58- Edo's Confession

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Cami's pov
Ci sono dei ragazzi accomodati su un divano lungo e continuo mentre altri parlano mentre sono seduti attorno ad un tavolo, sembra un riscorso abbastanza serio, almeno per quanto si riesce a distinguere. Ci sono alcuni camerieri che portano alcolici a chiunque e delle stripper che ballano sparse per tutto lo spazio, altre ragazze invece sono sedute sulle gambe dei tizi sul divano accarezzandoli e baciandoli.
La luce è poca, non riesco a riconoscere nessuno dei volti che vedo, tuttavia c'è uno sguardo che mi è troppo familiare per non riconoscerlo. Potrei sbagliare su chiunque, persino Zoe, ma i suoi occhi non li confonderei con quelli di nessun altro. Non sono per niente stupita dal fatto che lui sia qui, d'altronde è la sua zona e questo è un club privato di ritrovo per gang clandestine e lui fa parte della più pericolosa.

Non riesco a sviare lo sguardo da lui, ha un dolcevita blu notte e i jeans, sembra distratto e non prende parte ad alcuna conversazione, con lui non ci sono neppure i suoi amici. All'improvviso la sua espressione cambia, assottiglia lo sguardo come se ci fosse qualcosa che lo ha turbato, inizia a guardarsi intorno con fare sospettoso annusando l'aria, fin quando i nostri occhi si incontrano: io rimango in piedi, immobile, non sapendo come reagire dato che mi ha colto ad osservarlo, e lui che assume un'espressione totalmente sorpresa, com'era prevedibile facesse. <<Non dovremmo dare all'occhio, comportiamoci come farebbero loro, posso?>> domanda ma non riesco a capire a cosa si riferisca fin quando Cristian mi prende la mano e, mentre si accomoda su uno spazio del divano, fa in modo che io mi sieda sulle sue ginocchia. Inizialmente provo imbarazzo ma la mia mente non riesce a prestare attenzione ad altro se non ad Edoardo, nel momento in cui nota il mio gesto si alza di scatto, tutti lo scrutano con curiosità e il silenzio cala nella stanza. <<Beh, Edoardo è bello ubriaco, un giro gratis a tutti, su>> prende la parola un ragazzo, il suo viso l'ho già visto, quella sera, lui era lì con me e Zoe, quel mostro.

Inizio a sentirmi a disagio e vorrei solo andarmene da questo posto, speravo davvero che se ne fosse andato lontano e non lo avrei mai più rivisto, eppure è qui. Ma soprattutto, ho davvero creduto per tutti questi anni che Edoardo si fosse allontanato da lui dopo ciò che aveva fatto. Tutti riprendono a bere e a parlottare tra di loro, Edoardo viene verso di me velocemente, senza curarsi di quel ragazzo che ancora lo sta osservando. <<Che cazzo ci fai tu qui? Chi ti ha fatto entrare?>> dice sottovoce con uno sguardo infuriato, quasi a volere incendiare la stanza intera. Qual è il suo problema? Perché non potrei trovarmi qui? Sono infuriata con lui ma allo stesso tempo la sua presenza mi rassicura dal tipo di cui non ricordo il nome ma che ha rovinato la mia vita. <<Non provare a trattarmi in questo modo, questo non è il tuo locale e vado dove mi pare>> rispondo tranquilla, Cristian mi guarda curioso, probabilmente conosce Edoardo e si sta chiedendo come sia possibile che io lo conosca. <<Tu non dovresti essere qui, sai almeno che posto è?>> chiede saccente sempre più arrabbiato ma credo che il suo problema non sia tanto che io sia qui, ma più che altro su chi io sia seduta, dato che continua a guardare le mie gambe, le mani di Cri sul mio pantaloncino e la sua faccia imbarazzata. <<Forse è il momento di andare>> suggerisce, infatti.

<<Sì, forse sì>> risponde Edoardo. <<Io non->> sto per replicare che non ho assolutamente intenzione di andarmene solo perché Edoardo non mi vuole qui, quando quest'ultimo mi prende la mano e mi fa alzare contro la mia volontà, Cristian rimane sconvolto. <<Non puoi stare qui>> dichiara Edoardo sottovoce guardandosi intorno per essere sicuro che nessuno lo stia guardando con uno sguardo severo. <<Dimmi il motivo>> ordino ma lui rotea gli occhi spazientito e mi carica sulle spalle senza che io mi renda conto di ciò che sta succedendo, è impazzito o cosa? Praticamente il mio sedere è in mondovisione davanti a tutti questi sconosciuti! <<Sei pazzo? Ho il culo davanti alle facce di queste persone! Mettimi giù, razza di troglodita!>> urlo e sento Cristian bisbigliare: <<Alla faccia di non dare nell'occhio>> Edoardo utilizza entrambe le sue braccia per coprire il mio lato b mentre usciamo dalla porta del club privato e torniamo nel locale dove nessuno apparentemente fa attenzione a noi. Continuo a dimenarmi per far sì che mi faccia scendere ma è testardo come un mulo e non gli interessa un fico secco delle mie lamentele. Mi sento in totale imbarazzo perché odio il fatto che ogni volta che provo ad evitarlo lui fa cose del genere, tipo prendermi sulle spalle. Mi mette giù e spero che la mia espressione gli faccia intuire quanto vorrei dargli uno schiaffo. <<Come ti sei permesso di farlo?!>> urlo e fortunatamente la musica è più alta del mio tono di voce e nessuno mi sente, tranne Edoardo ovviamente. <<Non osare rimproverarmi, sono io che dovrei farti la predica. Mi spieghi chi ti ha fatto entrare in quel posto? Perché diamine sei in questo locale e Cristo, chi era quello?>> domanda e anche se il suo tono di voce è ridotto ad un bisbiglio, noto la vena giugulare che si gonfia mentre parla.

Basta Che Siamo Sotto Lo Stesso CieloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora