52-"Dai sfogo alla tua immaginazione, principessa"

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🔴QUESTO CAPITOLO CONTIENE SCENE SPINTE🔴

"La vasca idromassaggio è la fine del mondo!" Esclama Chris uscendo dal bagno vittorioso.

Sorrido e gli do pienamente ragione.
Sto tamponando i miei capelli bagnati con l'asciugamano dopo averla appena utilizzata.

Lui invece ha solo un'asciugamano avvolta in vita e non posso fare a meno di notare il suo fisico perfetto...

Non va tanto in palestra, anzi da quando vivo con lui non c'è andato neanche una volta, però a quanto pare, a lavoro si tiene abbastanza in movimento.

Il mio volto ricade sull'asciugamano bianca, che gli fa risaltare ancora di più la carnagione semi abbronzata...

Quanto è bello?!

"Se continui a guardarmi così mi viene duro." Mi avverte, incamminandosi verso di me.

"Quindi, non vuoi che ti guardi?" Sussurro provocandolo e distogliendo lo sguardo dal suo corpo.

"O forse voglio che smetti di guardarmi e inizi a fare altro..." Dopo questa frase l'asciugamano che lo avvolgeva, su per giù all'altezza della vita, è per terra mostrandomi tutta la sua lunghezza in erezione vulnerabile e scoperta.

"Come vuoi che mi concentri?" Gli domando mentre lui continua ad avvicinarsi come se fosse un predatore.

"Dai sfogo alla tua immaginazione, principessa." Ed ecco che con un altro passo, mi ha già raggiunta.

Sono seduta sul letto, ed ho il suo bacino all'altezza della faccia, per cui, approfittando della situazione, e della posizione soprattutto, prendo la sua erezione in mano iniziando a muoverla lentamente, senza staccare neanche per un secondo i miei occhi dai suoi.

Dopo poco aumento il ritmo della mano, e lo sento irrigidirsi ancora di più sotto ad essa.

"Prendilo in bocca." Ansima, mentre invece io lo guardo sorridendo.

"Che c'è? Le regole del mio gioco non ti piacciono?" Domando divertita.

"Non è il momento delle ripicche. Ti prego, non fermarti."

È raro come il sesso renda così vulnerabili le persone, come il piacere riesca ad annebbiare le menti. Eppure è un concetto alquanto universale, tutte le persone si incantano se c'è il sesso di mezzo.

Come Chris, ha il collo buttato indietro, e sta gemendo, aspettando il momento in cui glielo prenderò in bocca, convinto che accadrà.

Posiziona la sua mano dietro il mio collo, provando ad avvicinarmi al suo membro.

Forse lui l'ha già rimosso, ma io non ho dimenticato quando dovevo andare a cena con i miei genitori e lui mi ha lasciata insoddisfatta e tremante sul letto.
Per cui, adesso, giochiamo a modo mio.

Di scatto interrompo il movimento della mia mano e inizio a ridere.

Dalla sua bocca esce un urletto strozzato, segno del piacere che ho appena smesso di fargli provare.

"Non provocarmi." Dice con voce roca.

Toglie la mano che prima era nel mio collo e la posiziona sulla mia cute e stringe i capelli a partire dalla base.

"Infatti, ho smesso." Mi alzo dal letto, facendo combaciare i nostri corpi.

Sento la sua erezione sbattere sul mio basso ventre...

"Okay. Mi stai costringendo tu, per cui non arrabbiarti." Stringe ancora di più la presa sui miei capelli e mi fa sbattere la schiena contro il primo muro più vicino.

"Hai finito il tuo gioco? Lascia che cominci a giocare io."

Mi toglie l'accappatoio di dosso e lo lascia cadere per terra.

Poi mi fa girare, facendo aderire il suo petto alla mia schiena, di conseguenza sento la sua erezione sfregare sulla mia natica.
Senza farmi girare o compiere troppi movimenti, mi sposta sopra la scrivania e fa appoggiare il mio seno e la mia pancia su essa, facendo sporgere le mie natiche verso l'erezione.

Poi dopo una spinta veloce e rude, sento la mia intimità completamente piena di lui.
Inizia ad affondare il suo cazzo dentro di me e a stringere sempre di più la presa sui miei fianchi. Aumenta il ritmo e la potenza di quelle spinte fino a far muovere la scrivania.

Sento le gambe che iniziano a cedere per via del troppo piacere.
Gli urli animaleschi di Chris rimbombano per tutta la stanza, cosa che mi fa eccitare sempre di più.

"Chris, piano... ci sentirà tutto l'hotel." Gemo.

"Sta' zitta." Posa una mano sulla mia bocca.

Non mi piace la sensazione.
Ad un tratto mi è tornata in mente la scena a New York, in quel bagno di quella discoteca, a capodanno.

Sento il cuore iniziare a battere più forte.
Chris ti prego, toglila. Penso.

Provo a muovere con scatti decisi la testa, per far togliere la sua mano da sopra essa, ma niente.
Provo a parlare, ad emettere alcuni suoni, auoni che lui probabilmente scambia per gemiti di piacere.

Chiudo gli occhi e aspetto che tutto quello finisca. Fortunatamente non passa troppo tempo e Chris esce da dentro di me, completamente svuotato e in preda a un orgasmo.

Di scatto, quando lo sento uscire da dentro di me, mi allontano mettendomi, in piedi, in un angolo della stanza attaccata al muro.

Prima però prendo l'accappatoio, coprendo il mio intero corpo nudo.

"Ma che stai facendo?" Mi domanda venendomi incontro.

"No. No. No." Urlo, sperando che il muro mi risucchi.

Non so neanche perché stia facendo in questo modo. Lui è Chris, non è Steve. Devi stare tranquilla, Sophie.

"Non ti avvicinare." Abbasso il tono di voce, ma continuo a non guardarlo in faccia.

"Ti ho fatto male?" Scuoto la testa, segno di negazione.

"Non ti andava di farlo?" Le lacrime iniziando a scendere dai miei occhi.

Il pensiero di quella sera mi ha fatto tornare in mente cose che non avrei mai voluto ricordare.

Steve, le sue mani, la sua violenza. Vorrei urlare in questo momento.

Non ho mai pensato che un ricordo potesse fare così male, ma questo mi sta proprio uccidendo.

"Sophie, ascoltami." La voce di Chris mi riporta sul pianeta presente e io posiziono il mio sguardo su di lui.

"A cosa stai pensando?" Domanda una volta che capisce che ha attirato la mia attenzione.

Non rispondo, non potrei mai dirgli che ho pensato a Steve e alla nostra scopata di una sera, soprattutto non che c'ho pensato mentre mi stava scopando lui. È stato tutto diverso in questo rapporto, Chris è cosí passionale perché mi ama, non di certo perché mi ha scambiata per una puttana.

Ma ci sono delle parole che non riescono ad uscire dalla mia mente in questo momento:
"Urla il mio nome."
"Urlalo, puttana."

"Per favore, lasciami un attimo da sola Christian." Lui si riveste, prende le sigarette ed esce dalla stanza visibilmente scosso, non quanto me, ma molto scosso.

Un regalo dal destino Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora