43. He, I and Our Sensations

82 1 0
                                    

La prima ora è dedicata ad educazione fisica, Zoe ovviamente non si è vista per ora, Marco e Riccardo che sono i miei compagni di classe, fanno di tutto per non parlarmi. La prossima occasione sarà l'ultima che mi pongo per tentare di discutere con loro, dopo di ché per quanto mi riguarda, possono andare a farsi fottere. Abbiamo fatto un riscaldamento veloce e una breve partita a pallavolo. Suona la campanella che segna la fine dell'ora e arriva puntualmente la classe della seconda ora ed iniziano a giocare.

Aiuto il prof a raccogliere gli attrezzi utilizzati e riporli nell'apposito scaffale, nel mentre sono concentrata ad evitare gli sguardi di tutti, dato che chiunque si chiede che fine abbia fatto il mio gruppo, sento un pallone che colpisce delicatamente il mio piede. Mi volto istintivamente per vedere chi ha osato deconcentrarmi, ed incontro lui. Edoardo, in tutto il suo stile. Ha i pantaloncini dell'Adidas, la maglietta bianca a giromaniche, un paio di occhi profondi e un sorriso malizioso. Sostenere il suo sguardo non è semplice, non dopo ieri sera... Cosa devo fare? Cosa devo dirgli? Devo comportarmi normalmente oppure ora siamo "amici speciali"? Oh, al diavolo queste paranoie, mi comporterò come al solito.
<<Perdonami, non ho una buona mira>> mi fa un occhiolino e si volta per tornare alla sua postazione, ma dimentica il pallone. <<Mhh, non so se perdonarti, sicuramente mi aiuterebbe se tu non mi lanciassi più altri palloni>> gli faccio anch'io un occhiolino, noto che i compagni lo aspettano, perciò prendo la palla con la punta del piede per permettere il salto e inizio a palleggiare, sono super concentrata ed è un modo per scaricare un po' di nervosismo, la palla rotea per aria attorno al mio piede e sembrano quasi legate da un filo invisibile che obbliga la palla a ritornare sul collo del piede. Ad un certo punto lancio la palla in direzione di Edoardo e lui, colto dalla sorpresa, la afferra con le mani. E i riflessi da calciatore dove sono finiti, eh, Edo?

<<Esibizionista>> commenta.
<<Talentuosa>> replico con aria sufficiente.
<<Superficiale>>
<<La migliore>>
<<Egocentrica>>
<<In quello sei tu il campione>> affermo. Edo si morde le labbra per evitare di ridere, lancia il pallone verso un compagno e va a giocare. Vederlo dopo ciò che è successo ieri sera mi ha destabilizzata un po' all'inizio, però con lui non devo preoccuparmi mai di prendere determinate posizioni, oppure di comportarmi in modo differente perché appena inizia a parlare ogni pensiero svanisce, siamo sempre a nostro agio. Dopo aver finito di sistemare tutto, mi accosto allo scaffale e guardo un po' la partita. So che sto facendo tardi a lezione, ma di stare un'ora intera in classe con Riccardo, Marco e Zoe che mi ignorano, proprio non mi va. La mia amica sicuramente è entrata alla seconda ora, oppure non è entrata nemmeno e sta passeggiando per Roma con Flaminia. Preferisco rimanere qui per un altro po'. Il mio sguardo non è rivolto alla partita in sé, ma più ad Edoardo, è più forte di me, se c'è lui nei paraggi mi volterò sempre a cercarlo. Un ragazzo della squadra avversaria tira la palla verso di lui ed Edo salta per prendere la palla al volo. Sembro quasi una groupie, perché ogni suo movimento per me accade a rallentatore e osservo minuziosamente ogni suo gesto. Nel momento in cui salta, la maglia si alza un po' e lascia scoperta una porzione di schiena, ha un fisico perfetto, riesce a segnare punto dato che la palla tocca terra e il giocatore avversario non riesce a prenderla. I compagni esultano e lui si gira verso di me, non riesco a sviare lo sguardo in tempo e mi coglie in flagrante. Un punto in meno alla dignità di Cami, fantastico.

Prima che il mio cervello mandi l'impulso per distogliere lo sguardo da Edoardo, noto che ha preso molto bene questa mia attenzione su di lui, tant'è che accenna una risata. Lo fa apposta, per farmi capire che da ora in poi me lo rinfaccerà ogni qualvolta ne avrà l'occasione, per dimostrare al mondo che anche Camilla Bianchi ha ceduto alla bellezza di Edoardo Martin. Infastidita da questo ultimo pensiero, decido di andare nello spogliatoio e prendere lo zaino, nel farlo attraverso la zona della palestra in cui stanno giocando a pallavolo e in modo del tutto casuale e involontario urto contro la spalla di Edoardo, lui si gira e mi guarda per un po' finché non scompaio. Ed io cerco di andarmene nel modo più seducente possibile, per dimostrargli che anche Edoardo Martin può cedere davanti alla bellezza di Camilla Bianchi. Arrivo nello spogliatoio e tiro un sospiro di sollievo, non so per quale motivo, è come se quando condivido un posto con Edoardo Martin, ci sia qualcosa di strano nell'aria, qualcosa di pesante ma astratto che ci accomuna e si deposita nei nostri corpi. Infatti, una volta arrivata nello spogliatoio, da sola, mi sento più leggera. Prendo il mio zaino e di fretta apro la porta per uscire, e ovviamente, vado a sbattere contro una figura umana.

Basta Che Siamo Sotto Lo Stesso CieloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora