63- Make Me Your Man

98 0 0
                                    

Cami's pov

So di aver sbagliato a non rispondere a Manuel, lo so! Ma non è stato del tutto volontario.
Certo, non sapevo bene cosa inventarmi dal momento che Edo non mi aveva ancora definito la sua ragazza, ma sono stata così presa dalle novità della nostra relazione e dalla serata passata con i nostri amici, che mi sono totalmente dimenticata di Manuel. Ho rincorso Edo fino al bagno degli uomini, e sarei rimasta lì fin quando non fosse uscito se il collaboratore scolastico non mi avesse minacciata di portarmi dal preside. Alla fine, Nico mi ha detto che non è nemmeno entrato in classe, se n'è andato.

Io: Per favore, cerchiamo di parlarne, ti spiego com'è andata.
Io: Non puoi sparire alla prima difficoltà che si presenta senza nemmeno ascoltare la mia versione dei fatti, come pretendi di far andare avanti le cose se ti comporti così?
Io: Va bene, non mi rispondi, ma so che leggi i messaggi. Mi dispiace di non aver risposto a Manuel, me ne sono dimenticata, okay? Non la fare tragica, però.
Questi sono solo tre dei dieci messaggi che gli ho inviato durante la mattina, ma nemmeno uno a cui abbia risposto. Non so proprio cosa inventarmi: subentra la prima difficoltà e lui già si arrende. Lo capisco, non è abituato a risolvere le cose in una relazione, ma dovrà imparare.

<<Sbaglio o sento odore di cibo commestibile e di buon sapore provenire dalla nostra cucina?>> domanda Kevin mentre apre la porta di casa. Effettivamente non è cosa frequente a casa nostra trovare un pasto che sia edule, purtroppo mamma non è molto brava in cucina, ma non è colpa sua. Sin da quando aspettava me e Kev, lavorava giorno e notte per riuscire ad avviare la sua azienda di moda, e anche quando le cose stavano iniziando ad andare bene, non è che avesse tutto questo tempo per restare a casa e impratichirsi con la cucina. Questo non ha mai influito sulla visione di super donna che ho di lei: la sua azienda sta andando alla grande, mantiene la famiglia unita, non ci ha mai fatto mancare niente. In cucina? Quando può, ci pensa papà; lui sì che sa cucinare.

Io e Kevin ci guardiamo, sorridendo, prima di dire assieme: <<Papà>>. Non appena varchiamo la cucina, vediamo in tavola piatti di ragù, parmigiana, purè di patate e cosce di pollo al forno: come sempre tende ad esagerare con le porzioni. <<Sedete, ragazzi, che si fredda!>> ci intima, con un sorriso a trentadue denti sul volto. Metto a posto lo zaino in camera, dopodiché scendo in soggiorno e mi siedo, di fronte a papà. Sta mangiando e guarda attentamente le porzioni di cibo che afferra con la forchetta. Ho sempre pensato fosse un uomo strano e straordinario allo stesso tempo, pur non essendo sua figlia biologica, sento di aver subìto molto la sua influenza negli anni. È una persona attenta, pacata, con l'animo da mediatore; non è certo questo ciò che ho preso da lui, ovvio. Sono la vivacità, l'ironia e anche un po' di egocentrismo, gli aspetti della sua personalità che ho ereditato dalla sua presenza. Il fatto che non sia nostro padre, nonostante la completa differenza riguardo l'aspetto esteriore, non ha mai impedito a me e Kevin di sentirci suoi figli. Ha i capelli biondi, corti e ricci, i suoi occhi sono chiari come i nostri, ma non della stessa tonalità.

<<Che c'è? Mi sono rasato male i baffi? Lo sapevo, maledetto rasoio elettrico!>> dice, facendomi sobbalzare per lo spavento, non mi ero accorta che lo stavo fissando. <<No, è tutto okay sul tuo viso>> scherzo, dopo un po' ci raggiunge anche Kevin, perciò metto subito in atto il mio interrogatorio.
<<Papà, perché non state organizzando più nessuna cena con zia Anna e i Martin?>>. Kevin sembra sorpreso dalla domanda, poi mi guarda come se stesse riflettendo ed, infine, annuisce. <<È vero>>
<<Beh ragazzi, non abbiamo più molto tempo libero, siamo tutti dei lavoratori impegnati>> dice, mentre continua ad infilarsi enormi porzioni di pollo in bocca: sta mentendo. <<Avevamo dieci anni, Cami aveva la varicella, Mattia la febbre a trentanove, il signor Martin era appena tornato da un viaggio di quattordici ore, e comunque avete fatto la cena>> inizia Kevin ed io continuo il suo discorso. <<Sono più di due mesi che rimanete a casa a far niente per interi weekend, lo stesso la famiglia di Zoe, e per quanto riguarda i Martin non ne sono certa ma ho visto molto spesso Victoria in casa a girarsi i pollici>>.

Basta Che Siamo Sotto Lo Stesso CieloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora