre, Abby gli stava accanto, da ciò è nata una "relazione" … ma come ti ho già detto, lui con le ragazze scopa soltanto.  Loro due facevano continue litigate… Lui andava a casa sua, si faceva trovare da tutte le parti pur di parlarle e di fare pace con lei. Una sera però, Abby era davvero stanca e lo minacciò di chiamare la polizia." Genevieve si ferma e fa una breve pausa, prendendo un respiro profondo.

"È terribile questo." Lei mi guarda annuendo.

"Già… Non appena lui sentii la minaccia di Abby, le tirò un pugno nel naso. Da quel che so io, lei ha reagito, anche molto violentemente, Chris aveva uno zigomo gonfio e annerito dai lividi. Da lì il loro rapporto iniziò a trasformarsi in qualcosa di davvero malato e insano."

"Se era davvero così insano, perché non si sono lasciati?" Insisto con le mie domande, forse inopportune.

"Perché te l'ho detto, lui ottiene tutto ciò che vuole; e lui voleva solo lei, ma voleva anche che lei facesse tutto quello che diceva lui.
È strano come ragionamento Sophie, tieni solo ben saldo in mente che Chris non è una persona portata per avere relazioni, tutto ciò che lui tocca poi diventa marcio."
Bene, dopo questo discorso avrò molto a cui pensare...

Non voglio essere una vittima per lui, non voglio più vederlo, non devo più parlarci.

Non voglio infilarmi in determinati casini, né tanto meno voglio che Genevieve sappia qualcosa.
Deve rimanere tutto solo un lontano ricordo, più ignorerò Chris, più lui si stancherà.

Non nego che questo discorso mi ha destabilizzata parecchio, in più ci sono domande che non posso porre a Genevieve, sennò capirebbe che sto nascondendo qualcosa e mi riempirebbe di domande.

"Sai che ti dico? Preparati, andiamo a fare shopping." Dice lei alzandosi dal letto e battendo le mani in modo contento.

"Ci sto." Imito il suo bizzarro modo di fare e poi corro in bagno.

Faccio una bella doccia rigenerante, dopo ieri sera, ne avevo proprio bisogno. Piastro i capelli e passo al make up, niente di elaborato, solo un po' di matita, mascara e pasta idratante per le labbra.

Passo all'outfit, un semplice pantalone a zampa nero, un top rosso a maniche lunghe per via della brezza mattutina di ottobre e una giacca anche nera.

Esco fuori dalla mia camera e vado in cucina.

Vedo Katia che si cimenta nella lettura di una buonissima ricetta per la cena.

"Oh, ciao Sophie. Cercavo te…" Mi avvicino a lei.

"Dimmi tutto…" Lei mi indica la ricetta del polpettone.
"A te piace?"

"Si certo, mi piace molto Katia." Lei sospira contenta.

"È strano trovare qualcosa che piaccia a tutti...Tu ancora non li conosci, ma gli amici di Genevieve sono molto schizzinosi, e vengono a mangiare stasera a cena, come ogni venerdì."

Santo cielo! Spero proprio che non stia parlando di Chris e Ryan.

"Ah davvero? Sarà un piacere conoscerli… Come si chiamano?" Cerco di essere più disinvolta possibile.

"Uno mi sembra si chiami Ryan, anche se a quanto ho capito adesso sono fidanzati, e il secondo ragazzi penso si chiami Chris...Sisi, si chiamano Ryan e Chris. Ma devi assolutamente conoscerli, sono davvero simpatici." Mentre dentro vorrei sprofondare, provo ad indossare la mia faccia più allegra.

"Non vedo l'ora."
Finalmente Genevieve esce dalla stanza, pronta anche lei per andare al centro commerciale.

"Mamma io e Sophie usciamo, la porto a fare un giretto per New Orleans, saremo sicuramente a casa per l'ora di cena."

"Divertitevi!" Urla sua madre.

Intanto Genevieve prende dei soldi da un cassetto del salotto e poi mi trascina fuori da casa.

"Come mai non mi hai detto che stasera vengono Chris e Ryan a cena?" Le domando mentre aspettiamo il bus che ci porti al centro commerciale.

"Perché viene solo Ryan, Chris negli ultimi due giorni è un po' strano… ma ormai non ci facciamo più tanto caso."

Annuisco. Sono più sollevata nel sapere che manca la presenza di Chris sta sera, ma sono già sicura che dovrò fare la terza incomoda per tutta la serata.

"E con il tuo ragazzo come va?" Mi domanda mentre sono immersa nei miei pensieri.

Credo si riferisca a quando le ho detto che avevamo litigato quando eravamo in discoteca… Le rispondo positivamente.
"Bene. Abbiamo chiarito le nostre incomprensioni."

Dopo pochi minuti arriva il bus, e dopo varie fermate, finalmente arriva la nostra.

Scendiamo proprio davanti a un enorme centro commerciale, dove ci sono dentro un'infinità di negozi.

Iniziamo a girare e a fare spese folli… Ci stiamo letteralmente comprando l'intero guardaroba.

So di avere due amici fantastici a New York, ma passare questo tempo con Genevieve mi sta facendo capire quanto io non sia fatta per le cose monotone. Amo Scarlett e Gary, ma lei ha 1000 volte più energie di entrambi.

Dopo un bel pranzetto e un enorme giro in quel centro commerciale pazzesco, decidiamo di andare a casa e prepararci per la cena, anche perché si avvicina sempre di più l'orario.

Non appena tornate a casa mi chiudo in camera per chiamare Roy.

Dopo vari squilli, sento la sua voce.
"Hey Sophie. Tutto bene?"

"Si amore, stai lavorando? Sei occupato?" Mi sembra in un posto super caotico.

"Sì, sto lavorando, ma non è un problema. Mi manchi e se potessi ti verrei a prendere ora." Sorrido.

"Qui sto bene, ma sarebbe tutto perfetto se al mio fianco ci fossi tu."

Poco dopo, appena finito di parlare con Roy, mi avvio verso l'armadio per cambiarmi da quei vestiti un po' scomodi, e un tratto dopo lunghi attimi di silenzio sento una voce dentro la stanza che mi fa sobbalzare in aria.

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