57- Curious?

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Camila's pov

Abbiamo vinto la prima partita, tirando le somme è andata bene. La squadra avversaria non era poi così forte e tra i giocatori c'era un mio vecchio amico, Manuel, suo padre era un collega di papà e abbiamo collezionato una serie di pranzi e cene di lavoro insieme, ricordo che ad una cena a casa mia siamo scappati in camera dal momento che ci stavamo annoiando, abbiamo fatto una lotta sul mio letto con i cuscini e abbiamo finito col baciarci. Poi Kevin è arrivato e chiaramente è successo il finimondo ma è stato bello finché è durato. Averlo rivisto oggi mi ha fatto piacere, mi ha chiesto il numero per sentirci e dopo nemmeno una mezz'ora mi ha mandato il primo messaggio e non ha mai smesso di scrivermi.

Mi sono sentita bene, felice e non più sola, era da un po' che non provavo l'ansia nel ricevere un messaggio o la sicurezza che ci fosse qualcuno a cui interessasse un po' di me. Con Andrea all'inizio era così, e mi mancavano questi periodi. Proprio grazie a ciò rifletto su Edoardo. Ha fatto bene a infrangere tutte le mie speranze, non sarebbe servito a niente credere in un'amicizia che poi si sarebbe potuta evolvere in qualcosa di più, Edoardo non è fatto per stare con me e io forse voglio qualcosa che Edoardo non può darmi: certezze.

Non necessito chissà quali attenzioni esagerate, non pretendo che un ragazzo stia con me tutto il giorno e che conosca tutto di me, non voglio un fidanzato che mi porti a cena tutte le sere o che mi faccia regali ogni mese, nossignore. Ho semplicemente bisogno che mi faccia sentire a casa tra le sue braccia, che mi faccia divertire e mi scopra pian piano, mi piacerebbe ricevere un messaggio prima di andare a dormire e uno appena mi sveglio, insomma, l'unica cosa che pretendo è la certezza della presenza di questa persona nella mia vita.

Edoardo non potrà mai darmela, lui è una costante variabile, un giorno ti sta talmente vicino che potrebbe soffocarti dall'amore e poi per giorni non si fa sentire, a volte ti porta nei suoi posti segreti del cuore e altre volte, è capace di ignorarti e farti sentire niente. Per quanto io tenga visceralmente a lui, non voglio lottare per qualcosa che non potrà appagarmi. Qualche giorno fa avrei accettato di inseguirlo nelle sue folli battaglie e nelle sue azioni illegali, pur di averlo affianco. Oggi no, adesso comprendo che devo mettere me stessa al primo posto e cercare persone e cose che mi facciano stare bene sempre, non un giorno sì e uno no. Ha sempre avuto ragione Edo, noi siamo fatti di momenti intensi ma passeggeri, possiamo accontentarci solo di questi. Forse per lui va bene, ma io non voglio le cose a metà, io voglio il cento per cento sempre e comunque, non riesco a vedere il bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto, io il bicchiere lo pretendo pieno, pieno da traballare. Non possiamo stare insieme, nemmeno semplicemente amici perché sarebbe solo un'illusione.

Gaia mi ha presentato i suoi amici, sono tutti molto simpatici e mi hanno subito accolto nel loro gruppo come ne facessi parte da sempre. Oggi esco con loro, andiamo ad una piazza molto frequentata dai giovani, ci sono anche gli skateparks e non vedo l'ora di provare queste piste con il mio skate. Ci andavo con Edoardo alle medie, e con i miei amici fino a qualche tempo fa, sembra che il mondo abbia deciso di ricordarmi continuamente che ho qualcosa in sospeso con loro e non posso semplicemente arginare i miei problemi con loro. Tranne con Edoardo, con lui sì, lui ormai è un capitolo già terminato. Mi sono preparata per pomeriggio con un outfit semplice, apro la porta della mia camera per uscire e trovo Kevin, intento a fare lo stesso. Sobbalzo per lo spavento e lui anche.

<<Ehi>> mi saluta un po' intimidito. Siamo vicini e osservo i suoi occhi, sono ambrati come i miei e non vedo più quella rabbia repressa e quell'ira perenne che aveva fino a qualche settimana fa. La sua espressione facciale è tranquilla, serena e penso che il nostro allontanamento gli abbia fatto bene, tuttavia, è inutile negare quanto mi manchi. Ogni sera quando metto il pigiama mi soffermo a guardare il mio tatuaggio sul cuore con scritto "Kevin" e lo accarezzo come se fosse lui. Mio fratello è sempre stata la parte più bella della mia vita, ho condiviso qualunque cosa con lui e qualunque paura io avessi, ho sempre saputo di poter contare su di lui, così come lui ha sempre fatto con me. Mi mancano i nostri abbracci profondi, dentro i quali trovavo la tanto desiderata e intensa tranquillità, Kevin è sempre stato il rimedio naturale alle mie difficoltà, lui è quello razionale, pacato e calmo, la mia soluzione a tutto. So che il bene non può mai cancellare definitivamente il male, ma se Kevin ha realmente capito ciò che ha fatto e si è pentito, potrò trovare una soluzione per perdonare mio fratello. <<Ciao>> dico. <<Possiamo parlare? O rischio ancora di essere accoltellato con una matita appuntita?>> domanda. Non rispondo, apro la porta per fargli capire che può entrare e lui intuisce che non c'è pericolo alla sua vita, per ora almeno. Siamo viso a viso, in un silenzio scandito dal ticchettio leggero e debole del mio orologio, chiaramente non siamo soli, dal momento che mamma starà sicuramente origliando dal sottoscala per tentare di captare qualche parola tra noi.

Basta Che Siamo Sotto Lo Stesso CieloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora