65- Friends, Friends And Then...

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EDO'S POV

Ieri notte stavamo per farlo.
Ero così eccitato, non vedevo l'ora di far unire i nostri corpi, sapere cosa si prova ad essere dentro di lei, la donna della mia vita. Quando le ho chiesto se l'aveva fatto, sapevo già che sarei rimasto deluso dalla risposta. Sembrerò egoista, lo so, ma volevo davvero essere io il primo: il suo primo ricordo, la sua prima volta, il primo di cui si fida per concedergli il suo corpo.
Nonostante ciò, ero pronto ad oltrepassare anche questo ostacolo, in fondo, lei ha avuto altre storie in passato e tutto il diritto di decidere di farlo con chiunque di loro. E poi, anche se la sua prima volta era stata con qualcun altro, la sua prima vera volta sarebbe stata con me.

Questi pensieri positivi e razionali sono stati ampiamente messi alla prova quando ha pronunciato i suoi infiniti "non lo so".
Il pensiero di quel bastardo di Andrea che la tocca, che si approfitta di lei, che usa il suo corpo, mentre lei non è cosciente, mi ha accecato dalla rabbia. Non riuscivo a capacitarmi di come lei avesse potuto vivere con quel dubbio fino ad adesso, e tutt'ora non sono in grado di comprendere il motivo per cui non gliel'ha chiesto non appena si è risvegliata quella mattina accanto a lui.
La Camila che conosco io, gli avrebbe tirato un ceffone anche prima che lui rispondesse.

Ammetto che se non l'avessi vista piangere, sarei volentieri andato a sfogare la mia rabbia sul faccino antipatico di Andrea. Ma lo farò ugualmente, so che gli ho promesso che saremmo andati insieme, che ci avrebbe parlato lei ed io sarei andato solo come supporto morale, ma dovrò disattendere il patto. Sono perfettamente consapevole che chérie può cavarsela da sola, ma non gli darebbe la giusta punizione. Lo conosco Andrea, lui con le parole ci sa fare, e Camila in fondo ha un cuore enorme, si lascerebbe scivolare la rabbia di dosso dopo qualche scusa campata in aria, per po rifilargli magari una denuncia che il paparino  avrebbe pagato per eliminare.

No, lui deve soffrire e ci penserò io ad assicurarmi che sia così, anche a costo di doverle mentire.

Questa mattina, dopo essersi svegliata, Camila era così tranquilla e felice, che non ce l'ho fatta a dirle la verità.

Mi ha detto che sarebbe andata a fare colazione a casa, e così è stato, perciò io mi sono cambiato e ho raggiunto il quartiere Trieste, dove abita il suo ex. Ricordo il primo giorno che li ho visti assieme, quasi due anni fa, ero a via del Corso con Nico e gli altri e lei era lì, con lui. Camminavano mano nella mano, guardandosi sorridendo: in quel momento ho capito che l'avevo persa, che in tutta quella storia c'avevo rimesso io, che ero rimasto solo con i miei amici mente lei era andata avanti e aveva un'altra storia. Da quel giorno sono uscito più spesso nei luoghi frequentati dai ragazzi di Roma Nord, nella speranza di vederla, di capire se veramente era innamorata di lui. Prima di allora, non avevo mai creduto alla stronzata del cuore spezzato, ma quando li ho visti baciarsi davanti ai miei occhi ho pensato davvero di avere un mancamento. Ho sentito una forte fitta al petto, ed ho creduto veramente che il mio cuore avesse subito una qualche rottura.
Credo che sfogherò tutta questa rabbia repressa sul diretto interessato, così impara, prima a rubarmi la ragazza, poi ad abusare di lei, se questo è effettivamente accaduto.

Parcheggio proprio vicino la casa che mi ha indicato Antonio. Lui è pressappoco l'investigatore segreto del gruppo: sa tutto di tutti, come una ragazzina pettegola, e anche quando non sa, trova il modo di arrivare all'informazione in quattro e quattr'otto, un portento. Questa sua abilità fa comodo, specie in un gruppo come il nostro. E specie per punire i bastardi.

Anto è arrivato all'indirizzo di Andrea grazie ad una festa che aveva dato il suddetto nella sua villa mesi fa e a cui il mio amico ha partecipato.
Voleva venire anche lui a fare la visita ad Andrea, insieme agli altri, ma gliel'ho vietato, è una faccenda che devo risolvere io. Erano tutti preoccupati per quello che Camila ha raccontato, avevano addirittura pensato di andare da Lucas e minacciarlo sul serio, fortunatamente non hanno fatto nulla. Devo essere io a condannarlo, a guardarlo in faccia mentre lo sbattono in galera.

Basta Che Siamo Sotto Lo Stesso CieloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora