22. Hello Beautiful

98 2 0
                                    

Inizio a smanettare sul cellulare, vado sulla galleria anche se temo di trovare foto non caste che non dovrei vedere. Fortunatamente solo selfie sputtananti e ricattabilissimi, inizio a ridere come non mai, trovo foto di Kevin e del principino mentre fanno facce strane e indossano abiti delle sorelle. Ci sono anche foto di tutti e quattro assieme mentre ridono, in fondo avevano ragione, io non c'entro nulla con loro. In una foto Camila e il principino si sorridono e quasi sbatto il telefono a terra, senza quasi. Controllo che non ci siano danni ed esco dalla galleria, sulle note ci sono tantissime cose scritte.

<<Lista dei ragazzi di Zoe (da aggiornare), Lista dei ragazzi che potrebbero piacere a Cami dopo il suo ex>> ci sono un decina di cose del genere e apro subito la seconda, d'altronde è Camila che devo ricattare.
Ci sono scritte una serie di nomi di ragazzi, tipo Riccardo, Luca e scorro fino a Niccolò.
Aspetta, cosa?! Il mio migliore amico è candidato come possibile fidanzato della mia acerrima nemica? Assurdo, ora devo tentare di tenerlo più lontano possibile da lei.
Scorro le note, ho tanto tempo per impicciarmi, l'ultima nota è intitolata "lettera numero 3"
Non so perché ma qualcosa mi dice che sia più importante di ogni altra cosa scritta.
"come stai? Ormai non ci parliamo quasi più e mi fa male..." leggo dalla parte introduttiva prima di aprire la nota. Non so se è il caso, mi trema la mano già a leggere, no non posso farlo.
Non mi ritengo così importante nella vita di Camila tanto da avermi scritto una lettera ma non lo posso sapere, leggerla ora non so quanto mi converrebbe per cui pianifico qualcosa per la mia vendetta e se la piccola Bianchi mi farà arrabbiare allora la leggerò.
Sono stato veramente fortunato a trovare il telefono nella tasca della felpa, probabilmente le sarà accaduto mentre si cambiava in palestra o in qualche altro momento. Fatto sta che se me ne fossi accorto prima della presenza del cellulare nelle mie tasche, probabilmente avrei evitato l'umiliazione pubblica di fare il servo di una ragazza. Ma ora non importa, me la pagherà per ogni secondo passato a darmi ordini.
Probabilmente in questo telefono c'è il mondo, ogni segreto, ogni punto debole sia di Zoe che di Camila. E se c'è una persona che Camila ama più di se stessa o di suo fratello è proprio Zoe e per proteggerla farebbe di tutto, come una sorella. A proposito di fratelli e sorelle... È ora di andare a trovare il mio.

Gli sbagli che ha fatto lo hanno portato lontano da me, anzi, non proprio gli sbagli... Prendo la metro e raggiungo un'altra parte di Roma, la strada la so a memoria ormai e qui sembra tutto così tetro quando arrivo.
Raggiungo il banco dell'accettazione e chiedo di Brando Martin, l'assistente mi scorta fino alla sua camera, vuota, quasi inquietante.
Appena mi vede i suoi occhi cambiano colore e mi sorridono.
<<Non desisti mai tu, eh?>> domanda prima di abbracciarmi. Mi ha sempre detto di non andare a trovarlo, non vuole farsi vedere in queste condizioni. Nei suoi occhi rispecchio i miei, ma io alla sua età non ero di certo rinchiuso in un istituto di disintossicazione per non andare in carcere minorile. Io alla sua età stavo dicendo addio a tutto ciò che avevo di più bello per finire nel suo stesso guaio, tutto solo per lui e non me ne pento.
<<Che aria tira qui?>> domando sedendomi sul davanzale della finestra, è così bella Roma e lui può solo vedere un cancello in mezzo alla strada.
<<Sempre la stessa, non so quando mi faranno uscire da qua, ormai sono passati due anni e mezzo. Che problema hanno?!>> chiede frustrato.
<<Tu ogni due per tre fai qualche rissa o rispondi male ad un dottore, che devono fare?>>
<<Ma è il mio carattere! Solo perché qualcuno mi provoca e io rispondo non vuol dire che mi drogo o sono un criminale, che poi qui chi me la dà la droga?>> chiede ad alta voce, provando forse a farsi sentire da qualche infermiere.

<<Chi ti provoca?>> domando.
<<Tutti i figli di papà chiusi qua dentro, io non c'entro nulla con loro. Mi fanno battute ed io li detesto così tanto quando si credono Dio. Edo mi sono rotto il cazzo di stare qua, sono due anni che non esco, non vedo nessuno tranne te e mamma, non ce la faccio più>> mi urla disperato. Mio fratello è troppo speciale, ha fatto degli errori enormi ed ora ne paga le conseguenze ma non sopporto di vederlo in queste condizioni, il suo bellissimo viso giovane da sedicenne è pieno di occhiaie, lividi sul corpo e qualche capello strappato per la furia. Non esce da due anni e sta arrivando al limite, ma io lo porterò fuori da qui, quando avrò finito il mio compito Brando avrà di nuovo la sua vita. Quest'istituto è per pariolini, quelli che organizzano feste eccentriche per mostrare le ricchezze di papino e poi si ritrovano nell'ambulante della polizia e ovviamente grazie ai soldi di papà stanno qui un mesetto ogni pomeriggio e scompare tutto dalla fedina penale. Brando si ci è trovato per errore, è stato colto in flagrante e per non fare brutta figura con i colleghi, papà ha deciso che doveva fare un viaggio in Canada per un po'. Ed eccolo qui, vive nell'ombra da due anni fino a quando non sconta gli anni di detenzione minorile.

Papà ha i soldi e ha comprato pure la giustizia, in effetti non è poi così diverso dai pariolini che stanno qui. Siamo io e Brando quelli diversi.
<<Ti porterò fuori da qui, resisti ancora qualche mese>> gli supplico. Sono sempre stato quello freddo e stronzo a cui non frega un cazzo di niente e di nessuno ma se qualcuno mi tocca una persona a cui tengo non mi interessa nulla delle circostanze.
<<Non starai continuando con quella merda!?>> insinua. Guardo in basso, non lo faccio quasi mai ma se lo faccio vuol dire che sono in difficoltà. Non vado fiero di quello che sto facendo ma è tutto per mio fratello.
<<Edoardo!>> mi grida.
<<Non farmi la predica proprio tu...>> ed ecco che spunta fuori quella parte di me che odio. Non sono una persona che porta rancore o che rinfaccia gli errori, in effetti non so nemmeno perché cazzo l'ho detto. Brando soffre per i suoi errori ed io mi ci metto pure con questa lingua senza freno che mi ritrovo. È solo che detesto quando qualcuno mi rimprovera per ciò che sto facendo, non ragiono più. Se sono entrato nei South Boy è stato solo e soltanto per vendicare Brando, non per fare il criminale.
Lui mi guarda come a chiedermi se l'ho detto davvero ed io mi sento così in colpa...<Scusa, non volevo dire questo>> gli dico.
<<Non farlo, Edo, non voglio che tu finisca nella mia stessa merda solo per portarmi via da qua. Non fa nulla, aspetterò altri anni o quanto cazzo mi manca... >> mi rassicura ma io sono testardo, Brando è stato trascinato in qualcosa più grande di lui.
<<Tu non devi preoccuparti, io ho tutto sotto controllo>> gli dico.

<<Anch'io dicevo così, eppure guarda dove sono>> vorrei dirgli che io e lui non siamo la stessa persona per quanto ci assomigliamo. Quando ho deciso che dovevo fare qualcosa per mio fratello mi sono ripromesso che non avrei mai esagerato, non so se quella promessa l'ho rispettata però per ora ho tutto sotto controllo seriamente, tranne Camilla Bianchi che mi minaccia alle calcagna. Ogni volta che lo guardo negli occhi mi ricordo la vita che avevo prima che lui venisse preso, avevo amici e mi sentivo bene, ora non so nemmeno se posso fidarmi della mia stessa famiglia. Fortunatamente ho Nico e qualche altro amico vero in quel cazzo di gruppo. Rimango a chiacchierare con Brando il più possibile, ogni settimana cerco di venire a trovarlo per non farlo sentire totalmente abbandonato, sebbene papà me lo abbia espressamente vietato. Non mi importa, mio fratello non deve sentirsi mai da solo. Torno a casa in sovrappensiero, non so perché ma ogni qualvolta vado a far visita a Brando, al ritorno mi sento sempre svuotato e malinconico, d'altronde vedere il proprio fratello chiuso in un istituto con persone psicopatiche e malate seriamente non può certo farti sentire bene.
<<Sei tornato chérie>>

Mi saluta mamma con quel suo viso angelico, eppure ha partorito due figli con tutt'altro che un'aureola. Ha il viso contornato da un sorriso aperto eppure i suoi occhi sono di un azzurro spento, quasi infelice. È una donna così forte. Non ce la fa proprio a non aggiungere una parola in Francese o Inglese quando parla ed io la trovo adorabile. Brando amava parlare ore e ore in Francese con lei, io non ci ho mai capito nulla, però da quando lui non c'è, ci provo sempre a farla sorridere con qualche frase improvvisata al momento. Ormai lo so parlare bene.

<<En personne, maman>>
(In persona, mamma.)
Le sorrido cercando di trasmettergli più serenità possibile. <<Sei stato da Brando?>> domanda speranzosa ed io annuisco. <<Sta bene, non preoccuparti>> le accarezzo il viso con un dito e lei si abbandona ad un sorriso calmo. Vedere che sta male per Brando e in più ci sono io che al di fuori ne sto combinando di tutti i colori e probabilmente sto soltanto aumentando le sue preoccupazioni, mi fa stare malissimo. Però penso al fine delle mie azioni a quanto sarà bello quando Brando uscirà dall'istituto potremo essere di nuovo felici. Salgo in camera per riposarmi, quasi mi dimentico del cellulare di Camila e Zoe in mio possesso, quante cose farò grazie a ciò!
Per prima cosa vado su WhatsApp e ci sono trenta chat archiviate, chissà cosa combinano quelle due. Scrivo un messaggio al numero di Camila per farla incazzare e iniziare il mio piano. La torturerò non rispondendola per qualche ora, lei starà totalmente in ansia.
A Cami:
"Ciao bellissima"
Attendendo la risposta mi faccio un sonnellino molto lungo, volontariamente.

Al mio risveglio, mi ritrovo un messaggio sul cellulare di Camila.
Da Cami:
"Chi sei?"
E tre sul mio.
Da Camila:
"EDOARDO MARTIN"
"Sappi che non ti scriverei se non fosse di vitale importanza quindi non montarti"
"Qualcuno ha il cellulare, mi hanno mandato un messaggio. Devi trovarlo. E non permetterti ad ignorarmi perché quello è il mio lavoro."
Mi faccio due risate prima di cambiarmi per raggiungere Nico e gli altri a delle gare, partecipo raramente, solo quando sono incazzato di brutto, però assisto quasi sempre per fare compagnia agli altri e non destare sospetti su di me. Indosso una t-shirt giromaniche della Nike e il pantalone della tuta abbinato. Porto anche un giubbino di jeans nero, c'è gente strana in questi posti e non voglio dare particolarmente all'occhio. Camila dovrà penare prima che io risponda.


Basta Che Siamo Sotto Lo Stesso CieloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora